Non si ferma la fobia da “saracinesca chiusa” e stavolta tocca ai negozi di animali, con la corsa dei padroni per trovare punti vendita aperti e fare provviste di cibo per cani, gatti e piccoli amici pelosi. A scatenare questa ennesima psicosi da carrello vuoto è stata la firma del decreto sul coronavirus dell’11 marzo che ha stabilito lo stop per molte attività commerciali, salvando però quelle per i beni di prima necessità, come alimenti e medicine.
A Firenze, ad esempio, all’indomani della firma del provvedimento, si sono formate lunghe code davanti ai supermercati specializzati in pet food, da Zooladia ad Arcaplanet fino all’Isola dei tesori. In alcuni casi, racconta il personale, è stato anche necessario chiudere le porte per contingentare gli ingressi e rispettare le norme anti-affollamento sulla distanza di almeno un metro tra le persone.
Decreto 11 marzo, negozi di animali aperti
Dopo l’ennesima stretta, decisa per arginare il contagio da Covid-19, i negozi per animali domestici restano comunque aperti in tutta Italia: ricadono infatti nelle eccezioni previste dal decreto dell’11 marzo. Anche il cibo per fido e micio è inserito tra i beni di prima necessità che vengono garantiti ai cittadini, oltre a medicinali, alimenti (per umani), sigarette e giornali. In questo articolo il dettaglio dei negozi aperti e di quelli chiusi, anche con il link al testo del decreto per controllare tutti i dettagli.
Il consiglio però resta sempre lo stesso: uscire di casa solo se strettamente necessario e non farsi prendere dall’isteria dell’acquisto per evitare assembramenti di persone, perché solo così è possibile fermare la diffusione e la trasmissione del virus.