Disattenzione sulle date di scadenza, poca fantasia o poca voglia di cucinare gli “avanzi” del giorno prima o confezioni familiari per vite da single. Le motivazioni per gli sprechi alimentari sono molte, ma il risultato è uno solo.
INDAGINE. Per ogni toscano nel bidone di casa finiscono, all’anno, circa novanta chili di cibo. E’ ciò che emerge dall’indagine nazionale “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità”, condotta dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dal Politecnico di Milano, in collaborazione con Nielsen Italia (Edizioni Guerini e Associati).
SPRECHI. “L’eccedenza e lo spreco alimentare sono ormai una vera emergenza non solo nazionale ma anche locale: basti pensare che in Toscana, secondo una nostra stima, ogni cittadino spreca ogni anno circa 90 chili di cibo (leggermente meno della media nazionale che è di 94) e, in tutta la regione, lo spreco è indicativamente di circa 340 mila tonnellate corrispondenti ad un valore di 3,75 milioni di euro”. Queste le parole del presidente dell’Associazione Banco Alimentare della Toscana, Leonardo Carrai, che presenzierà al convegno di giovedì 2 maggio, alle 10, all’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, dove verranno illustrati proprio i risultati dell’indagine effettuata.
CONVEGNO. Il dibattito è promosso dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dell’Associazione Banco Alimentare della Toscana, con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e col patrocinio di Confindustria Firenze. Oltre a Carrai, interverranno anche il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio, Giampiero Maracchi, il Presidente Cesvot Toscana, Patrizio Petrucci, il presidente Confindustria Firenze Simone Bettini, il presidente Fondazione Banco Alimentare Andrea Giussani, l’amministratore delegato Sammontana Leonardo Bagnoli e il professore ordinario di logistica e supply-chain mengament del Politecnico di Milano, nonchè curatore della ricerca, Alessandro Perego.
RECUPERO. L’indagine viene presentata nelle maggiori città italiane per sensibilizzare i cittadini e le aziende sul tema degli sprechi alimentari. Dai risultati emerge che in Italia vengono buttati via più di cinque milioni di tonnellate di cibo, pari a 12 miliardi di euro. Il problema risiede anche del dislivello fra domanda e offerta e nel non saper recuperare l’eccedenza alimentare. Un impegno concreto è quello di impegnarsi nel recupero del cibo, sia a livello “casalingo”, sia a livello imprenditoriale. “La povertà e il disagio sociale stanno aumentando vertiginosamente ogni giorno – afferma Carrai – e abbiamo assoluto bisogno di accrescere il numero delle imprese che possano offrirci le loro eccedenze, ma anche di volontari per sostenerci in questa attività, che è unica in Italia.”