Ponti, viadotti, cavalcavia: quasi mille in tutta la Città metropolitana di Firenze, cinquemila in Toscana. Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, sono sorvegliati speciali: la Regione, coinvolgendo Province, Comuni e Città Metropolitana, ha creato un tavolo tecnico per avere nel giro di un anno un check-up completo delle strutture in cemento armato.
“Al momento i tecnici non ci segnalano situazioni di allarme sui 1450 chilometri di strade di competenza della Città metropolitana – dice Andrea Ceccarelli, consigliere della Metrocittà con delega alle infrastrutture – esistono alcune criticità, ma riguardano la manutenzione ordinaria, le buche ad esempio. La tragedia di Genova impone a tutti maggiore attenzione”.
L'esperto: “Va fatta più manutenzione”
A Firenze il Comune ha un cervellone elettronico dove sono schedati i 198 ponti di sua competenza, mentre la Città Metropolitana ha stanziato 5 milioni di euro l’anno per il monitoraggio e la manutenzione di ponti e viadotti. “Per la manutenzione delle infrastrutture, in Italia le regole ci sono, vanno messe in atto – spiega Andrea Vignoli, professore di Scienza delle costruzioni all’Università di Firenze – sul fronte del monitoraggio invece si può fare molto di più, dato che fi no ad oggi è stato utilizzato solo in casi particolari”.
Negli ultimi anni, avverte l’esperto, anche il “meteo pazzo” ci ha messo lo zampino: i fenomeni atmosferici sempre più aggressivi vanno a intaccare gli strati esterni del cemento. “Ponti e viadotti sono progettati per durare in media cinquanta o cento anni, ma questo non vuol dire che fino al termine della vita utile non vadano fatti controlli – osserva Vignoli – servono manutenzione e monitoraggi accurati. I controlli visivi, che certo sono importanti, non possono essere da soli impiegati per dare un giudizio esaustivo. Sono essenziali i controlli strumentali: ora la tecnologia ci permette di installare sensori che possono registrare dati in tempo reale”.
Come stanno i ponti di Firenze?
Tornando alla situazione dei ponti fiorentini, l’Arno sta lentamente scavando sotto il pilone del ponte Vespucci, sul lato di piazza di Cestello: la scoperta è stata fatta nel 2016 dagli esperti dell’Università di Firenze. Da fine agosto è scattata la prima fase dei lavori per rinforzare le fondamenta, per un costo di 1,5 milioni di euro a carico del Comune di Firenze.
E il ponte all’Indiano come sta? “Rispetto al ponte Morandi, l’Indiano è tutta un’altra cosa – assicura il professor Vignoli – non è di calcestruzzo precompresso, ma di acciaio con stralli costituiti da fili d’acciaio. Di recente è stato sottoposto a interventi alla soletta, prima in calcestruzzo non adeguatamente armato, che è stato sostituito con un materiale più elastico e peso equivalente”.
Un occhio dall'alto
Intanto la Toscana da due anni è sorvegliata da una coppia “sentinelle spaziali”. A tenere sott’occhio tutto il territorio sono due satelliti radar, grazie a un progetto del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, finanziato dalla Regione: sotto osservazione continua ci sono due milioni di punti e gli strumenti sono in grado di rilevare eventuali spostamenti.
Nato per vigilare sui movimenti del terreno, ad esempio le frane, il sistema è utile anche per la prevenzione del rischio delle infrastrutture come strade, case, ponti, anche se non tutti possono essere monitorati, perché questo dipende dalle caratteristiche di risposta alle microonde.