Una situazione difficile, in cui nessuno o quasi si sarebbe aspettato di trovarsi e che apre mille diversi scenari.
IL “BISCOTTO”. Diciamolo, la possibilità di passare il turno per l’Italia di Prandelli c’è ancora: “biscotto” a parte, se gli azzurri batteranno la già eliminata Irlanda del Trap le chance di qualificarsi come seconda del girone sono buone. Ma – dopo due pareggi consecutivi, entrambi per 1-1 – l’eliminazione al primo turno dagli Europei non è poi più così impossibile.
AMAREZZA. Se il pari con la Spagna aveva lasciato spazio all’ottimismo in casa azzurri, il sentimento che regna dopo l’altro 1-1 con la Croazia è molto meno felice. “Non sono arrabbiato, ma ovviamente sono amareggiato”, aveva detto ieri Prandelli dopo la partita. Come dargli torto. Tante, troppe occasioni buttate via nel primo tempo e una seconda frazione non all’altezza: troppo, per non lasciare quantomeno amarezza.
IRLANDA. Ora gli azzurri si butteranno a capofitto nella preparazione della gara con l’Irlanda, ma con la spiacevole consapevolezza di non essere più del tutto artefici del proprio destino. L’appuntamento è lunedì prossimo alle 20,45, quando si giocheranno in contemporanea Italia-Irlanda e Spagna-Croazia.
LIPPI. E se l’Italia non dovesse farcela? Per il calcio italiano sarebbe un altro duro colpo dopo l’eliminazione (ancor più clamorosa, visti gli avversari di allora e quelli di oggi) al primo turno anche agli ultimi Mondiali, quelli giocati due anni fa in Sudafrica. Eliminazione che sancì il divorzio tra Marcello Lippi e la nazionale. Cosa succederà, si chiedono in molti, se l’Italia di Prandelli dovesse fare la stessa fine? Difficile dirlo. Il suo cammino da ct era cominciato molto bene, con una brillante qualificazione a questi Europei. Europei iniziati però nel modo più difficile, con la scandalo delle scommesse e il blitz a Coverciano.
SCENARI. In teoria, sulla panchina azzurra non dovrebbero esserci cambi nemmeno in caso di eliminazione al primo turno. Dopo tutto siamo all’inizio di un percorso, con una squadra rinnovata e ringiovanita, e un bilancio vero si potrà tracciare solo al termine dei Mondiali, nel 2014. Ma si sa, nel calcio più delle parole e delle intenzioni contano i risultati. Se poi qualcuno ricorda le parole pronunciate non troppo tempo fa dallo stesso Prandelli (“mi manca il lavoro sul campo di tutti i giorni”, era stato in sintesi il suo pensiero), gli scenari che possono delinearsi non sono poi così definiti.