venerdì, 29 Marzo 2024
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Protestano i detenuti: lenzuola a fuoco

Nella notte e in mattinata sono scattate le proteste di alcuni detenuti del carcere di Sollicciano, che hanno dato fuoco a lenzuola e coperte. Slogan per l'indulto e contro il sovraffollamento della struttura. All'esterno del carcere polizia e carabinieri.

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A Sollicciano è scattata la protesta dei detenuti. Nella notte e in mattinata, infatti, i 950 detenuti del carcere hanno iniziato a dare fuoco a quanto trovavano, soprattutto lenzuola e coperte, e a sbattere oggetti contro le inferriate.

Oltre a questi gesti – tenuti comunque sotto controllo dagli agenti di polizia penitenziaria – i detenuti hanno gridato slogan per l’indulto e contro il sovraffollamento della struttura fiorentina. Fuori dal carcere si sono sistemati anche carabinieri e polizia, ma la situazione appare al momento piuttosto tranquilla.

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DE ZORDO. “L’Amministrazione comunale intervenga subito per garantire le necessarie condizioni igienico sanitarie e nuove strutture per l’applicazione delle misure alternative per i detenuti del carcere di Sollicciano. Solo così Firenze potrà riportare la situazione in condizioni degne di uno Stato civile”. E’ questa la richiesta di Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltracittà. “L’Amministrazione comunale faccia la sua parte e adotti iniziative per risolvere urgentemente l’emergenza perenne che Sollicciano, insieme ad altre strutture nella nostra regione, vive ormai da troppo tempo fra sovraffollamento e mancanza dei servizi essenziali. Per fronteggiare questa situazione il Comune può, secondo le proprie competenze, intervenire concretamente per affermare il principio della totale internità del carcere rispetto alla città”.

De Zordo prosegue chiedendo, in particolare, al Comune di “garantire, attraverso la Azienda sanitaria e la Società della Salute, le condizioni di vivibilità della struttura, oggi del tutto insoddisfacenti, e di applicare finalmente la riforma Bindi del 1999 sul passaggio della sanità penitenziaria al Servizio sanitario nazionale, ribadita dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri del 1° aprile 2008”. “E’ necessario – sottolinea ancora la capogruppo di perUnaltracittà – inoltre garantire l’applicazione delle misure alternative previste dalla legge, di cui molti detenuti, pur essendo nelle condizioni di farlo, non possono oggi usufruire perché non hanno una casa o un lavoro. Per questo – conclude De Zordo – il Comune metta in pratica le opportune politiche sociali, affrontando la più generale e drammatica questione abitativa e dotandosi di una rete di appartamenti per le misure alternative alla detenzione, quanto più possibile autogestiti dagli stessi detenuti”.

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