A PROVA DI CRISI. La spesa totale ammonterebbe dunque a 6,1 miliardi di euro, circa il 21% del fatturato del settore.
”Nel contesto generalizzato della crisi il settore della moda – afferma il presidente di Federmoda/Confcommercio Stefano Borghi – è stato sicuramente tra i più colpiti: le vendite della stagione autunno/inverno hanno registrato un andamento assolutamente debole e di conseguenza le scorte nei negozi sono elevate. L’ampia offerta quindi di prodotti e sconti medi superiori al 40% ci fanno sperare in una stagione di saldi moderatamente positiva”.
I CONSIGLI ANTIFREGATURA. Confcommercio ricorda alcuni principi di base per il corretto acquisto degli articoli in saldo. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Prova dei capi: non c’è obbligo. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.