Respinto il ricorso del Governo: ok della Consulta alla legge regionale sull’immigrazione. “La Legge toscana sui diritti ai cittadini immigrati è una legge all’avanguardia e in perfetta linea con quanto prescritto dalla Costituzione della Repubblicana italiana. La Corte costituzionale ha infatti dichiarato inammissibile e non fondato il ricorso del Governo Berlusconi sulla Legge regionale che norma l’accoglienza, l’integrazione e la tutela dei cittadini stranieri in Toscana. E’ una vittoria della ragione e della civiltà”. Lo ha reso noto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, insieme all’assessore al welfare Salvatore Allocca, dopo che la sentenza è stata depositata presso la cancelleria della Consulta. “Accogliamo con estrema soddisfazione la decisione della Corte – ha continuato Rossi insieme all’assessore – perché stabilisce una volta per tutte la legittimità costituzionale di una normativa basata su principi di eguaglianza e di pari opportunità che ha l’obiettivo dichiarato di rafforzare sul nostro territorio la coesione sociale e la solidarietà tra i cittadini, qualunque sia la loro provenienza”.
LA LEGGE REGIONALE E L’IMPUGNAZIONE DEL GOVERNO. La legge regionale a tutela dei cittadini stranieri era stata approvata dal Consiglio regionale toscano il 9 giugno 2009. Dopo poche settimane, a fine luglio dello stesso anno, era stata impugnata dal Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi per una presunta illegittimità costituzionale dell’articolo 2, commi 2 e 4, e dell’articolo 6, commi 11, 35, 43, 51 e 55. Il Governo sosteneva che la norma regionale contra stava la disciplina dei flussi migratori di competenza esclusiva del legislatore statale e con i principi costituzionali in tema di “diritto di asilo”. Il Governo attaccava la Regione Toscana anche sull’offerta di “servizi socio-assistenziali urgenti ed indifferibili, necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali” e sull’istituzione di “una rete regionale di sportelli informativi” utile a semplificare i rapporti tra i cittadini stranieri e la pubblica amministrazione.
LA SENTENZA NELLA CORTE. Con la decisione di oggi la Corte costituzionale, oltre a rigettare in toto le pretese del Governo Berlusconi, afferma che “la norma regionale in esame non determina alcuna lesione delle competenze legislative statali” e che “lo straniero è […] titol are di tutti i diritti fondamentali che la Costituzione riconosce spettanti alla persona” e in particolare, con riferimento al diritto fondamentale all’assistenza sanitaria, che esiste “un nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana, il quale impone di impedire la costituzione di situazioni prive di tutela, che possano appunto pregiudicare l’attuazione di quel diritto”. Quest’ultimo deve perciò essere riconosciuto “anche agli stranieri, qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l’ingresso ed il soggiorno nello Stato”.
LE REAZIONI. Enrico Rossi ha commentato: “Questa sentenza chiude una lunga polemica, demagogica e strumentale, con quelle forze politiche che in Consiglio regionale hanno ostacolato in tutti i modi la scelta di civiltà compiuta dal Governo toscano con la consapevolezza di agire all’interno dei confini tracciati dalla Carta costituzionale”. Per l’assessore regionale al welfare Salvatore Allocca, “i diritti dei migranti, a partire da quelli sociali e sanitari, sono fondamentali per il rispetto della dignità umana. Oggi non resta altro che rafforzare tutte le azioni volte a rendere pienamente operativa una legge che in tanti aspettano da troppo tempo”.