mercoledì, 30 Aprile 2025
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Rischi ”equini” nel cibo? ”Tornate ad acquistare prodotti artigianali freschi”

''Se i consumatori vogliono essere sicuri di quello che mangiano, farebbero bene a tornare ad acquistare prodotti artigianali freschi, non solo per le occasioni speciali e le feste ma per l’alimentazione di tutti i giorni'': è il consiglio di Piero Stocchi, presidente di Confartigianato Pastai Toscana.

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“Se i consumatori vogliono essere sicuri di quello che mangiano, farebbero bene a tornare ad acquistare prodotti artigianali freschi, non solo per le occasioni speciali e le feste ma per l’alimentazione di tutti i giorni”: è questo il consiglio di Piero Stocchi, presidente di Confartigianato Pastai Toscana, che interviene dopo le segnalazioni dei casi della carne di cavallo non dichiarata all’interno di alcuni alimenti.

L’OFFERTA. “Da alcuni anni stiamo assistendo – prosegue Stocchi – a una corsa per globalizzare e uniformare l’offerta a scapito della qualità, del gusto e soprattutto del controllo di filiera che favorisce le multinazionali e porta periodicamente a scandali come quello di queste ultime settimane. Dall’altro c’è il crescente interesse, da parte dei consumatori, in tema di biodiversità e prodotti a chilometri zero per opera e merito soprattutto dei piccoli pastifici che lavorano pasta fresca. Un lavoro straordinario e sempre più apprezzato, frutto di un mix sapiente di tradizione, conoscenza, opera delle mani e ricerca di prodotti di qualità e soprattutto territoriali”.

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LEGGI. “E’ assolutamente necessario – sottolinea Stocchi – che vi siano leggi adeguate che aiutino le persone a distinguere le diverse produzioni. L’Unione Europea, ad esempio, farebbe bene a intervenire sul grande scippo che è stato operato ai danni della piccola impresa artigiana con l’abrogazione della norma che fissava, in cinque giorni dalla data di produzione la durabilità della pasta fresca. E’ stato questo un grosso regalo alle multinazionali che ha annullato le differenze tra il prodotto artigiano e quello industriale, pregiudicando la capacità del consumatore di poter scegliere. Chissà che questo scandalo – conclude Stocchi – possa portare ad una ridenominazione delle paste sfuse in pasta fresca e pasta fresca pastorizzata dove, ovviamente, è solo la pasta fresca quella che garantisce ai consumatori tutte le peculiarità e le caratteristiche organolettiche del vero prodotto artigianale italiano”.

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