giovedì, 28 Marzo 2024
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Roberta Ragusa, un caso che non deve essere dimenticato

Roberta Ragusa è scomparsa lo scorso 13 gennaio dalla sua abitazione di Gello, nel comune di San Giuliano Terme. Da allora non si hanno più sue notizie. Le amiche e i parenti hanno il timore di trovarsi di fronte all'ennesimo caso senza soluzione.

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Roberta Ragusa è scomparsa lo scorso 13 gennaio dalla sua abitazione di Gello, nel comune di San Giuliano Terme. Da allora non si hanno più sue notizie. Le amiche e i parenti hanno il timore di trovarsi di fronte all’ennesimo caso senza soluzione.

LA NOTTE DELLA SCOMPARSA. Mentre la Costa Concordia urtava gli scogli dell’Isola del Giglio e migliaia di persone cercavano di mettersi in salvo, Roberta Ragusa scompariva da casa, a Gello. Così come le ultime due vittime del gigante dei mari devono ancora essere ritrovate, anche Roberta risulta ancora scomparsa. La differenza tra i due casi sta nel fatto che, tutto sommato, i due corpi della Concordia, sappiamo dove si trovano. Di Roberta Ragusa, invece, non abbiamo alcuna notizia. L’unica certezza è che è scomparsa la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua abitazione e, prima di andarsene per sempre, stava scrivendo la lista della spesa. Una lista che ha gettato ancor più sospetti e dubbi sul caso.

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LA FAMIGLIA LOGLI. Ma i dubbi su questa così insolita ma ”comune” scomparsa, sono nati subito, a partire dal matrimonio di Roberta e Antonio, genitori di due bambini, Daniele e Alessia. Una famiglia che, agli occhi dei conoscenti, appariva normale. In realtà i due portavano avanti un matrimonio in crisi a causa della relazione segreta che Logli aveva con la segretaria 28enne dell’autoscuola, Sara Calzolaio. Roberta, molto prima della scomparsa, aveva manifestato alle amiche il suo malessere e i sospetti che aveva verso il marito, pur non essendo a conoscenza dell’identità dell’amante. Pare anche che ad una cugina, pochi giorni prima di sparire, avesse confessato il suo desiderio di chiedere il divorzio. Ma, più di ogni altra cosa, a turbarla, fu quella caduta dalle scale della soffitta, avvenuta il 10 gennaio scorso, mentre stava riordinando gli addobbi di Natale insieme al marito. I due erano sulla scala quando Antonio perde l’equilibrio e urta Roberta che cade per terra battendo sul pavimento. La donna, che al momento della scomparsa aveva 45 anni, ha avuto il sospetto che quella caduta non sia stata accidentale, ma provocata. Un turbamento, anche questo, confessato alle amiche, una delle quali il 14 gennaio le inviò un sms con scritto ”Ciao Robi. Come stai dentro e fuori?”. Un messaggio che non lascia dubbi, Roberta soffriva.

”ARCHIVIAZIONE”. Archiviazione, se riferita ad un caso di scomparsa o omicidio, è una parola che terrorizza tutti. In questo caso, ad essere terrorizzati dalla possibilità che il caso venga archiviato, sono soprattutto le amiche e i parenti di Roberta. Una paura che è alimentata dalle scarse prove sul caso. Unico indagato per omicidio volontario resta Antonio Logli, ma su di lui nessuna prova che lo possa incriminare. Le tracce biologiche sull’auto di Antonio Fusi, il pontederese 62enne, non appartenevano a Roberta, quindi non era lei la donna alla quale avrebbe dato un passaggio. Le varie testimonianze e i numerosi avvistamenti si sono rivelati errati e le ricerche non hanno mai portato alla luce indizi o tracce che potessero portare gli inquirenti verso la soluzione del caso. Adesso dobbiamo solo aspettare i risultati della comparazione del Dna sugli abiti ritrovati nei boschi di Montaione.

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