Mi vuole bene e io ne voglio a lei. E dato che è un cane, per quanto bene le voglia, non riuscirò a spiegarle perché al giardino dedicato a lei e ai suoi amici dove fino ad ora ha corso, giocato e salterellato, non ce la posso più portare. Non so come spiegarle che quell’uomo con cui la sua padrona aveva avuto una diplomaticissima conversazione telefonica nel dicembre 2007 non ha mantenuto la sua parola e ha deciso comunque di chiudere un’area cani, in un periodo in cui la tendenza generale, ma della Regione Toscana in particolare è quella di avere un occhio di riguardo in più per i nostri troppo spesso trascurati amici a quattro zampe.
“Quell’uomo” è il presidente del quartiere 4, sig. D’Eugenio, persona civile nel misurare le sue parole, umana nell’esprimere le difficoltà del suo lavoro. L’ex area cani di cui parlo è quel fazzoletto di terreno tra via Margaritone d’Arezzo e Via dell’Olivuzzo: circa 1000 mq di prato e chiazze di nuda terra dove non cresce niente perché c’è troppa ombra, con una fontanella rotta da mesi (l’acqua per i cani la portano i padroni) e niente illuminazione notturna. La storia di questo fazzoletto di terra è triste, non va mai bene com’è. Prima di essere un’aera cani era una macchia incolta di erba alta, senza panchine e un viottolo di fango ad attraversarlo: non andava bene, la gente si lamentava di quello spazio maleodorante e dalla dubbia estetica. Poi divenne area cani: erba tagliata, una fontanella, tre panchine, un passaggio lastricato ad attraversarlo, cancelli a chiuderlo in modo che i cani non scappassero per strada o dessero noia ai passanti, cestini dove buttare gli escrementi dei cuccioli. Non un paradiso, ma qualcosa dall’aspetto decente. Non è andato bene neanche così perché qualsiasi cosa venga fatta o non fatta, trovi sempre qualcuno a cui non va bene.
In tutti questi anni in cui quel fazzoletto di terra era area cani, alcune, poche persone con cadenza regolare di almeno una volta a settimana si sono fatte sentire ai telefoni del Quartiere 4 per denunciare l’abbaiare dei cani. Abito anch’io vicino all’area cani di via Margaritone e quando i cani abbaiano li sento. Premettendo che questo “rumore” non si protrae durante tutto l’arco del giorno ininterrottamente (è molto più frequente l’autobus che passa sotto le mie finestre facendole tremare nonostante i doppi vetri) e che forse sono un po’ di parte, io credo che ci voglia molta civiltà e un’infinita dose di tolleranza per vivere in una comunità. Nel caso non si sia disposti a fare dei compromessi, come sopportare l’autobus che passa, convivere con il condomino che scuote la tovaglia sui tuoi panni stesi, sopportare l’occasionale abbaiare dei cani credo che l’unica soluzione sia trasferirsi in un eremo (e anche qui tali persone credo arriverebbero a lamentarsi del troppo silenzio).
Provo anche a mettermi nei panni di queste persone e lo hanno fatto anche tanti dei frequentatori dell’area cani: ascoltare l’abbaiare dei cani giorno e notte, sebbene discontinuo, non è sopportabile. E’ per questo che credo tutti padroni di quattro zampe ci siamo impegnati per diverso tempo ad effettuare una chiusura notturna del giardino. Il nostro compromesso è stato quello di prenderci un impegno, organizzare i turni per la chiusura e l’apertura estate e inverno, feriali e festivi, non frequentare il giardino nelle sere estive (che talvolta sarebbe stato l’unico momento per uscire di casa senza svenire dal caldo), cercare di zittire i cani quando si trovano nell’area, raccogliere gli escrementi e provare a mantenere l’area in uno stato più che decoroso. Questo è stato il nostro compromesso, ma non è bastato. Forse la colpa è una concomitanza di ragioni: l’intolleranza di alcune persone, l’inciviltà di alcuni proprietari dei cani che non rispettando alcune regole base del vivere civile ci fanno sembrare tutti una massa di sporcaccioni che seminano cacche di cane. Ma non è così. Ci sono tante persone civili che raccolgono gli escrementi dei loro amici a quattro zampe, così come ci sono tante persone molto più che tolleranti (non proprietari di cani) che vorrebbero che l’area rimanesse aperta.
Durante la mia conversazione con il Sig. D’Eugenio mi furono comunque espressi anche dei problemi logistici nel merito dei quali non voglio e non posso entrare data la mia ignoranza in materia. Voglio credere che siano stati unicamente quelli a determinare il cambio di destinazione dell’area cani in un semplice giardino pubblico in una zona dove si trovano altri tre giardini pubblici per anziani e bambini (il più vicino a circa 40 m. di distanza da via Margaritone e il più lontano a 200 m.), perché pensare che solo un gruppetto di incivili e intolleranti possa aver recato questo danno mi rende veramente triste. Al di là di questo, mi era stato comunicato che per non rimanere senza area cani in una zona ad alta concentrazione degli stessi si stava realizzando una nuova area tra via di Soffiano e via dell’Olivuzzo e che fino alla sua apertura, l’area di via Margaritone non sarebbe stata chiusa. Beh, così non è stato. L’area di via Margaritone ha cambiato destinazione d’uso e l’altra area è ancora chiusa. Non solo: non verrà mai aperta. Qual è la nostra unica soluzione? Recarsi tutti all’area cani di via Nicola Pisano che è già frequentatissima da tanti altri cani o prendere la macchina e andare all’area di via Canova. Queste sono le soluzioni sia per gli anziani proprietari di cani che magari che hanno difficoltà a fare lunghi spostamenti (ma che sono così fortunati da avere un cane da accudire che dia loro un’alternativa al rimbambimento davanti alla tv), sia per le persone che lavorano che non possono permettersi ogni volta che portano fuori il cane di tenerlo un’ora a camminare per fargli fare moto.
Il punto 1 dell’art. 19 sulla tutela degli animali dice: “Chi tiene un cane dovrà provvedere a consentirgli, ogni giorno, l’opportuna attività motoria”. Conosco la mia Mina e tanti altri cuccioli vivaci come lei: una passeggiata di 20 minuti 4 volte al giorno non è la sua “opportuna attività motoria”. E i rapporti sociali tra gli animali? Se non possono giocare, correre insieme, confrontarsi, non saranno mai cani al 100%. Il primo consiglio che un veterinario dà a chi ha appena preso un cucciolo e quello di farlo socializzare, giocare con gli altri cani per permettergli una sana crescita anche psicologica. Sono animali da branco, tenerli isolati equivale ad una violenza.
Sono intristita da questa vicenda. Io, come tanti altri siamo persone civili, o almeno ci proviamo con tutte le nostre forze: lavoriamo, paghiamo le tasse, cerchiamo di vivere in una comunità con il senso di civiltà che tanto viene predicato, non limitiamo l’affetto alla nostra specie, ma lo ampliamo ad esseri viventi di specie diverse, decidiamo anche di non andare in ferie se non possiamo portare tutta la nostra famiglia con noi, perché solo l’idea di quei due occhi che ti guardano mentre lo abbandoni ci fa accapponare la pelle. Ma qualsiasi cosa facciamo saremo sempre cittadini di serie B. Però vi dico una cosa: non mi sento di serie B così come non mi voglio sentire appartenente a nessuna serie perché penso che la lotta di classe avveleni la civiltà.
Un uomo che di caste se ne intendeva una volta disse: La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. Si chiamava Mohandas Karamchand Gandhi, il Mahatma. Qual è il nostro progresso morale del nostro piccolo quartiere adesso?
Laura Celli