venerdì, 29 Marzo 2024
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Scambisti, un mondo nascosto

Scambisti, un mondo nascosto

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Luci spente nel lungo e stretto corridoio, soffusi barlumi accennano i letti consumati nelle stanzette che si susseguono. Vagano coppie, uomini e donne in cerca di uno scambio di partner. Single, uomini, per lo più, senza una meta precisa. Il silenzio, sull’eco delle note che arrivano dalle scale, è violato solo dall’ansimante godere e dai sussurri degli approcci. “I tempi sono cambiati -intonano una discussione due coppie veterane- qualche anno fa ci si divertiva veramente. C’era molta più gente, quasi da non poter passare. Si andava da una stanza all’altra ed era molto più immediata l’intesa”. Chiarisce e poi si corregge il prestante quarantenne, imprenditore in carriera: “C’era voglia di “trombare” (ops), scusate “di fare l’amore”” .

Una stonante forma di rispetto che si accorda però con il loro spirito: “Se non ti senti pronto o non ti va di fare qualcosa, non ti devi sentire obbligato. Ci mancherebbe altro. Si fa perché vuoi farlo veramente”. Vanno alla ricerca di una consapevole e voluta complicità di eccitamento. A volte le coppie giocano fra loro e poi ognuna si apparta senza scambio. Sfuggire alla noia di una relazione che comincia a sentir pesare gli anni passati? “Siamo sposati da 27 anni -racconta una donna, una mamma di due figli, 17 e 26 anni- le cose cambiano, si appiattisce tutto”. E allora si ricerca la novità, nel locale o a casa, l’importante è “farlo strano”. “Tutto è cominciato quando lui mi ha tradita -continua- sono stata molto male quando l’ho scoperto. E subito dopo mi ha proposto di frequentare questo tipo di locale, mi ha sconvolta ancora di più. Poi però ci ho pensato, così non mi tradisce più”.

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La consapevolezza sembra fare la differenza. Però resta comunque difficile separare il sesso dall’amore: “Sono gelosa da sempre -dice un’altra donna, estetista, chiacchierona e solare- quando vedo che è un po’ troppo preso, me lo porto via. Una lo ha chiamato addirittura “orsacchiotto”. “Orsacchiotto” a chi?!”. Ed è proprio il gentil sesso a restare attaccato al sentimento, mentre è il maschio a vivere la situazione con estrema scioltezza e distacco: “Ora fra di noi non si litiga più”, dice soddisfatto un direttore d’impresa.

Voglia di trasgressione? Non per queste coppie sessantottine, che si portano dietro il desiderio di libertà. Sembra esserlo però per i più giovani, misto alla curiosità e all’affanno di una ricerca invano. “Guardano, ma la maggior parte delle volte non fanno”, racconta una donna. L’evasione è il luogo: la vista, l’udito e l’immaginazione. Non si consumano alcolici perché l’adrenalina scorre già naturalmente nelle vene. Al piano di sotto la musica cambia. Suoni dolci e romantici accompagnano l’illusione del sentimento, ma l’odore che resta è quello del sesso.

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Scambisti: a passeggio tra i gironi

Il paradiso era una stanza bianca illuminata da un grande lampadario neo-barocco. Erano bianchi il pavimento, le pareti e i drappi del baldacchino che delimitava una zona più appartata. In questo candore si aggiravano uomini distinti, donne di mezz’età in abiti succinti, venticinquenni vestiti all’ultima moda: coppie alla ricerca di altre coppie, ma anche single che venivano qui solo per guardare. Nella stanza bianca le coppie cenavano, chiacchieravano, ballavano. Gli uomini osservavano attenti signore impegnate in passi ammiccanti. Inviti ad avvicinarsi o ad estinguere la sete di voyeurismo. Sì, perché questo “paradiso” altro non era che l’ingresso di un locale di scambisti che si trovava nel centro di Firenze. Ora si è spostato fuori città. Il Reporter c’è stato a poche settimane dal cambio di gestione. Questo reportage è il risultato della nostra visita:

Suoniamo il campanello e la porta, un po’ nascosta, sembra spalancarsi automaticamente. In realtà ad aprirla è il buttafuori, un ragazzo elegante e dalla statura imponente. La “hall” del locale ha un sapore ovattato e porta ad un bancone simile a quello di un albergo. Sbuca una donna dal sorriso smagliante che ci illustra come “funziona” il locale. Per entrare bisogna diventare soci, cioè lasciare la carta d’identità, firmare un modulo e pagare 30 euro. Una volta completata l’iscrizione, veniamo accompagnati al bancone bar del “paradiso” lasciandoci con l’augurio “godetevi la serata”. Dopo poco una cinquantenne fasciata in un vestito di lattice e con un collare borchiato si avvicina. “Sei Fabio?”, chiede. La risposta è no, e allora lei si scusa spiegando che sta cercando la coppia con la quale lei e suo marito si sono dati appuntamento. Una coppia che loro non hanno mai visto prima.

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Mentre gli avventori ballano sempre più disinibiti e scherzosi, ci inoltriamo nel “purgatorio” senza accorgerci di stare invertendo il cammino di Dante Alighieri. Qui ogni particolare gioca sulle sfumature del rosso. L’atmosfera diventa decisamente più calda. Carta da parati oltre la quale si alternano stanze aperte.

Un limbo aperto ai sogni erotici più segreti. Nella cosiddetta “suite” due donne sono impegnate in una fellatio. Una coppia si masturba a vicenda e un uomo osserva con attenzione. Non è il solo a guardare. Fuori dalla stanza, aggrappati alle grate che chiudono due finestrelle, ci sono tre single: un quarantenne e due ragazzi.

Nonostante la “temperatura” continui a salire, capita di dover soddisfare un piccolo bisogno fisiologico. I bagni sono una sorta di confessionale, dove le coppie parlano delle loro vite fuori dal locale. “Mia figlia sabato ha bevuto due bicchieri di vino a stomaco vuoto e si è sentita male”, si sente raccontare da una donna. “Ha 20 anni, per me si può anche ubriacare. Ma l’importante è che non prenda la macchina”. Due uomini parlano – manco a dirlo – di calcio, e in particolare dell’Inter che “quest’anno è una squadra schiacciasassi, nessuno gli può stare dietro”. Usciamo dal bagno e la nostra attenzione cade su una scaletta che porta al piano superiore. Saliamo e ci ritroviamo in una dark room. Trenta secondi dopo ci accorgiamo di non essere da soli. Una coppia di mezza età raggiunge la stanza e, mentre passa davanti a noi, la donna tenta un approccio velato con uno sguardo indagatore. La situazione diventa di colpo complicata, forse è meglio scendere e tornare nel più “sicuro” purgatorio. Ci dirigiamo verso l’ultima tappa del nostro cammino: l’inferno. Anche qui un susseguirsi di stanze, tutte nere, per dare sfogo ai giochi lussuriosi della clientela scambista. La “playroom” per eccellenza è uno spazio raccolto in cui troneggia una grande seduta nera che ricorda le poltrone da dentista. Al momento l’inferno è desolatamente vuoto, tutti sono affaccendati tra paradiso e purgatorio, e a noi non resta che salutare i nostri ospiti e andare via. E quindi uscimmo a riveder le stelle…

L’intervista

Il buttafuori: “Pochi fiorentini. Hanno paura di essere scoperti”

Parla velocemente. A volte sembra titubante, ma descrive le situazioni con la sicurezza di chi le ha vissute da vicino. Assaporandone l’intensità. Il buttafuori di un locale fiorentino per scambisti preferisce mantenere l’anonimato.

Che tipo di clientela frequenta il locale?

Gente di tutti i tipi. Persone di mezza età ma anche ragazzi giovani, sotto la trentina. Certamente è gente che non ha problemi di soldi. Tanti liberi professionisti. Notai, dentisti, medici, commercialisti. Anche calciatori e politici.

Di Firenze?

I fiorentini sono pochi perché hanno il timore di essere scoperti da conoscenti e amici. Vige ancora una sorta di bigottismo che impedisce alle persone di vivere in libertà le loro scelte. I fiorentini che vengono prendono delle precauzioni, come lasciare la macchina molto lontana dal locale e farsi accompagnare.

Allora da dove vengono?

Soprattutto Livorno, Viareggio, Arezzo. Qualcuno da Roma.

Nel weekend c’è movimento?

Tantissimo. Il locale si riempie sempre. Molte coppie si conoscono, come in una grande comitiva, e si incontrano qui nel fine settimana.

Gira droga?

No. Forse qualcuno la consuma prima di entrare ma nel locale non se ne trova.

E viagra?

Si, quello si. Non si potrebbe fare altrimenti. Come si può pensare di avere un così elevato numero di rapporti a sera senza nessun “aiutino”. Mi riferisco soprattutto alle persone di mezza età.

Il costo dell’ingresso è uguale sia per le coppie che per i single?

No. Le coppie pagano all’incirca 30 euro. I single 150 euro e non riescono sempre ad entrare. Dipende dal numero di coppie che ci sono all’interno. Dato che i single nella quasi totalità dei casi sono uomini, bisogna che il totale venga bilanciato dalle coppie.

Cosa cerca chi frequenta questo locale?

Cerca di divertirsi. Ama cambiare partner, fare sesso di gruppo e, perché no, anche solo guardare.

Articolo di: Federica Sanna, Matteo Francini, Paolo Ceccarelli e Ludovica Zarrilli

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