Una proteina in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali: nasce da una collaborazione tra l’Università di Siena e quella di Modena il farmaco che potrebbe rivoluzionare la cura del carcinoma ovarico, una delle forme più diffuse.
ENZIMA. I ricercatori hanno individuato alcuni peptidi (“unità” che compongono le proteine, per i non addetti ai lavori), in grado di inibire un enzima essenziale alla crescita delle cellule tumorali. Si tratta di un meccanismo nuovo rispetto a quello dei farmaci attualmente in uso contro i tumori. Uno studio clinico pilota sarà adesso avviato presso la Struttura Complessa di Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Ma il tutto è già stato brevettato dagli atenei di Siena e Modena.
DIFFUSO. Il tumore ovarico è il sesto più diffuso. Colpisce oltre 200.000 donne ogni anno nel mondo ed ha incidenza maggiore nei paesi industrializzati. E’ caratterizzato da alta mortalità a causa di una frequente diagnosi tardiva e del rapido sviluppo di resistenza ai farmaci. Alcuni farmaci antitumorali di importanza clinica, largamente impiegati nella chemioterapia, inibiscono l’enzima timidilato sintasi, tuttavia l’uso di questi farmaci è accompagnato dall’insorgenza di resistenza. Il peptide allo studio adesso si basa su una strategia diversa, che potrebbe risolvere al problema della resistenza, aprendo la strada a nuovi e più efficaci terapie.