“Per alcune persone – ha detto Pierli – con insufficienza respiratoria grave o in età avanzata, questa nuova tecnica rappresenta l’unica chance di vita“. Il direttore ha poi spiegato come viene eseguito l’intervento: “la nuova valvola aortica biologica viene posizionata per via percutanea, inserendo nella zona inguinale un catetere che attraversa l’arteria femorale sino ad arrivare al cuore, in anestesia locale. A questo punto la nuova valvola si attacca a quella ormai malata e la sostituisce“.
Si tratta di una soluzione terapeutica importante perché quando l’aorta, soprattutto a causa delle calcificazioni, non funziona più bene, il cuore perde la sua forza e riduce la portata del sangue agli altri organi che subiscono danni rilevanti, sino ad arrivare ad una situazione di scompenso cardiaco.
“Negli ultimi otto mesi di applicazione della metodica nel nostro policlinico – conclude Pierli – abbiamo effettuato 16 impianti di protesi aortiche percutanee ma prevediamo di arrivare a circa 40-50 impianti entro la fine del 2010, viste le numerose richieste anche da fuori regione”.