Ammontano a 28 milioni di euro le risorse che la Regione ha deciso di investire nel PRRM, piano regionale per il risanamento e il mantenimento della qualità dell’aria 2008-2010. A queste si aggiungono le risorse statali, per un totale di circa 43 milioni di euro. Il piano interverrà su mobilità, riscaldamento, attività produttive, informazione e sensibilizzazione, puntando alla riduzione delle emissioni con politiche integrate che coinvolgono più settori. Ne ha parlato l’assessore Anna Rita Bramerini alla commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Erasmo D’Angelis, che ha deciso di attivare le consultazioni entro la fine del mese, per portare il Piano al voto dell’Aula appena possibile.
“Servono segnali forti, la situazione è grave ed è inutile andare avanti a palliativi – ha commentato D’Angelis (Pd) – Il piano regionale è convincente ma soprattutto a noi servono serie politiche nazionali. Qui possiamo far fronte alle emergenze locali, ma se tra i caselli di Firenze Sud e Firenze Nord dell’autostrada continuano a transitare ogni anno 100 milioni di veicoli con un aumento annuo del 3%, c’è poco da fare: occorrono interventi strutturali, bisogna potenziare treni, tramvie, metropolitane di superficie, incentivare i carburanti ecologici, e sono interventi che richiedono una cornice nazionale con risorse”. “E’ inutile passarsi la palla da un governo all’altro – aggiunge il vicepresidente della commissione, Andrea Agresti (An) – Pensare che da un momento all’altro sia possibile invertire la tendenza è assurdo, ma da qualche parte bisogna cominciare. Il traffico veicolare pesa ma pesano ancor più le caldaie: e allora, la Regione cominci in modo perentorio dagli interventi sugli edifici pubblici, e poi incentivi misure anche sugli altri settori”. “Il piano regionale – ha aggiunto – contiene una serie di dati utili, che però si fermano per lo più al 2005: ci vorrebbe invece è un aggiornamento continuo della situazione, per poter intervenire anche con la flessibilità necessaria”.
I DATI
Questi alcuni numeri contenuti nella documentazione presentata dall’assessore: dal 1995 al 2005 le emissioni di PM10 sono diminuite del 2%. Migliora la situazione sulla mobilità e sull’industria, mentre sul fronte del riscaldamento le emissioni in dieci anni sono costantemente aumentate. Le 24 centraline di rilevamento dello smog hanno fatto segnare nel 2007 717 casi di sforamento dei limiti: nel 2000 i casi erano 1280. Dal 2002 al 2006 i Comuni con valori di inquinanti superiori ai limiti di legge sono passati da 32 a 20. La situazione complessiva quindi migliora, ma ancora molto resta da fare. “Il piano ha l’obiettivo di mettere in sinergia i diversi interventi da perseguire, fornendo un quadro di coerenza alla programmazione – ha affermato l’assessore – Fra le misure che introdurremo, l’incentivazione fiscale per i veicoli a GPL e metano, la sperimentazione dei filtri antiparticolato per i mezzi del trasporto pubblico locale, gli interventi per la sostituzione delle vecchie caldaie, i limiti di emissione per i nuovi impianti produttivi nelle aree di risanamento”.
“E’ da tempo che l’opposizione denuncia l’insufficienza degli interventi – ha ricordato Paolo Marcheschi (Fi-PdL) – Quello delle polveri sottili è un problema complesso, che riguarda il traffico ma riguarda anche altri settori, a partire dalle attività produttive. In questi anni abbiamo visto che blocchi del traffico, targhe alterne, ticket di ingresso alle città servono a poco. Per capire dove intervenire serve allora una sforzo maggiore anche sul fronte della ricerca”. “Non ho molta fiducia nelle azioni del Governo – ha detto Mario Lupi (Verdi) – A livello regionale dovremmo agire su più livelli, nel micro e nel macro, mettendo insieme ad esempio la diminuzione del traffico, l’incentivazione alla filiera corta per evitare trasporti inutili, l’efficienza energetica, le energie rinnovabili”. Monica Sgherri (Prc) ha ricordato una recente ricerca dell’Organizzazione mondiale di Sanità secondo cui, se anche tutti gli interventi strutturali previsti a Firenze per rientrare nei limiti di legge fossero messi in atto, gli sforamenti ci sarebbero lo stesso. “Una questione che andrebbe approfondita”, ha affermato, ribadendo poi una preoccupazione particolare per l’area della piana fiorentina. Bruna Giovannini (Sd) infine ha messo l’accento sulla necessità di politiche “interdipartimentali” che permettano azioni più complessive. “Se si tolgono collegamenti ferroviari primari a città importanti, come Arezzo ma non solo – ha detto – Come possiamo poi pensare di intervenire per limitare il trafficio privato su gomma?”. La commissione tornerà ad occupersi del piano con le consultazioni fissate per la fine del mese.