mercoledì, 11 Dicembre 2024
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Soli e disoccupati, crescono i nuovi poveri in Toscana

Anziani, disoccupati, persone sole e stranieri. Sono soprattutto loro a rivolgersi alla Caritas in cerca d'aiuto. E sono sempre di più. La presentazione del Dossier Caritas 2009 lascia poco spazio all'immaginazione.

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Cresce costantemente il numero di coloro che si recano ai centri, spinti da problemi di natura economica, mancanza di lavoro o di casa. Continuano a prevalere gli stranieri. Sette italiani su 10 sono single, separati, divorziati o vedovi e 3 su 10 vivono da soli. Gli stranieri sono in maggioranza sposati. Ancora elevato il disagio abitativo e occupazionale. Tra le richieste resta sempre alta quella per beni e servizi materiali e per interventi sanitari o legati all’igiene personale.

Aumentano le famiglie che fanno fatica a cavarsela da sole, aumentano i disoccupati, aumentano i nuovi poveri –  commenta l’assessore regionale al sociale Gianni Salvadori – . É una situazione drammatica per migliaia di persone eppure la Regione cerca in tutti i modi di attutirne gli effetti investendo nuove risorse, ma soprattutto di indirizzarle nel modo più corretto, questo grazie anche a questo fondamentale strumento realizzato dalla Caritas. La crisi – aggiunge l’assessore – ha eroso la base sociale del welfare, ovvero le famiglie, indebolendone la tradizionale funzione redistributiva nei confronti dei soggetti più deboli. Il vero assente in tutto questo è il governo che decide di tagliare i fondi per i servizi sociali: per la Toscana 44 milioni di euro in meno rispetto al 2007“.

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Non solo un sostegno materiale, dalla ricerca risulta che sempre più persone si rivolgono ai Centri di Ascolto anche per consigli, consulenze legali o semplicemente il bisogno di qualcuno con cui parlare. “E’  il sintomo evidente di un disagio crescente, che non si limita agli stranieri. Lo scenario che ogni anno viene tratteggiato dal Dossier – spiega  Stefano Simoni, coordinatore della ricerca  – è soltanto la punta di un iceberg, tante situazioni sono sconosciute ai servizi sociali. E rivolgersi a questi, per tante persone diviene difficile, prevale la vergogna. Ma questo vale anche per i nostri centri: molti operatori, come si legge nel Dossier, dichiarano che tante persone, soprattutto italiane, non li frequentano per questioni di dignità”.

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