martedì, 26 Novembre 2024
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Spaccio vicino a scuole e giardini: ”Tra i clienti anche minorenni”

Fermati a Empoli dalla polizia due cittadini nigeriani: sono entrambi accusati del reato di spaccio continuato in concorso di sostanze stupefacenti.

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Due uomini sono stati fermati dalla polizia con l’accusa di spaccio.

SPACCIO. Avrebbero spacciato hashish e marijuana ai giovani, fissando appuntamenti nei pressi dei giardini pubblici e delle scuole dell’empolese. Tra i loro clienti – spiegano dalla Questura – ci sarebbero stati anche minorenni. E’ quanto emerso a Empoli a conclusione di una complessa attività investigativa della polizia. Questa mattina gli uomini del commissariato cittadino diretto da Maurizio Di Domenico hanno catturato due cittadini nigeriani, accusati entrambi del reato di spaccio continuato in concorso di sostanze stupefacenti e per questo destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Firenze.

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INDAGINI. Un’articolata attività investigativa con lunghi appostamenti e pedinamenti, che ha portato gli inquirenti a individuare i due cittadini stranieri ritenuti responsabili dello spaccio e a ripercorrere la loro attività, ricostruita dal giugno scorso al febbraio di quest’anno. Nel corso delle indagini, la polizia ha denunciato anche un terzo cittadino nigeriano per concorso in spaccio e sequestrato oltre 60 grammi di sostanza tra marijuana e hashish.

PERQUISIZIONI. Le perquisizioni di stamani nei confronti dei tre indagati hanno portato al sequestro a casa di uno dei tre nigeriani di 100 grammi di marijuana già confezionati in 60 dosi, pronte a essere smerciate su piazza, e di una bilancina di precisione. Il ritrovamento dello stupefacente ha ulteriormente aggravato la posizione dell’uomo che, dai domiciliari, è finito così a Sollicciano, con una nuova accusa di detenzione ai fini di spaccio. In carcere anche l’altro suo connazionale, già menzionato nell’ordinanza del Gip fiorentino: al momento del suo arresto l’uomo non aveva una fissa dimora, circostanza che – concludono dalla Questura – ha reso necessaria la sua traduzione presso l’istituto di detenzione del capoluogo toscano.

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