Prima il 2023, poi il 2024 e adesso un grande punto interrogativo sul quando: dopo il cambio delle frequenze, non è ancora chiaro il calendario dello switch off definitivo per l’arrivo del nuovo digitale terrestre Dvb-T2. Una prima data c’è e riguarda la Rai, ma ancora manca una roadmap precisa sul passaggio completo al sistema di trasmissione televisivo che rispetterà il nuovo standard europeo. Per chiarirci le idee e capire quando ci sarà lo switch off tv, ricapitoliamo le varie tappe, perché questa rivoluzione tecnologica nel nostro Paese è avvenuta con passi progressivi.
- Tutti i canali (o quasi) in HD
- Refarming, cambio di frequenza dei canali
- Switch off per i canali tv in SD
- Switch off tv definitivo, nuovo digitale terrestre nel 2024 o nel 2025?
- La Rai e il passaggio al nuovo digitale terrestre di un Mux
I canali tv sono in HD
Facciamo quindi un passo indietro. Le cose sul piccolo schermo sono iniziate a cambiare l’8 marzo 2022, da quando la stragrande maggioranza dei canali tv del digitale terrestre è stata trasmessa solo in HD, ossia in alta definizione grazie alla codifica MPEG-4: si tratta di un passo preventivo che ha spianato la strada allo switch off definitivo, ossia lo spegnimento del vecchio segnale in favore del nuovo standard Dvb-T2, che usa appunto la codifica MPEG-4.
Soltanto i principali canali nazionali come quelli di Rai, Mediaset, La 7, oltre a Tv8 e Nove, sono stati lasciati temporaneamente in definizione standard (MPEG-2) e poi “spenti” successivamente (vedi sotto il punto 3).
Refarming: il cambio di frequenza dei canali tv (e la risintonizzazione)
In seguito, con un calendario diverso a seconda della regione, è avvenuta la riorganizzazione delle frequenze tv (chiamata in gergo refarming), ma anche questo non è stato lo switch off verso il digitale terrestre Dvb-T2. In sostanza i segnali trasmessi sulla banda dei 700 Mhz sono stati traslocati altrove per fare spazio al segnale 5G dei telefoni cellulari. Un processo, che a parte la necessità di risintonizzare il televisore, non ha provocato grandi disagi agli utenti e che si è concluso nel giugno del 2022, con date diverse a seconda della zona d’Italia. Per questo la numerazione automatica è cambiata leggermente nel corso dei mesi.
Quando il primo “switch off” verso il nuovo digitale terrestre: cosa è cambiato con l’HD
Qualcosa è cambiato invece, per chi ha un televisore o un decoder molto vecchio, da quando è scattata la terza fase di avvicinamento allo switch off tv per il nuovo digitale terrestre: dal 21 dicembre 2022 è iniziata la dismissione dei canali in bassa definizione (ad esempio quelli che si trovavano dal numero 500 al 509 del telecomando) con la migrazione all’HD (alta definizione). La codifica MPEG-2, su cui si basavano le trasmissioni in passato, è stata abbandonata del tutto. A causa di problemi tecnici, Rai 3 ha finito la transizione all’HD solo qualche mese dopo.
Dunque chi ha un televisore vetusto, che non è compatibile con i canali in alta definizione, per non restare completamente al buio deve dotarsi di un nuovo decoder o di una nuova tv. Attenzione però, questo non è stato lo switch off definitivo verso il nuovo digitale terrestre: gli utenti che hanno televisori compatibili con l’HD, ma non con il Dvb-T2 (ossia la tv digitale di nuova generazione), e che ricevono senza problemi già oggi tutti i canali, continueranno a poter vedere l’intera programmazione fino alla data fatidica dello switch off, presumibilmente tra il 2024 e il 2025. Per essere chiari: un apparecchio può ricevere il segnale in HD, attualmente in funzione, ma non quello del nuovo digitale terrestre (qui spieghiamo come vedere se il televisore è compatibile con il Dvb-T2). Insomma in poche parole il DVB-T funziona ancora.
Quando ci sarà lo switch off definitivo per il nuovo digitale Dvb-T2
Il passaggio più rilevante, quello che riguarderà la maggior parte dei telespettatori italiani, scatterà infatti più avanti. Bisogna subito specificare che la data precisa e il calendario dello switch off definitivo verso il nuovo digitale terrestre Dvb T2 ancora non ci sono. Il cambio tecnologico non è infatti avvenuto nel giorno annunciato inizialmente, ossia dal 1° gennaio 2023.
Nell’agosto 2023, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adulfo Urso, durante la seduta della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ha dato qualche ragguaglio. In particolare ha detto che la Rai doveva impegnarsi a diffondere un primo pacchetto della sua programmazione nazionale (in gergo un Mux) nel formato del nuovo digitale terrestre Dvb-T2 durante il 2024 e a predisporre il passaggio dei restanti secondo il calendario dello switch off tv che sarebbe stato diffuso dallo stesso Ministero. Poi è stata comunicata una sola data, quella del passaggio di primo Mux Rai.
Cosa vuol dire che un Mux Rai passa al nuovo digitale terrestre Dvb-T2
Mux, abbreviazione di Multiplex, indica la tecnologia usata nell’ambito del digitale terrestre per “condensare” la programmazione di diversi canali in un’unica banda di frequenza: questo significa che usando meno frequenze è possibile trasmettere un numero maggiore di canali tv. Inizialmente la Rai doveva passare uno dei suoi Mux al nuovo digitale terrestre Dvb-T2 entro il 10 gennaio 2024, data che è stata fatta scalare al 28 agosto 2024: anche in questo caso non si tratta dello switch off definitivo.
I canali principali, come Rai 1, Rai 2 e Rai 3, in questa fase resteranno attivi sia sul vecchio che sul nuovo digitale terrestre. Il cambiamento riguarda solo parte della programmazione della televisione di Stato (in particolare Rai Storia HD, Rai Scuola HD e Rai Radio 2 Visual, trasmesse solo con il nuovo digitale terrestre), non le altre emittenti private. Questa mossa però è stata pensata per avvicinarsi al vero switch off del vecchio digitale terrestre e al passaggio al nuovo standard Dvb-T2: il “quando” deve essere deciso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Su questo fronte però al momento non ci sono novità e anche il sito dedicato nuovatvdigitale.mise.gov.it da mesi è in aggiornamento. Per concludere ricordiamo che i bonus decoder e tv per comprare apparecchi nuovi non sono stati rifinanziati.