venerdì, 16 Maggio 2025
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Tav, a Roma si firma e a Firenze si protesta

Striscioni, bandiere, megafoni e chitarre: così, il Comitato contro il sottoattraversamento Tav di Firenze ha fatto sentire stamani la propria voce, per urlare ''non firmate, ma fermate i lavori''.

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Striscioni, bandiere, megafoni e chitarre: così, il Comitato contro il sottoattraversamento Tav di Firenze ha fatto sentire stamani la propria voce, stringendosi attorno a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione, per urlare “non firmate, ma fermate i lavori”.

A ROMA. Proprio nelle stesse ore, a Roma, il presidente della Regione toscana Enrico Rossi, quello della Provincia di Firenze Andrea Barducci, il sindaco Matteo Renzi, il ministro Altero Matteoli e l’amministratore delegato della RFI Michele Elia, si sono riuniti attorno a un tavolo per firmare il protocollo d’intesa sulle opere collaterali alla realizzazione del nodo ferroviario fiorentino dell’Alta velocità.

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IL MEGA PROGETTO. Dopo anni di annunci e di clamorosi dietrofront, il mega progetto (un tunnel lungo 7 chilometri che passerà sotto la città di Firenze, con tanto di stazione sotterranea-centro commerciale progettata dall’architetto inglese Norman Foster) è giunto all’atto finale.

UN “BONUS” PER FIRENZE. Per chiudere la partita, alla nostra città saranno versati 80 milioni di euro come “compensazione”, di cui 3 destinati alla Provincia. Sul piatto ci sono anche 16 milioni per completare i lavori per la messa in sicurezza del Mugnone.

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LA PROTESTA. “Ma la città – urla il Comitato – non si vende! L’unica ‘compensazione’ di cui Firenze ha bisogno è fermare il tunnel, un’opera inutile, dannosa e costosa, e destinare le risorse alle vere necessità del trasporto pubblico e alla sicurezza ferroviaria”. Al presidio, non a caso, erano anche presenti striscioni commemorativi e disegni di bambini per ricordare la strage di Viareggio, una tragedia che ha alla radice proprio la mancanza di adeguati controlli manutentivi delle nostre reti ferroviarie.

Av_cantiere“L’ALTERNATIVA C’E'”. Al coro di proteste hanno aggiunto la propria voce anche i consiglieri Ornella De Zordo e Tommaso Grassi, che hanno più volte ribadito i vantaggi di un trasferimento “in superficie” del progetto: potenziando la rete ferroviaria esistente, si ridurrebbero drasticamente i costi (300 milioni anziché 3 miliardi di euro) e i tempi di realizzazione (3 anni anziché 10).

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AGOSTO. E la battaglia fra il Comitato e la “talpa”, promettono, non si fermerà qui. Dopo il 15 agosto, il gruppo “no Tav” lancerà nuove iniziative di protesta e di denuncia.

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