Striscioni, bandiere, megafoni e chitarre: così, il Comitato contro il sottoattraversamento Tav di Firenze ha fatto sentire stamani la propria voce, stringendosi attorno a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione, per urlare “non firmate, ma fermate i lavori”.
A ROMA. Proprio nelle stesse ore, a Roma, il presidente della Regione toscana Enrico Rossi, quello della Provincia di Firenze Andrea Barducci, il sindaco Matteo Renzi, il ministro Altero Matteoli e l’amministratore delegato della RFI Michele Elia, si sono riuniti attorno a un tavolo per firmare il protocollo d’intesa sulle opere collaterali alla realizzazione del nodo ferroviario fiorentino dell’Alta velocità.
IL MEGA PROGETTO. Dopo anni di annunci e di clamorosi dietrofront, il mega progetto (un tunnel lungo 7 chilometri che passerà sotto la città di Firenze, con tanto di stazione sotterranea-centro commerciale progettata dall’architetto inglese Norman Foster) è giunto all’atto finale.
UN “BONUS” PER FIRENZE. Per chiudere la partita, alla nostra città saranno versati 80 milioni di euro come “compensazione”, di cui 3 destinati alla Provincia. Sul piatto ci sono anche 16 milioni per completare i lavori per la messa in sicurezza del Mugnone.
LA PROTESTA. “Ma la città – urla il Comitato – non si vende! L’unica ‘compensazione’ di cui Firenze ha bisogno è fermare il tunnel, un’opera inutile, dannosa e costosa, e destinare le risorse alle vere necessità del trasporto pubblico e alla sicurezza ferroviaria”. Al presidio, non a caso, erano anche presenti striscioni commemorativi e disegni di bambini per ricordare la strage di Viareggio, una tragedia che ha alla radice proprio la mancanza di adeguati controlli manutentivi delle nostre reti ferroviarie.
“L’ALTERNATIVA C’E'”. Al coro di proteste hanno aggiunto la propria voce anche i consiglieri Ornella De Zordo e Tommaso Grassi, che hanno più volte ribadito i vantaggi di un trasferimento “in superficie” del progetto: potenziando la rete ferroviaria esistente, si ridurrebbero drasticamente i costi (300 milioni anziché 3 miliardi di euro) e i tempi di realizzazione (3 anni anziché 10).
AGOSTO. E la battaglia fra il Comitato e la “talpa”, promettono, non si fermerà qui. Dopo il 15 agosto, il gruppo “no Tav” lancerà nuove iniziative di protesta e di denuncia.
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