Tutti assolti e cancellato il maxi risarcimento danni da 150 milioni di euro. La Corte di Appello di Firenze ha ribaltato la sentenza di primo grado per i danni ambientali in Mugello, durante i lavori dell’alta velocità ferroviaria.
LA DECISIONE. Mentre continuano le proteste in Val di Susa per l’avvio dei cantieri per la linea Torino – Lione, a Firenze torna in primo piano la vicenda legata ai lavori della tav tra Firenze e Bologna. Ieri in tarda serata, dopo molte ore di camera di consiglio, la Corte di Appello ha assolto i 39 imputati, cancellando anche il risarcimento da 150 milioni di euro deciso il 3 marzo 2009: solo tre imputati dovranno risarcire i danni a enti locali e associazioni, versando cifre più modeste. Colpo di spugna quindi sulle 28 condanne decise in primo grado.
LE ACCUSE. Il processo riguardava i danni causati all’ambiente dalle imprese del consorzio Cavet durante i lavori per la nuova linea ferroviaria della Tav tra Firenze e Bologna. Tra i principali reati contestati, la gestione abusiva di discariche per i materiali di scavo e lo smaltimento illecito di rifiuti speciali.
I COMMENTI. Gli avvocati Nino D’Avirro e Eriberto Rosso, che difendono Cavet, hanno commentato la pronuncia d’appello, ribadendo che “non c’è stato traffico di rifiuti, né smaltimento illegale. E il danno alle acque del Mugello è connaturato all’opera e non costituisce reato”. Al contrario, secondo il pubblico ministero Gianni Tei, oggi le gallerie della tav drenano il 51% della portata media delle sorgenti in Mugello.