sabato, 14 Dicembre 2024
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Tav e danni nel Mugello, si indaga su Chiti e Martini

Inviti a dedurre per Claudio Martini, Vannino Chiti e altri 80 politici e tecnici che hanno svolto un ruolo nella predisposizione e approvazione degli atti che riguardano l'Alta Velocità nel tratto appenninico.

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Non si tratta di un avviso di garanzia, ma con questo provvedimento la Procura regionale presso la Corte dei Conti segnala che si è ancora in una fase preliminare, relativamente alla vicenda dell’Alta velocità, dei danni ambientali che si sono prodotti nel Mugello e ai possibili conseguenti danni erariali (oltre 741 milioni di euro).

Gli inviti sono rivolti ai componenti della giunta regionale nelle legislature ’90-’95 e ’95-2000, quando Chiti era presidente, mentre Martini era assessore alla sanità (nel secondo periodo citato).

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Sono stati gli stessi Claudio Martini e Vannino Chiti a rendere pubblica la notizia nel corso di un incontro stampa presso la presidenza della Giunta regionale.

Ripercorrendo le tappe che hanno portato al sì regionale al tracciato dell’alta velocità, il presidente e il suo predecessore hanno evidenziato come il progetto sia nazionale e non regionale e hanno espresso la loro meraviglia per essere stati chiamati in causa.

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LE REAZIONI, “STUPORE E AMAREZZA”. “Stupisce – ha osservato infatti Martini – che la Regione, alla quale sono stati riconosciuti 50 milioni di euro come parte lesa, possa oggi essere considerata corresponsabile. Come si fa ad essere al tempo stesso danneggiati e danneggiatori? In ogni caso non si tratta di un procedimento penale, ma solo dell’ipotesi di un danno erariale. Siamo sereni e risponderemo nel merito a tutte le richieste”.

Tutti coloro che sono stati chiamati in causa hanno infatti 60 giorni di tempo per controdedurre e presentare il loro punto di vista. Per quanto riguarda la Regione, se ne occuperà di farlo un collegio legale.

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“OBBLIGO DI TRASPARENZA”. “Provo stupore e grande amarezza – ha detto l’attuale vicepresidente del Senato, Vannino Chiti – ma al tempo stesso sono assolutamente tranquillo. Nella questione Tav il comportamento della Regione è stato improntato a serietà, rigore e trasparenza, con grande attenzione agli aspetti ambientali e a quelli della sicurezza sul lavoro. Rispetto al primo abbiamo chiesto l’istituzione dell’Osservatorio ambientale, un organismo unico in Italia. Sul secondo, per il nostro impegno abbiamo ottenuto il riconoscimento dell’Unione Europea. In ogni caso oggi sentiamo un obbligo di trasparenza perché abbiamo una concezione della politica come responsabilità. Siamo tranquilli e ci impegneremo a dimostrare con gli atti le nostre ragioni”.

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