giovedì, 25 Aprile 2024
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Toscana: imprenditoria in salute

Risulati positivi per l'imprenditoria toscana, in base a quanto emerso dalla ricerca "Toscana 2020", commissionata dalla Regione all'Irpet

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“Questi ventuno casi studio  ci dicono anche qualcos’altro. Ci spiegano che ci sono iniziative imprenditoriali che funzionano, a prescindere da tutto e con risultati eccezionali, e che senza capacità di innovazione o di ammodernamento delle imprese a poco servono gli investimenti della pubblica amministrazione, che pure devono continuare per colmare i gap che ancora esistono”. Queste le parole con cui il presidente della regione Toscana, Claudio Martini, ha concluso stamani la presentazione, in Consiglio regionale, di un’anteprima sulla seconda fase della ricerca dell’Irpet “Toscana 2020”, che sarà conclusa e più ampiamente illustrata prima della fine dell’anno.

Tra i casi studiati la Perini (nautica) e la Signoria di Firenze (biancheria) che ha il suo stabilimento a San Casciano in Val di Pesa, l’industria della pelletteria di Firenze e di Arezzo, la Sintek di Pistoia, la Siena biotech, la Grotta Giusti di Monsummano per il turismo, il Consorzio vera pelle e per il vino e lo sviluppo rurale l’area del Montecucco. Nella ricerca compaiono anche le esperienze della Rosss di Scarperia, della Leone spa di Sesto Fiorentino, della Cooperativa ambiente di Carrara, della Monnalisa spa di Arezzo e della Toscana impianti srl di Rosignano e dell’Albero della Salute di Prato.

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“Lo dico in maniera chiara – spiega meglio il presidente -: il pubblico è giusto che continui a fare la sua parte, e come Regione faremo la nostra, affinché le infrastrutture oggi non sufficienti possano crescere, perché la sburocratizzazione proceda e i servizi per le piccole e medie imprese aumentino. Ma questo è solo un corno del problema: l’altro sta nella capacità innovativa e imprenditoriale del privato alla guida di distretti e aziende, che, come il ceto politico, soffre a volte dello stesso problema di scarso ricambio generazionale“.

L’ultima riflessione riguarda l’apertura internazionale della Toscana, che secondo Martini, “non la si può più misurare solo in base ad export e turisti. L’apertura internazionale si costruisce con alleanze, joint venture e capacità di attrazione di capitali dell’estero”.

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