sabato, 17 Maggio 2025
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Traffico di cani e di rifiuti: l’ecomafia colpisce anche in Toscana

Discariche abusive, smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, ma anche combattimenti fra cani e bracconaggio: la nostra Regione è fra quelle a più alto tasso di illeciti ambientali dopo Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio. La denuncia arriva direttamente da Legambiente.

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Discariche abusive, smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, ma anche combattimenti fra cani e bracconaggio: anche la nostra regione è stretta nella maglia dei traffici illeciti della cosiddetta “ecomafia”, che in Italia fattura almeno 20 milioni di euro l’anno, in costante crescita.

L’ECOCRIMINALITA’ TOSCANA. Nella classifica nazionale, la Toscana si colloca pericolosamente in alto, preceduta solo da Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio. Nel nostro territorio il numero di infrazioni ambientali accertate è impressionante: 2132 con 1789 persone denunciate, 18 arresti e 526 sequestri effettuati.

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UN BUSINESS SENZA CRISI. La denuncia arriva direttamente da Legambiente, che oggi ha presentato in Consiglio regionale il dossier “Ecomafia 2011”. Il rapporto, che contiene l’elaborazione puntuale dei dati forniti dalle forze dell’ordine, presenta la fotografia di una ecocriminalità che non conosce crisi e che, anzi, sembra in preoccupante crescita.

RIFIUTI. Diversi sono i settori appetiti da questo business criminale. Tra questi, il più “redditizio” sembra sempre quello dei rifiuti, che registra 345 reati accertati, 16 arresti, 480 persone denunciate e 128 sequestri effettuati.

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ZOOMAFIE. Ma a incrementare le entrate di questo tipo di criminalità ci sono anche i tanti illeciti delle zoomafie, che contano 691 infrazioni accertate, 223 denunce e 248 sequestri. Se diminuiscono i combattimenti tra cani, restano stabili le corse clandestine di cavalli, cresce il traffico di cuccioli di cani e la macellazione illegale, le scommesse e il giro di sostanze dopanti, i bocconi avvelenati, il bracconaggio e la caccia di frodo, il traffico di integratori alimentari, medicine alternative orientali, articoli in avorio e in pellame di rettile o comunque prodotti che hanno alla base la lavorazione di parti di animali che appartengono quasi sempre a specie protette.

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