Parlare del terremoto per non temerlo.
TERREMOTO. Perchè nonostante sia impossibile prevenire le scosse sismiche, è possibile ridurne i danni, riuscendo a sensibilizzare amministrazioni e cittadini su una edificazione che presti maggiore attenzione alla tutela ambientale.
INCONTRO. Il convegno “Un terremoto ci salverà”, organizzato dalla Fondazione Professionale Architetto, dalla rivista Opere e dalla Provincia di Firenze, tenuto a Palazzo Medici Riccardi, ha posto l’accento sulla prevenzione antisismica del nostro Paese, cercando rapide soluzioni pratiche da poter facilmente mettere in atto.
DETRAZIONI. Una di queste – viene spiegato – potrebbe essere l’introduzione di “sgravi fiscali fortemente incentivanti per migliorare la sicurezza degli edifici a rischio sismico, in aggiunta ai generici sgravi per le ristrutturazioni”, una proposta necessaria, se si osservano i dati Istat 2011, presentati nel corso del convegno, che vedono in Toscana quasi 170mila edifici residenziali in zona ad alto rischio sismico, il 60% dei quali costruiti prima del 1970, prima quindi delle norme antisismiche.
SICUREZZA. “Le istituzioni – afferma Alessandro Jaff, presidente della Fondazione Professione Architetto – fanno i conti con risorse sempre più esigue. Soffre anche la Toscana che pure, dal punto di vista normativo e legislativo, è all’avanguardia e vanta il primato di aver creato una legge quadro regionale per finanziare la messa a norma antisismica degli edifici non solo pubblici ma anche privati”. “Il meccanismo – prosegue – dovrebbe essere quello attuato per la riqualificazione energetica degli edifici. Nel caso della messa a norma antisismica, non ci sarebbe alcun risparmio in bolletta, è vero, ma il ritorno non sarebbe meno rilevante: si riuscirebbe a portare il tema della sicurezza sismica sul tavolo delle assemblee di condominio, sensibilizzando la cittadinanza su un tema di cui oggi, purtroppo, si parla solo a catastrofe avvenuta”.
OPERE. “Per creare una nuova cultura della prevenzione – sottolinea Marco Gamannossi, assessore provinciale alla Pianificazione territoriale e alle infrastrutture – serve un forte scatto culturale e amministrativo. È necessario sbloccare subito quelle piccole opere fondamentali per la tenuta del territorio, invece di perdere tempo e risorse su alcune delle grandi opere previste come il ponte sullo Stretto di Messina. Servono sgravi fiscali più coraggiosi per le ristrutturazioni antisismiche e per la cura dei versanti collinari. Dobbiamo anche riscoprire il valore della democrazia: se le città colpite si ricostruiscono senza un vero rapporto con i cittadini, si rischia di distruggerle per la seconda volta. Quando si spengono le telecamere, rimangono le comunità con i loro problemi. Non possiamo lasciarle sole”.
PREVENZIONE. “La cultura della prevenzione – interviene anche Guido Incerti, direttore di Opere – deve inoltre diventare una cultura della conoscenza e dell’informazione. Per questo sarebbe auspicabile che in ogni città venissero creati dei luoghi pubblici dedicati alla progettazione di una coscienza collettiva sulla cultura della catastrofe, ‘epicentri’ di informazione e luoghi di raccolta per la salvaguardia del panorama urbano e dei cittadini”.