Sospendere in via cautelativa l’impiego di alcuni antiparassitari indicati come responsabili delle diffuse morie di api degli ultimi due anni. Questo quanto chiede la Regione Toscana con una lettera inviata oggi al ministro delle politiche agricole e al ministro della sanità per far fronte allo spopolamento di apiari (50 mila alveari colpiti in tutta Italia) provocato, a quanto emerge da una prima serie di analisi, da alcuni prodotti fitosanitari della famiglia dei neonicotinoidi usati per la concia delle sementi, in particolare per colture quali il mais o il girasole.
“Siamo fortemente preoccupati per la situazione dei nostri alveari e in genere per un’attività importante per la nostra economia rurale ma portata avanti anche da tante persone per passione e per poter contare su una piccola produzione per consumo famigliare – spiega il vicepresidente Federico Gelli, che ha firmato la lettera – È senz’altro necessario assumere provvedimenti urgenti e responsabili e la strada non può che essere quella di escludere l’impiego di alcuni prodotti in via transitoria. Tutto questo ispirandosi al principio di cautela che dovrebbe sempre ispirare le nostre decisioni e comunque in attesa di ulteriori verifiche e di altri contributi dal mondo della ricerca”
Proprio sul versante della ricerca un contributo determinante potrà arrivare proprio dalla Toscana. Diverse analisi su campioni di api morte hanno già evidenziato la presenza di molecole residue degli antiparassitari, di cui ora la Toscana chiede la sospensione. Ma c’è bisogno di risposte ulteriori su cui sta già lavorando l’Arsia, l’Agenzia toscana per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura, a cui tra l’altro spetta il coordinamento della rete interregionale per la ricerca in campo agrario e forestale.