martedì, 16 Aprile 2024
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Vivere fino a 150 anni, nel 2050 sarà possibile

Vaccini anche agli anziani, chirurgia sempre meno invasiva grazie a laser e microrobot, maggiori investimenti sulla prevenzione: così, nel 2050, arriveremo a spengere 150 candeline. La ricetta per superare il secolo di vita arriva da Viareggio, dove è in corso il Festival della Salute.

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Vaccini anche agli anziani, chirurgia sempre meno invasiva grazie a laser e microrobot, maggiori investimenti sulla prevenzione: così, nel 2050, arriveremo a spengere 150 candeline. La ricetta per superare il secolo di vita arriva da Viareggio, dove è in corso il Festival della Salute.

LA VITA SI ALLUNGA. “Se nell’’800 l’aspettativa di vita media di un bambino nato a Viareggio era di 37 anni – spiega Bernardino Fantini, storico della scienza e docente presso l’Università di Ginevra – chi nasce oggi può vivere fino a 80 anni”. E nel 2050 potrebbe arrivare ben oltre. “La direzione in cui andare, per quanto riguarda la medicina, è contrassegnata da 3 ‘E’ – spiega Fantini -: Efficacia delle terapie, Efficienza nell’utilizzo delle risorse ed Equità nell’elargizione delle cure”.

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LUNGIMIRANZA POLITICA. “Anche se per mettere in pratica tutto ciò servirebbe una classe politica più lungimirante”, sostiene Giovanni Boniolo, professore di Filosofia della Scienza all’Università di Milano, che ha aperto il Festival. Se infatti “a livello di prevenzione e di controllo delle malattie, come i tumori, possiamo fare già molto nei paesi sviluppati – come spiega il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas – nel mondo continuano a morire 3 milioni di bambini all’anno a causa di malattie per cui abbiamo già i vaccini”

RICERCA. Un ruolo fondamentale spetta alla ricerca. “In Italia ‘produciamo’ ricercatori di alto livello – sottolinea Carlo Castellano, presidente Esaote, azienda leader nella progettazione e produzione di macchinari sanitari ad alta tecnologia – ma l’85% della produzione di tecnologie mediche viene dall’estero. C’è una forte frattura tra il campo della ricerca e quello dell’industria della Salute”. “Basti pensare alle scelte etiche che ostacolano i progressi scientifici. In Italia 8mila persone lavorano nel campo della bioetica – conclude il professore – ma solo 3 sono conosciuti a livello internazionale. Eppure anche le altre 7.997 sono in grado di bloccare la ricerca, senza avere la cognizione di cosa succede nel mondo”.

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