Lo ha sottolineato alla cerimonia nella Sala dei Dugento di Palazzo Vecchio il vicepresidente della giunta regionale toscana Federico Gelli, partecipando alla presentazione dell’iniziativa “Gusto di Calabria”: un ponte tra produttori calabresi e la grande distribuzione toscana, con 40 aziende coinvolte già dal 14 aprile.
«I prodotti con la vitamina L sono sicuramente quelli coltivati nei campi strappati alla mafia in Sicilia, dove dal 2005 lavorano d’estate tanti giovani toscani – prosegue Gelli – Ma lo stesso gusto hanno anche i prodotti calabresi che in questi giorni sono in bella vista sugli scaffali degli ipermercati toscani e che da domani saranno alla Mostra dell’artigianato di Firenze.
Per due motivi, che poi sono alla base del protocollo di collaborazione che abbiamo firmato il 30 agosto di due anni fa con la Regione Calabria: perché aiutare le piccole imprese è un modo per aiutare lo sviluppo dell’economia legale e dunque combattere la criminalità organizzata e perché, anche in Calabria nei terreni anche qui sottratti alla criminalità, lavorano d’estate altri ragazzi e ragazze toscane. Come in Sicilia, appunto».
Il ponte per un comune sviluppo economico diventa dunque patto di solidarietà e promozione della legalità e della sicurezza, che assieme ad una stretta collaborazione sul fronte dell’innovazione e della società dell’informazione e allo scambio di buone pratiche ed esperienze sono alla base dell’accordo tra le due Regioni.
«Il protocollo che abbiamo firmato nel 2006 – aggiunge il vicepresidente Gelli – si è dimostrato in questi due anni non solo una dichiarazione d’intenti ma una piattaforma operativa solida su cui sono cresciute nel tempo iniziative e collaborazioni che hanno coinvolto più realtà associative».
L’anno scorso 35 ragazzi, grazie all’iniziativa dell’associazione “Cieli Aperti” di Prato, sono stati ospiti fino ai primi di agosto nella parrocchia di San Giorgio Martire a Stilo in Calabria. Hanno lavorato bei campi della Locride e della Piana di Gioia Tauro e hanno svolto attività culturali e sociali nei comuni di Pazzano, Bordingiano, San Luca, Bivongi e Bovalino. Dopo di loro altri tre gruppi toscani, organizzati da Libera, sono partiti sempre l’anno scorso per lavorare sulle terre confiscate alla ‘ndrangheta e gestite dalla cooperativa ‘Valle del Marro’.
«Su questa strada – conclude Gelli – intendiamo di comune accordo proseguire. Le relazioni che si sono create hanno avviato un’importante fronte collaborazione sul terreno d! ella diffusione e del consolidamento della cultura della legalità. L’esperienza dei volontari toscani è sicuramente preziosa, ma anche noi possiamo fare tesoro delle tante esperienza maturate in Calabria all’indomani dell’omicidio Fortugno».