Salirono sul palco delle audizioni da perfetti sconosciuti. Due minuti più tardi si erano già guadagnati la loro prima standing ovation, i quattro “sì” convinti dei giudici e i brividi di chi guardava da casa. Una premonizione. I Bowland sono stati la rivelazione dell’ultima edizione di X Factor.
Tornata a casa, la band iraniana per nascita e fiorentina per adozione ha compiuto il grande passo: un tour, il loro primo, da 11 esibizioni in un mese. E una grande attesa per il concerto dei Bowland a Firenze, anzi per i concerti: visto che la prima serata è andata sold out in un attimo, si è dovuto raddoppiare. Il gruppo suonerà all’Auditorium Flog sabato 30 e domenica 31 marzo 2019. “Preparatevi a qualcosa di speciale”, promette Saeed Aman, chitarra e tastiere nel gruppo, intervistato da Il Reporter.
La tournèe toccherà, tra le tante tappe, Milano (Alcatraz il 4 aprile), Padova (Hall, il 17 aprile) e Modena (Vox, il 19 aprile). Poi una breve sosta prima di ripartire con le date estive, compresi festival importanti in Italia, il live nella cavea del Parco della Musica di Roma (19 luglio) e le prime esibizioni in Europa. E ancora un nuovo singolo in arrivo e una serie di inediti in lavorazione per un album che al momento è programmato per l’autunno.
Il concerto dei Bowland a Firenze, qualche anticipazione sul tour?
Dopo tutto quello che è stato fatto per noi a X Factor non ci sembrava il caso di fare un tour “normale”, in cui semplicemente si sale sul palco e si suona. Sarà uno spettacolo multimediale, stiamo lavorando molto alla scenografia, all’allestimento del palco, alle luci.
Ci saranno i lavori di due visual artist di Firenze molto bravi, David Hartono e Simone Pierallesi. Avremo un look creato apposta per noi con gli abiti di Societé Anonyme. E poi, ovviamente, la musica. Praticamente tutti i nostri brani hanno avuto un upgrade nell’arrangiamento. In più, suoneremo alcune delle canzoni che abbiamo portato a X Factor, anche quelle con delle modifiche, e magari presenteremo qualche inedito.
Come ha fatto un gruppo che propone sonorità insolite a conquistare il grande pubblico di X Factor?
Siamo i primi ad esserne rimasti sorpresi. Una persona che si occupa di scouting ci suggerì di fare un tentativo con le audizioni. Era una cosa così distante da noi che non ci sarebbe mai venuta in mente. Ma siamo andati, ed è andata bene. Poi ci hanno chiamato di nuovo, con i giudici c’era un’intesa, ci capivano.
Quando abbiamo saputo di essere stati presi per il live di X Factor pensavamo che tanto, ora che toccava al pubblico scegliere, saremmo tornati a casa in un paio di settimane al massimo. Dopo qualche puntata è stato chiaro: avevamo capito male, tutto quanto (ride, ndr). Ovviamente crediamo molto in quello che facciamo, però non pensavamo di poter ricevere un’accoglienza del genere da parte del pubblico televisivo.
Tornati a casa che accoglienza avete trovato?
Incredibile. Le persone ci riconoscono per strada, ci fanno i complimenti, ci chiedono foto, sono curiosi di sapere cosa stiamo facendo. Ogni volta che usciamo riceviamo un sacco di amore. Il giorno dopo la finale di X Factor siamo stati ricevuti dal sindaco Nardella nel Salone dei Cinquecento per l’evento Firenze 2030.
La Fiorentina ci ha accolti e regalato le maglie personalizzate, ormai abbiamo un rapporto stretto con la società. Silfi ci ha fatto accendere le luci della città. E tante altre collaborazioni stanno nascendo.
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Qual è il vostro rapporto con Firenze?
Amiamo questa città, vivere qui è un privilegio. Amiamo le architetture, la natura, i paesaggi di Firenze. Di tutta la Toscana, di tutta l’Italia! Nel 2005 ho deciso di venire a studiare architettura in Italia. Non ero mai stato a Firenze prima, ma io che sono cresciuto a Teheran non volevo vivere in un’altra metropoli.
Appena sono uscito per la prima volta dalla stazione Santa Maria Novella ho capito di aver fatto la scelta giusta. C’è un’aria, un’atmosfera a Firenze che è unica, è sua. E noi sentiamo che ormai gli apparteniamo. A Firenze siamo a casa.
Nei giorni di Sanremo sono nate molte polemiche su cosa sia la canzone italiana. A voi che ve ne pare della questione?
Non mi sento in grado di dire cosa significhi canzone italiana. Credo che la musica sia la forma di espressione più libera. Non sono mai riuscito a pensare ai confini in musica. La musica è musica e basta.
Potendo sognare, con quale artista vi piacerebbe collaborare?
A chiunque piacerebbe farlo con i propri idoli. E allora dico che a noi piacerebbe con Tricky, con i Massive Attack, con Thom Yorke.