Il 5 febbraio si ricorda la nascita di Sant’Agata (il cui nome deriva dal greco Agathe, la buona), vergine e martire siciliana del III secolo, e in quell’occasione era consuetudine a Firenze fare due processioni per invocare protezione contro il flagello degli incendi, frequenti nelle città di allora le cui costruzioni erano in gran parte di legno.
Sant’Agata era noto, del resto, essere particolarmente invocata a Catania contro le eruzioni dell’Etna e dal Medioevo, eletta addirittura protettrice di qualsiasi incendio. Infatti era logico pensare che, proteggendo dal fuoco incandescente della lava del vulcano, a maggior ragione poteva farlo per qualsiasi tipo d’incendio.
Il culto di Sant’Agata a Firenze e le due processioni
Le due processioni fiorentine con le croci benedette portate a spalla, avevano pertanto luogo: la prima con il clero della Cattedrale che percorreva i quartieri soffermandosi brevemente in determinati punti per lasciarvi le croci a protezione, appunto, dal fuoco violento. Sappiamo, ad esempio, che nel quartiere di Santo Spirito la croce veniva collocata sopra l’architrave di una nota spezieria posta subito sceso il Ponte Vecchio, all’inizio di Borgo San Jacopo; in quello di Santa Croce all’angolo dell’attuale Via dei Calzaioli con Piazza della Signoria; in quello di Santa Maria Novella, sull’architrave della bottega di un maniscalco fra l’odierna Piazza Goldoni e l’inizio di Via del Moro; in quello di San Giovanni, infine, veniva posta alla Colonna di San Zanobi in Piazza del Duomo, davanti alla porta nord del Battistero.
La seconda processione, molto più breve, muoveva dal convento delle Suore Benedettine di Sant’Agata, situato in Via San Gallo – a lato dell’ingresso di quello che un tempo era l’Ospedale Militare – e percorreva alcune strade limitrofe lasciando le croci benedette, una alla Porta San Gallo, una allo Spedale di San Giovanni Battista, detto di Bonifazio in Via San Gallo – adesso sede della Questura Centrale – e un’ultima sul muro dell’orto annesso al loro convento.
Sant’Agata, la martire (dimenticata) degli incendi
Superfluo dire che ambedue le processioni richiamavano lungo i rispettivi percorsi, un gran numero di devoti che speravano così, dopo aver invocato la celeste protezione della santa, l’allontanamento dal flagello degli incendi. La devozione dei cittadini verso questa tradizionale cerimonia religiosa andò lentamente affievolendosi finché, sul finire del 1600, fu abolita definitivamente e delle processioni di Sant’Agata si è ora perduto perfino il ricordo!