lunedì, 23 Dicembre 2024
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Agli Uffizi le donne che dissero ”No” alla mafia

A 22 anni dall'uccisione di Falcone e Borsellino, in mostra alla galleria fiorentina i volti di quelle donne coraggiose che scesero in piazza contro Cosa nostra e l'omertà

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Un digiuno per dire no alla mafia. Era l'estate 1992 quando un gruppo di donne decise di scendere in piazza a Palermo e protestare con lo sciopero della fame contro “Cosa nostra”. Oggi, a 22 anni di distanza, agli Uffizi a Firenze sarà possibile rivedere come sono cambiati nel tempo i volti di quelle ragazze e madri coraggiose. 

Da Rita Borsellino a Pina Maisano Grassi, sono 30 le fototografie dei volti de ” Le donne del digiuno” di Francesco Francaviglia che dal 14 ottobre al 9 novembre occuperanno l'aula di San Pier Scheraggio della celebre galleria fiorentina.

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a 22 anni dalle stragi

Sono passati 22 anni da quel terribile 23 maggio, quando l'A29 saltava in aria all'altezza dell'uscita di Capaci procurando la morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dell'intera scorta. E è sempre nel corso di quel triste 1992 che, appena un paio di mesi dopo, in via D'Amelio a Palermo un'autobomba faceva saltare in aria Paolo Borsellino e la sua scorta.

Proprio nel corso di quella estate, nei 2 mesi che che portarono alla morte dei 2 magistrati simbolo della lotta alla mafia, a poche ore dall'esplosione in via D'Amelio, un gruppo di donne  scese in piazza Castelnuovo a Palermo per dire, attraverso la protesta pacifica del digiuno, “No” alla mafia e all'omertà.

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A distanza di 22 anni, sarà possibile rivederle, con i segni degli anni sui loro volti, in una mostra ospitata proprio da uno dei luoghi che furono colpiti dalla mano della mafia, la Galleria degli Uffizi.

Alcuni sono volti molto noti, come Pina Maisano Grassi, moglie di Libero Grassi, imprenditore ucciso dalla mafia perché si ribellò al pizzo, oppure Michela Buscemi, che si costituì parte civile nel corso del maxi-processo del 1985 dopo l'assassinio dei suoi 2 fratelli. Spazio anche a Rita Borsellino, simbolo di quella lotta coraggiosa delle donne del digiuno, che appare nella chiusura del catalogo che raccoglie le foto.

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Una mostra fatta anche di voci

Ad accompagnare i passi della mostra curata da Tiziana Faraoni, photoeditor dell'Espresso, sarà un audioproject a firma di Giuditta Perreira in cui ritornano voci che portano a fare un salto nel passato: frammenti di telegiornali, le interviste a Falcone e Borsellino, testimonianze dei pentiti che azionarono gli ordigni, come Giovanni Brusca.

Anche il presidente del Senato Pietro Grasso celebra questa mostra: “Sono volti che è bello rivedere – scrive Grasso – sguardi che sfidano il silenzio e la paura. Solo chi sente nella sua coscienza di aver fatto tutto ciò che gli era possibile per infrangere il silenzio e l'omertà, per la ricerca della verità e della giustizia, potrà guardare queste foto senza dover abbassare lo sguardo.”

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