Contro una squadra non particolarmente forte la Fiorentina soffre tanto nel debutto in Conference League contro la Puskas Akademia. Un pareggio (3-3) che dimostra come questa squadra sia ancora un cantiere e che deve crescere, anche per arrivare ai gironi di Conference. Palladino, che ha chiesto almeno tre nuovi giocatori, rivoluziona la squadra con De Gea in porta. A centrocampo Bianco con Mandragora, Beltran di punta assistito con Colpani e Sottil ai lati. Kayodé e Parisi esterni e, in difesa, Quarta, Pongracic e Ranieri. Nella Puscas Akademia il diciannovenne Pecsi in porta.
La partita
Inizio shock per i viola. Dopo 8 minuti Kayode provoca un rigore buttando giù in area Nagy. Rigore evidente e trasformazione dello stesso capitano della Puscas Akademia. Passano quattro minuti e ancora Kayode sbaglia un disimpegno e serve Soisalo, De Gea prende lo 0-2 in diagonale e in una dozzina di minuti. Fiorentina che stenta a recuperare e che si fa vedere solo al 41’ con Bianco che colpisce la traversa con un gran tiro da fuori area. Proprio nei minuti di recupero Parisi serve Sottil in area che trova un diagonale per l’1-2 col quale si va a riposo.
Nella ripresa Palladino sostituisce Dodo per Kayode e Kean per Beltran. Al 67’ c’è un angolo da sinistra di Mandragora, colpo di testa di Martinez Quarta e pareggio 2-2. A 30’ arriva il primo gol in maglia viola per Moise Kean che infila un diagonale che completa la rimonta. Viola avanti 3-2. Ma a due minuti dalla fine angolo per i magiari, Kouamé si fa sorprendere da Golla ed è 3-3. Ritorno già fissato per giovedì prossimo 29 agosto alle 21 a Felcsut, 40 chilometri da Budapest.
L’allenatore
Palladino, a fine gara, chiede rinforzi alla società. “Una partenza inspiegabile, ho visto degli errori tecnici che nemmeno in allenamento. Poi siamo stati bravi a rimanere in gara, a riaprirla e poi a rimontare, mi è piaciuto lo spirito, peccato per il gol preso sul piazzato, c’è tanto rammarico e tanto da migliorare. Siamo ancora indietro, fragili, non abbiamo ancora identità di squadra. Serve pazienza. Siamo in costruzione, alcuni sono arrivati alla spicciolata come Quarta, Colpani, Amrabat, e affrontiamo squadre – continua Raffaele Palladino – che sono molto più avanti, anche se questo non è un alibi. Chiedo ai ragazzi di metterci qualcosa in più e alla società di darmi una mano, ma sapevamo che cambiando tanto non sarebbe stato facile né veloce. Non abbiamo un’identità chiara, anche se dobbiamo avere pazienza. Il compito è mio per mettere apposto queste cose, ma chiedo una mano alla società. Serve un giocatore per reparto, siamo corti. Dietro ne servono forse due, un quinto e una mezz’ala. La società sa cosa voglio – conclude l’allenatore – e sono sicuro che faranno di tutto per accontentarmi”.
Servizio fotografico di T. Pucci