martedì, 2 Luglio 2024
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Fiorentina: è la partita dell’anno

Ad Atene, contro l’Olympiacos, la finale di Conference League che lo scorso anno sfuggì a pochi minuti dal 90°

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Dopo la finale persa nel 2023 contro il West Ham la Fiorentina riprova a conquistare la Conference League. L’attesa per questa partita è unica. Migliaia di fiorentini sono nella capitale greca e tutti sognano di tornare in città con la coppa. Italiano si affiderà a Belotti unica punta, con Nico Gonzalez, Beltran e Kouamé alle sue spalle. Nella formazione greca l’ex viola Jovetic parte dalla panchina. Match in diretta mercoledì 29 maggio alle 21 presso lo Stadio Agia Sophia di Atene.

Una sfida impegnativa

Partita lunedì mattina alla volta di Atene, la Fiorentina è attesa mercoledì 29 maggio alle 21 per la finale di Conference League contro l’Olympiacos allo stadio Agia Sophia, impianto che ospita le partite dell’AEK Atene.

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Dopo la finale persa, lo scorso anno, a Praga contro il West Ham, i viola proveranno a vincere il trofeo ma dovranno fare i conti contro una squadra che, pur non giocando nel suo stadio, giocherà a tutti gli effetti in casa. L’Olympiacos, inoltre, è alla prima finale europea della sua storia. Interessante anche la sfida tra i tecnici. Vincenzo Italiano in tre anni ha conquistato tre finali. José Luis Mendilibar è, invece, il tecnico che un anno fa vinse l’Europa League alla guida del Siviglia in finale contro la Roma.

Per dirigere la finale di Conference League è stato designato il portoghese Artur Soares Dias, che verrà coadiuvato dai connazionali Paulo Soares e Pedro Ribeiro. Il quarto ufficiale sarà lo svedese Glenn Nyberg, mentre al monitor ci saranno il portoghese Tiago Martins e il tedesco Christian Dingert.

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Queste le probabili formazioni

Gli unici indisponibili in casa Fiorentina, sono Sottil, infortunato, e Castrovilli, non incluso nella lista Uefa. Per il resto Vincenzo Italiano avrà la possibilità di scegliere la miglior formazione possibile. L’undici di partenza dovrebbe prevedere Terracciano tra i pali e la difesa formata da Dodô, Milenkovic, Martínez Quarta e Biraghi. A centrocampo dovrebbero partire dall’inizio Bonaventura e Mandragora con la possibilità però di vedere in campo anche Arthur mentre sulla trequarti agiranno Nico González, Beltrán e Kouame alle spalle di Belotti, con Nzola che dovrebbe partire inizialmente dalla panchina.

La squadra guidata da José Luis Mendilibar avrà tutti gli effettivi a disposizione ad eccezione di Abbey e Gelson Martins, non inclusi nella lista Uefa. Tra i pali Tzolakis mentre i centrali di difesa dovrebbe essere Retsos e Carmo, con Rodinei e Richards sulle fasce. A centrocampo André Horta ed Hezze saranno le mezzali e uno tra Chiquinho e Carvalho dovrebbe agire da vertice alto alle spalle dei tre davanti che saranno il capitano Fortounis e Podence alle spalle del marocchino El Kaabi, principale pericolo della formazione greca. In panchina l’ex di turno Jovetic.

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L’allenatore

Ha parlato Vincenzo Italiano. “Quando il presidente della Fiorentina Rocco Commisso è arrivato in albergo per parlare con la squadra in attesa della finale di Conference con l’Olympiacos, il primo pensiero è andato a Joe Barone, il dg della Fiorentina morto improvvisamente a marzo. Commisso è carico – ha detto Italiano – ed è sempre un piacere vederlo: appena arrivato ha fatto il discorso alla squadra, trasmette fiducia. Domani qualche goccia di sudore va buttata per lui, la sua famiglia e qualcuna in più per Joe Barone, la famiglia di Joe: questa tragedia la Fiorentina e soprattutto Commisso che ha perso un amico, non meritava”. Barone, nella conferenza stampa prepartita, è stato ricordato anche da capitan Biraghi. Una responsabilità in più è la possibilità di regalare all’Italia la seconda coppa europea in stagione, il record dei nove posti in Europa per la prossima stagione e la qualificazione alla prossima Conference al Torino. “Una responsabilità in più” ha aggiunto Italiano.

“L’unico aspetto differente rispetto alla finale di Praga dell’anno scorso è che questa situazione l’abbiamo già vissuta. Dobbiamo cercare di giocare una partita come vanno giocate le finali – ha aggiunto – e un po’ d’esperienza ce l’abbiamo, dobbiamo fare di tutto per non commettere errori, essere attenti e concentrati. Quest’anno portiamo in campo quell’esperienza, quell’amarezza dell’anno scorso, per trasformarla in epilogo positivo. Dobbiamo creare tanto ed essere concreti, non perdere la nostra identità e avere furore agonistico. Quello che mi hanno sempre sentito dire in questi tre anni – ha concluso Italiano – è che l’identità non la dobbiamo mai perdere, mostrare quell’organizzazione, quel pensiero e quel credo calcistico che ci hanno permesso di arrivare a giocarci una finale. Metà stadio sarà per loro, metà per noi, loro giocano nella città dove vivono, ma non conta nulla, quando l’arbitro fischia è tutto uguale. Quello che più temiamo di loro è l’entusiasmo”.

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