giovedì, 1 Maggio 2025
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Chiostro del Carmine, restaurato il monumento funebre

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Una giornata di studi dedicata alla scultrice Félicie de Fauveau e presentazione del restauro del monumento dedicato alla madre Anne de Fauveau nel chiostro del Carmine.

L’APPUNTAMENTO. L’appuntamento è domani, giovedì 4 aprile, alle 15,30 alla Sala della Colonna del complesso del Carmine, dove sarà illustrato sia il ciclo di studi che il restauro appena concluso del monumento funebre di Anne De Fauveau, madre dell’artista, scolpito nel 1859 e collocato nel Chiostro del Carmine nel 1904.

IL RESTAURO. Il restauro è stato eseguito dalla ditta Nike Restauro Opere d’Arte grazie alla generosità dell’associazione americana non profit AWA Foundation, in collaborazione con il Comune di Firenze e il Polo Museale della città di Firenze. Alla presentazione di domani saranno presenti il presidente della commissione Cultura Leonardo Bieber, la soprintendente al polo museale Cristina Acidini.

L’ARTISTA. Félicie de Fauveau (Livorno 1801 – Firenze 1886) è stata una scultrice attiva a Firenze dal 1833 fino alla morte. La sua avventurosa vicenda biografica è stata recentemente ricostruita, sulla base di un’attenta ricognizione documentaria, dalla studiosa Silvia Mascalchi.

Treni, sciopero in arrivo in Toscana

Treni, sciopero in arrivo in Toscana.

LO SCIOPERO. La segreteria regionale OrsaToscana ha infatti proclamato uno sciopero del personale di bordo di Trenitalia.

QUANDO. La protesta – viene spiegato – è in programma dalle 21 di sabato 6 alle 21 di domenica 7 aprile.

Uffizi ma non solo: a Pasqua visitatori in aumento nei musei fiorentini

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Una Pasqua nel segno dei musei a Firenze.

IN AUMENTO. Proseguendo il trend positivo dei primi due mesi dell’anno, anche il weekend delle festività pasquali – da sabato 30 marzo fino a lunedì 1° aprile – ha fatto registrare un incremento delle affluenze nei musei del Polo Fiorentino. Il numero totale dei visitatori, rispetto agli stessi giorni del 2012, è aumentato del 4,49%, pari a 2.814 presenze in più. Gli ingressi sono passati da 62.616 a 65.430.

UFFIZI. In particolare, nei musei a pagamento, va oltre il raddoppio delle presenze (da 1.686 a 3.446) il Museo Nazionale del Bargello (+104,39%), e positivi sono anche i risultati del Museo di San Marco (+21,62%), della Galleria Palatina e Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti (+15,05%), nonché della dalla Galleria dell’Accademia (+7,73%). Incremento lieve (+0,18%) ma record dei visitatori totali per la Galleria degli Uffizi, che con 20.408 ingressi rappresenta praticamente un terzo del totale di tutti i musei del Polo Fiorentino, aperti durante il lungo weekend pasquale. 

SITI GRATUITI. Molto bene anche i luoghi d’arte ad ingresso gratuito: incrementi di visitatori per tre cenacoli (Sant’Apollonia, Andrea Del Sarto e Ghirlandaio), tre ville medicee (Petraia, Corsini e Poggio a Caiano) e per il Chiostro dello Scalzo di via Cavour, a Firenze.

Hai un figlio piccolo? Ecco il ”bonus nido”: cento euro in più in busta paga

Per i dipendenti di Publiacqua arriva il ”bonus nido”.

IL “BONUS”. Che, tradotto, significa cento euro in più in busta paga a partire dal mese di maggio. E’ questo l’aiuto che Publiacqua ha deciso di offrire a tutti i dipendenti con figli in fascia di età fra 0 e 36 mesi, al fine – viene spiegato – “di coprire parte delle spese dei servizi educativi come il nido e la scuola materna”. L’intervento è stato presentato stamattina dai vertici di Publiacqua: il presidente Erasmo D’Angelis, l’amministratore delegato Alberto Irace e la vice presidente Caterina Ammendola. “In questo momento di dura crisi economica – spiega Erasmo D’Angelis – abbiamo pensato di dare un ulteriore contributo concreto ai nostri dipendenti e alle loro famiglie. La spesa per i servizi educativi è una voce importante nel bilancio familiare e, avendo diverse sedi sul territorio, da Pistoia al Chianti, non è semplice organizzare asili nido interni. Così abbiamo pensato di sostenere i nostri dipendenti con un bonus a carico dell’azienda”.

CONTRIBUTI. Il contributo parte dallo scorso gennaio. Dalla busta paga del prossimo mese di maggio i lavoratori nelle condizioni previste troveranno un contributo di 100 euro al mese per ogni figlio al nido d’infanzia e di 70 euro al mese per la frequenza alla scuola materna, con il recupero delle quattro mensilità pregresse. “Publiacqua è una delle aziende idriche più grandi d’Italia – aggiunge Alberto Irace – con 647 dipendenti ed elevate professionalità in ogni settore. Con questo provvedimento continuiamo a prenderci cura anche del welfare aziendale e della qualità della vita dei nostri lavoratori sia in azienda che nel privato. Secondo una nostra stima saranno tra i 50 e i 100 dipendenti a fare richiesta per il contributo, e vogliamo essere di esempio per altre aziende”.   

FIGLI. “Abbiamo deciso il bonus a seguito delle numerose richieste – conclude Caterina Ammendola – motivate dalla necessità di tempo e assistenza a figli molto piccoli e tanti dei nostri dipendenti sono costretti a ricorrere ai servizi educativi a pagamento per risolvere il problema dell’accudimento dei figli mentre si trovano al lavoro. Così cerchiamo di aiutarli in questa importante fase di vita”. Chi ha diritto al contributo? Tutti i dipendenti con figli in fascia di età fra 0 e 36 mesi già iscritti in nidi d’infanzia pubblici o privati e che effettuano il pagamento di una retta mensile. Vale anche per coloro che hanno figli sotto i 36 mesi iscritti in una scuola materna privata fino al trentaseiesimo mese di vita del bambino. Il contributo non è soggetto a tassazione.

Leggi anche: La decisione di Publiacqua: licenza matrimoniale a un dipendente gay

In bicicletta con 100 chili di rame rubato: arrestato

Sorpreso in bicicletta con 100 chili di rame rubato: arrestato.

IN BICICLETTA. E’ successo ieri sera, quando il personale della Squadra Volante ha arrestato un cittadino rumeno di 29 anni per furto aggravato di rame. L’uomo è stato sorpreso in via Masaccio, all’ingresso di un palazzo in disuso, mentre stava trasportando a bordo di una bicicletta due grossi sacchi di cavi, asportati pochi minuti prima dalla struttura.

L’ALLARME. A dare l’allarme al 113, intorno alle 20.30, è stata una coppia di residenti che, affacciandosi dalla finestra dell’abitazione, aveva notato un gruppo di persone intente a prelevare materiale dall’edificio. Al momento del controllo, oltre a un centinaio di chili del cosiddetto “oro rosso”, l’uomo è stato trovato in possesso di una tronchese, un paio di guanti, forbici e una torcia elettrica.

LA RICOSTRUZIONE. Da una prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti, il 29enne, con la complicità di altri soggetti – rimasti ignoti – avrebbe rimosso le sbarre di metallo del cancello esterno della palazzina tranciando, una volta dentro, i cavi dai controsoffitti, dai tramezzi e dalle colonnine elettriche.

Orti sociali o sulla terrazza: contadini sì, ma (rigorosamente) di città

La verdura? Cresce sul balcone di casa

Palettina e rastrello al posto di vanga e zappa. Qualche vaso di medie dimensioni, ottimi quelli in terracotta, l’indispensabile concime, meglio se biologico, e il gioco è fatto. C’è tutto il necessario per trasformare pochi metri quadri di terrazzo in un “campo” a misura di condominio, dove far crescere verdura fresca da portare in tavola. Si parte da una spesa iniziale di poche decine di euro, mentre il risparmio sugli acquisti alimentari, dice chi si è già scoperto “agricoltore di città”, è garantito. E poi c’è la soddisfazione di aver visto crescere con i propri occhi quello che va a finire nel piatto. Piante aromatiche, ma anche pomodori, zucchine, lattuga, addirittura le melanzane: fuori dalle finestre può crescere più di quanto si creda, è sufficiente avere una buona illuminazione e seguire qualche consiglio. Con l’avvicinarsi della bella stagione, il fenomeno dell’orto sul balcone torna a impazzare anche a Firenze. Sia una moda che ricalca l’orto urbano di Michelle Obama alla Casa Bianca, una scelta obbligata per alleggerire il carrello della spesa o una decisione per controllare da vicino ciò che va a finire in tavola, fatto sta che negli ultimi tempi sono aumentati i fiorentini con il pollice verde. Lo sanno bene i negozi specializzati. “Alla fine della scorsa estate, ultimo periodo da sfruttare per le coltivazioni domestiche, tantissimi clienti chiedevano informazioni su come creare un orto sul terrazzo – racconta Simone Tofani, responsabile dell’area tecnica della Cooperativa di Legnaia – e ora con l’arrivo della primavera ci aspettiamo un nuovo boom”. Il momento migliore per iniziare è a fine marzo, in modo da evitare ritorni di freddo, con piante aromatiche (salvia, rosmarino ed erba cipollina), fragole, ravanelli e rucola. Ad aprile è la volta di basilico, peperoncini, zucchine, lattuga, melanzane e pomodori. “I vasi devono avere una grandezza adeguata – avverte Tofani – bisogna tener presente che contengono una quantità limitata di terra, quindi le piante vanno aiutate con sostanze nutritive, usando concimi da sciogliere in acqua, chimici o biologici”. Non bisogna essere necessariamente degli esperti. “La spesa iniziale si aggira intorno ai 25 euro – prosegue – la tecnica è abbastanza semplice e poi, in caso di dubbio, ci si può rivolgere ai negozi specializzati”. Una mano, sebbene a pagamento, può arrivare da Coldiretti: l’associazione degli agricoltori mette a disposizione personal trainer della zappa, tutor che forniscono a domicilio le loro consulenze tecniche. Intanto anche Slow Food Firenze ha in cantiere progetti in materia, mentre l’associazione “Fierucola” propone brevi incontri sulla costruzione di orti familiari durante gli eventi dedicati ad agricoltura e artigianato nello spazio Sam, al vecchio Conventino di via Giano Della Bella (10 marzo, 14 aprile e 12 maggio). La Bibliotecanova dell’Isolotto, infine, ha una sezione dedicata ai libri per coltivare in modo bio, oltre a vantare un suo “bibliorto” curato da un gruppo di volontari sui terrazzamenti dell’edificio.

 

Orti sociali, è boom: il ritorno alla terra di giovani e over 60

Un buon motivo per uscire di casa, ritrovarsi all’aria aperta e fare quattro chiacchiere per molti anziani. Un’occasione per lasciare l’aula e “sporcarsi le mani” per i ragazzi. Stiamo parlando degli orti sociali, quelle aree di proprietà comunale che fanno parte a tutti gli effetti del verde pubblico e che vengono affidate per (più o meno brevi) periodi di tempo ai residenti over 60 o, più recentemente, anche ad alunni e classi di alcune scuole. A Firenze vengono gestiti dai singoli Quartieri e, nei primi mesi del 2013, le aree sono state riassegnate sia nel quartiere 1, per i lotti disponibili in via Jahier nella zona delle Cure, sia nel quartiere 4, uno dei più ricchi di spazi con 72 orti a San Lorenzo Greve, 34 a San Bartolo a Cintoia e ben 275 all’Argingrosso (divisi in due lotti di 120 e 155 unità), per un totale complessivo di 381 appezzamenti. Vero e proprio fiore all’occhiello della zona, gli orti del Q4 sono dotati di tutta una serie di servizi di supporto per chi ci lavora, come impianti d’irrigazione, armadietti personali, pompe e pozzi artesiani, e proprio qui si è registrata una delle prime “incursioni” di giovani nel mondo degli orti sociali. Nel 2012, infatti, un orto è stato affidato per la completa gestione a quattro studenti dell’Istituto di Agraria. Ma fra i progetti già avviati con successo nel quartiere dell’Isolotto rientra anche il Bibliorto che, come suggerisce il nome, si propone di mixare attività agricola e formazione in biblioteca. Si tratta infatti della coltivazione di cavoli, insalata, melanzane e molte altre verdure, rigorosamente di stagione, sulla terrazza al secondo piano della BiblioteCanova dell’Isolotto. L’orto, come tutti quelli sociali, è rigorosamente biologico e viene coltivato grazie all’impegno di alcuni volontari con la passione, da molti riscoperta proprio grazie a questa opportunità, per la terra. I “bibliortolani”, come amano definirsi, sono già ben organizzati e puntano a “colonizzare” tutta la terrazza e una parte del giardino sottostante, accanto alla biblioteca. Ma gli orti sociali spopolano anche alle Piagge, dove a novembre scorso, grazie al contributo di Publiacqua, gli orti di via Piemenonte sono stati dotati di diciotto bauli di plastica per contenere le attrezzature e di sette ombrelloni. Del resto, quella dell’orto sociale è anche una scelta al passo con i tempi, che – tra l’altro – aiuta molti pensionati ad arrivare alla fine del mese, considerando soprattutto l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Proprio i vegetali, infatti, stanno registrando un incremento non indifferente dei costi. Spostandosi poi a livello internazionale, oltre al risparmio, gli altri quattro buoni motivi per coltivare un orto in città, secondo il progetto “One Planet Food” del Wwf (www. oneplanetfood.info), sono: diminuire il tasso di cemento in città, stare meno al chiuso e più all’aria aperta, risparmiare Co2 e sostenere la biodiversità.

Trippa e lampredotto, come cent’anni fa

Chiamatelo abomaso, chiamatelo “quarta parte dell’intestino bovino”, chiamatelo “cibo da strada” o “leggenda gastronomica”, dategli qualsiasi nome, ma il risultato sarà sempre lo stesso: passano i secoli, arriva la crisi, ma il panino con il lampredotto rimarrà sempre l’istituzione per eccellenza della tradizione fiorentina. Alla domanda “lo vuole bagnato?” è d’obbligo accettare, per gustarsi ancora di più il brodo dove verrà immerso il “semelle”. Sale e pepe, olio piccante o salsa verde sono a vostra discrezione.

PIAZZA DEL TIRATOIO. Simone, lampredottaio storico di piazza del Tiratoio, è il primo che incontriamo: “La clientela è eterogenea, non serviamo solo fiorentini. A livello di turisti c’è stato più movimento rispetto gli scorsi anni, grazie anche a guide e siti in cui si trovano ottime recensioni sul nostro conto. E il risultato con chi lo assaggia per la prima volta è sorprendente: il 90% delle persone ne rimane estasiato. Per me non è solo un lavoro, ma un piacere, perché portare avanti la tradizione fiorentina è un compito importante, un dovere”.

LOGGIA DEL PORCELLINO. Nella parte più turistica del centro sono due i banchi che, da generazioni, si occupano di “street food”: quello di Orazio alla Loggia del Porcellino e quello di Maurizio in piazza de’ Cimatori. “Rispetto a una decina d’anni fa il rapporto con i turisti è migliorato – racconta Orazio – ed essendo in pieno centro storico non ci possiamo lamentare. Sono venticinque anni che faccio questo lavoro, portando avanti la tradizione tramandata dal mio bisnonno, quindi sono più di cent’anni che la mia famiglia tiene alto il baluardo dei lampredottai e di un lavoro tutto fiorentino davvero gratificante, dove non sei un ‘numero’ come in un ufficio”. Stefano è cliente di Orazio da dieci anni: “Com’è i’ lampredotto di Orazio? Ne piglio quattro, meglio di così…”.

PIAZZA DE’ CIMATORI. In piazza de’ Cimatori, Maurizio non è altrettanto ottimista: “Sono tredici anni che gestisco il banchino, mio zio lo ha tenuto per trent’anni, un altro zio per quaranta. Gli affari non vanno male, ma ho notato un calo di turisti, oltre ad aver subito un aumento lo scorso anno del 50% dell’affitto del suolo pubblico: sarebbe stato meglio avere un aumento graduale anno per anno. Anche aver decentrato diversi uffici ci ha portato via clientela, e credo che l’amministrazione dovrebbe aiutare un po’ di più i commercianti, magari con più parcheggi e incrementando bus elettrici e navette. Noi trippai reggiamo perché dal lunedì alla domenica siamo sempre qui, dalla mattina alla sera: terrei aperto fino alle 4 del mattino, ma alle 21 mi vedo costretto a chiudere perché il centro si svuota”. Con tanto orgoglio, infine, ci consiglia un libro, “Trippa e Trippai a Firenze”, che tiene in bella mostra sul suo banchino. Per gustare, insieme a un ottimo panino, la storia di una tradizione gastronomica famosa nel mondo (quasi) quanto la Divina Commedia.

Domenica torna ”Vivicittà”. Nel nome di pace, diritti umani e rispetto ambientale

Di corsa per la pace, i diritti umani, il rispetto ambientale, l’uguaglianza sociale e la solidarietà tra i popoli.

LA CORSA. Domenica 7 aprile (partenza ore 9.30) torna Vivicittà, giunta alla sua trentesima edizione, abbracciando in un’unica, originale formula, atleti professionisti e sportivi della domenica che in tante città italiane ed estere, partiranno tutti allo stesso orario, con un’unica classifica in base ai tempi compensati. Per la Firenze Half Marathon l’obiettivo degli organizzatori – il Comitato Uisp Firenze – è superare i 4.500 iscritti. La manifestazione è stata presentata oggi in Palazzo Vecchio dal vicesindaco e assessore allo sport Stefania Saccardi, assieme al presidente del responsabile Half Marathon Vivicittà Marco Ceccantini e ai presidenti del Coni provinciale Eugenio Giani, dell’Uisp Mauro Dugheri e della Fondazione Tommasino Bacciotti Paolo Bacciotti.

SACCARDI. “Questa giornata – ha sottolineato il vicesindaco Saccardi – sarà anche quest’anno una grande festa di sport per tutti, con un’ attenzione speciale rivolta alla solidarietà internazionale, grazie a una raccolta di fondi per attività sportive per bambini e bambine all’interno dei campi profughi palestinesi. Per ogni iscritto infatti Uisp dona 1 euro per i progetti in Palestina/Libano con l’obiettivo di allestire 8 nuove palestre, formare nuovi operatori ed acquistare tutto il materiale necessario ad avviare le attività con i bambini. Inoltre verrà sorteggiato fra le società partecipanti un defibrillatore donato dalla Onlus ‘Regalami un Sorriso’. Da non dimenticare infine la Tommasino Run finalizzata a raccogliere risorse per l’attività della Fondazione, in questo caso destinate alla casa accoglienza per i familiari dei piccoli degenti. Come si vede tanti i motivi e i valori che mettono insieme sport, solidarietà e politiche sociali che rappresentano il valore aggiunto di Vivicittà”.

TRE POSSIBILITA’. La 21 km agonistica sarà una delle tre opportunità offerte a tutti: la gara sarà, infatti, seguita dalla 10 chilometri non competitiva e dalla Tommasino Run (ore 9.45) di un chilometro e mezzo per i bambini e le famiglie. Tre percorsi previsti, tutti con partenza e arrivo da piazza Santa Croce. Sarà possibile anche partecipare allo Walking guidato dalla campionessa mondiale di marcia Milena Megli. Anche quest’anno ai partecipanti verrà consegnata la maglietta personalizzata con una vignetta realizzata da Sergio Staino. Finora alla gara agonistica sono iscritti oltre 1.300 podisti (247 donne); 266 sono stranieri da 31 Paesi e, fra gli italiani, sono rappresentate 71 province.

Fiorentina, torna l’idea Osvaldo

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Il campionato è alle sue battute (quasi) finali e (sicuramente) decisive, ma dietro le scrivanie delle società di serie A si è già al lavoro per programmare la prossima stagione.

VERSO L’ESTATE. Da quando ha chiuso i battenti quello invernale, è subito ripartito il calciomercato in vista della sessione estiva. E ora è sempre più nel vivo. Tanti i club che cercano infatti di anticipare l’inizio ufficiale delle trattative per fare le prime mosse, e tra questi c’è anche la Fiorentina.

IL RITORNO. L’ultimo scenario sul fronte arrivi, in casa viola, è quello di un ritorno: Pablo Daniel Osvaldo (nella foto ai tempi della Fiorentina). L’attaccante ora in forza alla Roma, che aveva già vestito la casacca viola tra il 2007 e il 2009, potrebbe essere il nuovo colpo per il reparto avanzato della Fiorentina versione 2013/2014.

ATTACCO. In attesa di capire quello che succederà sul fronte cessioni (osservato speciale naturalmente Jovetic), potrebbe essere proprio Osvaldo a far coppia con Pepito Rossi la prossima stagione. Per quello che sarebbe un attacco niente male, “benedetto” anche dal ct della Nazionale Prandelli in vista del Mondiale, in programma proprio nell’estate del 2014.

ROMA. Osvaldo, infatti, non sta vivendo un momento facile alla Roma, anzi. E a giugno potrebbe finire sul mercato, dove – dicono i ben informati – potrebbe essere preso per un prezzo tutt’altro che impossibile. Insomma, un affare che il duo Pradè-Macia potrebbe non lasciarsi sfuggire. E i tifosi viola non hanno ancora dimenticato quel gol alla Juventus…

Il latte materno? Un alimento sicuro

Il latte materno? Un alimento sicuro anche dal punto di vista della contaminazione da composti perfluorurati, quelle sostanze molto utilizzate nell’industria, diffuse in moltissimi oggetti di uso comune, dalle stoviglie all’abbigliamento. A rilevarlo è uno studio condotto dal dipartimento di Scienze fisiche della Terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, che ha analizzato il latte di 49 donne residenti nel territorio senese, oltre a 81 campioni di alimenti.

LA RICERCA. La ricerca è stata recentemente pubblicata dalla rivista internazionale “Food Chemistry” (Elsevier), ed è una delle poche condotte in Italia in questo ambito, nonostante i rischi associati alla presenza di composti perfluorurati. I risultati evidenziati dalla ricerca – viene spiegato – mostrano livelli tendenzialmente più bassi rispetto ai dati riportati per il resto d’Europa e la maggior parte dei campioni di latte materno non mostra contaminazione rilevabile. I risultati sono confortanti anche per quanto riguarda l’analisi condotta su 81 campioni alimentari, acquistati nelle comuni reti di distribuzione, la cui contaminazione è risultata al di sotto della media europea. Tra le sostanze analizzate, il pesce risulta maggiormente contaminato; decisamente inferiore la contaminazione nelle carni, nel latte e nei latticini. Infine, trascurabile è risultata la contaminazione nelle uova, nei cereali, nella frutta e nella verdura.

RISULTATI. “Nel corso dell’ultimo decennio abbiamo monitorato la presenza di molti inquinanti nella dieta e nel latte materno dell’area senese, ottenendo risultati confortanti, specie se confrontati con dati provenienti da altre parti d’Europa e del mondo – spiega Cristiana Guerranti, coordinatrice della ricerca -. In Italia ci sono pochissimi dati sull’esposizione umana a sostanze come il bisfenolo A, gli ftalati o i composti perfluorurati che abbiamo considerato in quest’ultimo studio. Credo che sia molto importante che questi risultati possano uscire dai circoli scientifici e raggiungere il grande pubblico, per renderlo consapevole in modo utile, senza creare allarmismi. In particolare, per quanto riguarda il latte materno, emergono sempre i suoi vantaggi e per confermarli anche in futuro occorre ridurre l’esposizione materna attraverso dieta e stili di vita corretti”. La ricerca, in parte finanziata dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, è stata condotta da Cristiana Guerranti, Guido Perra, Simonetta Corsolini e Silvano Focardi dell’Università di Siena.