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Olmatello addio, iniziata la demolizione del vecchio campo rom
Il campo dell’Olmatello non c’è più. Le gru sono entrate in azione stamani per abbattere i container che dagli anni ’90 hanno fatto da casa a centinaia di occupanti lungo viale XI agosto, alla periferia nord di Firenze. Le famiglie che vi risiedevano, in gran parte di etnia rom, sono state trasferite da Palazzo Vecchio in strutture pubbliche o case popolari.
LA DEMOLIZIONE. A dare il via ai bracci meccanici, il sindaco Matteo Renzi e l’assessore alle politiche sociali Stefania Saccardi. La demolizione delle vecchie baracche è l’ultimo tassello del superamento graduale del campo rom iniziato nel 2009, quando all’Olmatello vivevano 140 persone, e avviato progressivamente lo scorso anno con la sistemazione delle famiglie in alloggi e strutture. “Quest’intervento rispecchia la linea adottata dal Comune nei confronti delle occupazioni: massimo rigore nel rispetto delle regole”, spiega Saccardi.
LE FAMIGLIE. “Massima attenzione, senza privilegi ma senza discirminazioni”, assicura però l’assessore, anche ai diritti delle persone. Che allontanate dal campo rom, sono state accolte in strutture alternative. “Un processo di inclusione e autonomia graduale – prosegue Saccardi – che stamani ci ha permesso di demolire il campo senza la presenza di un solo poliziotto”. Delle 13 famiglie rimaste all’Olmatello (in totale 54 persone), da gennaio fino ad oggi, quattro sono state trasferite in alloggi Erp secondo la graduatoria ordinaria, due accolte nelle strutture della cooperativa Il Cenacolo, quattro sono rintrate nel percorso di assistenza della Asp Montedomini, due hanno trovato un alloggio sul libero mercato, mentre i membri di una famiglia – in qualità di rifugiati politici – sono stati accolti al Centro Paci.
IL PARCHEGGIO. La demolizione del campo rom, ha spiegato il sindaco, farà risparmiare al Comune circa 300mila euro l’anno. “Questa amministrazione – dice Renzi – fa le cose, gli altri chiacchierano”. Cosa prenderà il posto delle baracche. L’idea è realizzarci un parcheggio che serva anche la Mercafir.
Tentano di smurare la cassaforte: il proprietario lo vede sul telefonino
Tentano di smurare una cassaforte da una villa: arrestati dalla polizia.
LA CASSAFORTE. Sono stati arrestati dagli uomini della squadra volante i due rumeni di 25 e 30 anni che, la notte scorsa intorno alle 3, completamente travisati e con guanti calzati, si sono introdotti all’interno di una villa e, una volta trovata la cassaforte – dopo aver tolto il quadro che la copriva – piede di porco alla mano, hanno cominciato a smurarla.
SUL TELEFONINO. Il proprietario dell’abitazione però, dotato di un sistema di videosorveglianza con la possibilità di visualizzare le immagini in presa diretta sul suo palmare, ha immediatamente chiamato il 113, segnalando che la telecamera a infrarossi posta a sorveglianza della porta d’ingresso era stata oscurata e che l’allarme segnalava l’intrusione di ladri.
L’ARRESTO. I poliziotti, giunti sul posto dopo pochi minuti, hanno scavalcato i cancelli di recinzione e, una volta entrati all’interno dell’abitazione, hanno sorpreso i due ladri intenti a utilizzare arnesi per lo scasso, per smurare la cassaforte contenente un ingente quantitativo di preziosi. Infatti, mentre uno dei due reggeva una grossa torcia per far luce, l’altro con un piede di porco faceva leva tra il muro spaccato dal complice con una mazza e la cassaforte. I malviventi, che non si erano ancora accorti della presenza degli agenti, appena sorpresi hanno cominciato a infierire e minacciare con gli arnesi i poliziotti e, una volta disarmati da questi ultimi, hanno tentato di dileguarsi dandosi alla fuga. Bloccati e sottoposti a perquisizione personale, sono stati trovati in possesso di un paio di occhiali da sole e tre pregiatissimi orologi da uomo subito restituiti al proprietario della villa.
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Morto Ivano Bertini. Fu fondatore del Cerm
Si è spento a Firenze Ivano Bertini, scienziato di fama internazionale e fondatore del Cerm.
LA MALATTIA. Bertini è morto sabato notte a Firenze dopo aver combattuto a lungo contro una malattia. Aveva 71 anni. Diversi gli studi importanti compiuti nel corso della sua vita, così come diversi sono stati i riconoscimenti da lui ottenuti. Bertini era docente di chimica all’Università di Firenze ed esra stato fondatore del Cerm, il Centro di Risonanze Magnetiche dell’ateneo fiorentino.
STUDI E RICONOSCIMENTI. Era membro dell’Academia Europea e dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Tra gli studi importanti da lui compiuti, quelli sulla struttura delle metalloproteine, per cui ha ottenuto la lauree ad honorem in chimica dalle Università di Stoccolma (1998) e Ioannina (2002) e in biologia dall’Università di Siena (2003).
STELLA TARGETTI. “Esprimo profondo cordoglio per lo scienziato, una raffinata intelligenza che ha fatto fare passi avanti molto importanti alla ricerca scientifica e che con i suoi studi ha reso onore nel mondo a Firenze e alla Toscana. E saluto con dolore l’uomo, un grande combattente, schietto e pieno di vitalità”. Così Stella Targetti, vicepresidente della Regione Toscana con delega alla ricerca, ricorda Ivano Bertini.
RENZI. “Firenze piange un grande uomo, un grande scienziato, un personaggio che ha dato lustro alla ricerca italiana e all’ateneo fiorentino. Solo pochi giorni fa gli ho consegnato il Fiorino d’oro della città di Firenze, in una emozionante cerimonia in Palazzo Vecchio nel giorno di San Giovanni. Un momento di gioia che abbiamo condiviso e che oggi è per me, e per l’intera città di Firenze, ancora più significativo e prezioso”. Sono le parole del sindaco Matteo Renzi. “Ivano Bertini, grande studioso e amatissimo insegnante – continua il sindaco – è stato un uomo di grande personalità, che oltre all’attività scientifica ha sempre lavorato insieme alle istituzioni, con l’obiettivo di promuovere e far crescere Firenze come una capitale della ricerca e dell’innovazione nel mondo; come dimostra il suo impegno con la Fondazione Fiorgen, operativa nel campo della ricerca biomedica”. Alle esequie del professor Bertini parteciperà il Gonfalone della città di Firenze.
Gruppo di ragazzi bloccato sulle Apuane: salvati dal soccorso alpino
Lieto fine a Canal Fondone, sulle Alpi Apuane settentrionali. L’operazione di recupero del soccorso alpino, in atto dalla scorsa notte, ha avuto il suo “happy end”. I ragazzi stanno bene e sono rientrati a casa. Cosa era successo? Ieri sera, intorno alle 21, era scattata l’allerta per il Cnsas: il 118 aveva ricevuto una chiamata da parte di un gruppo di ragazzi che si trovava bloccato sul Canal Fondone, perché una delle ragazze del gruppo non riusciva ad andare avanti.
L’ESCURSIONE. Ieri mattina, intorno alle 9, il gruppo di escursionisti, formato da quattro ragazze e due ragazzi originari di Lucca, era partito da Loc. Casa Biforco per proseguire sul sentiero CAI n° 167 verso la Valle degli Alberghi e arrivare all’attacco della Ferrata del Monte Contrario. I ragazzi, tutti ben equipaggiati e frequentatori di montagna, si sono trovati in difficoltà nella discesa quando, arrivati intorno alle 17 al Rifugio Orto di Donna nei pressi di Cava 27, hanno preso il sentiero verso la Foce di Grondilice per poi scendere lungo il Canal Fondone.
AFFATICAMENTO. Nelle vicinanze del canale, una delle ragazze ha iniziato ad avere problemi di deambulazione, per il forte affaticamento, così è scattata la richiesta di aiuto. I tecnici del Sast si sono messi in marcia e hanno raggiunto il gruppo che, complessivamente, stava bene e continuava lentamente, armato di lampada frontale e acqua di scorta, a procedere. I volontari del Soccorso Alpino, Stazione di Massa, hanno accompagnato gli escursionisti, che poi sono rientrati a casa, fino alle auto.
LA FERRATA. Monte Contrario è la più lunga, tecnicamente difficile e soprattutto fisicamente impegnativa ferrata delle Alpi Apuane: la ferrata è da considerarsi tecnicamente difficile, e sopratutto l’intera escursione, dal punto di vista fisico, richiede un impegno ancora più alto. Durante il percorso si incontra un ambiente isolato, selvaggio e praticamente disabitato, quasi del tutto esposto al sole, per cui è necessario portarsi una buona scorta d’acqua e del cibo. Soprattutto nel periodo estivo, il Cnsas raccomanda di affrontare questo tipo di escursione (con tempi di percorrenza estremamente lunghi) durante le prime ore della giornata per evitare il caldo eccessivo e un maggiore affaticamento.
Allarme caldo, da giovedì si torna a respirare?
Caldo e sole, sole e caldo. Negli ultimi giorni il cielo sulla Toscana non ha riservato grandi novità, e le temperature si sono fatte sentire. Una situazione, questa, con cui fiorentini e toscani dovranno fare i conti ancora per qualche giorno. Perché dalla seconda parte di questa settimana le cose potrebbero leggermente migliorare (anche se non troppo) almeno sul fronte delle temperature.
OGGI. Ma ecco le previsioni del Lamma per la settimana. Oggi, in Toscana, il cielo previsto è “sereno ovunque, salvo locali nubi basse al primo mattino e modesti addensamenti pomeridiani a ridosso dei rilievi. Temperature massime in lieve diminuzione”.
DOMANI. Situazione molto simile domani, martedì 10 luglio: il tempo sarà “sereno o poco nuvoloso”, con le temperature “minime in lieve calo, massime pressoché stazionarie”.
MERCOLEDI’. Mercoledì 11 il cielo sarà “sereno poco nuvoloso, salvo nubi basse al mattino ed in serata a ridosso dei rilievi di nord-ovest e sul Valdarno inferiore. Temperature minime in aumento sulle province settentrionali, massime stazionarie o in lieve calo su valori in linea con le medie stagionali”.
SECONDA PARTE DELLA SETTIMANA. Poi, da giovedì, qualcosa potrebbe succedere. Quel giorno il tempo previsto in Toscana dal Lamma è “parzialmente nuvoloso con addensamenti a tratti più consistenti a ridosso dei rilievi appenninici dove non si escludono brevi rovesci”. Venerdì 13 cielo “poco o parzialmente nuvoloso con maggiori addensamenti lungo la dorsale appenninica. Temperature in lieve diminuzione”. Con il fine settimana che si preannuncia (almeno un po’) più fresco rispetto agli ultimi due weekend, decisamente infuocati.
Dal ”bidone” di Firenze a Medjugorje: la svolta di Sara Tommasi
Dal Sexy Disco Excelsior (dove peraltro non è mai arrivata) a Medjugorje.
LA SHOWGIRL. E' lo strano percorso che sta per compiere (o meglio, che starebbe per compiere, perché visti i precedenti il condizionale è d'obbligo) Sara Tommasi, la più discussa showgirl del momento.
LO SPETTACOLO SALTATO. Riavvolgiamo il nastro. Sabato 30 giugno la Tommasi era attesa al Sexy Disco Excelsior di Firenze per quello che avrebbe dovuto essere il suo primo spettacolo dal vivo. Per l'occasione erano arrivati a Firenze fan e curiosi da molte zone d'Italia, e il locale prevedeva il tutto esaurito. Ma niente, a Firenze la Tommasi non è mai arrivata. Il suo agente aveva parlato di una sorta di “fuga” quando erano in autostrada, la mamma della showgirl aveva ribattuto dicendo che si trattava di tutt'altro, che Sara non stava bene e si trovava con lei e con il padre.
IL FILM HARD. Nel mezzo, l'ombra del film. Il primo film hard di Sara Tommasi, attesissimo dalla rete. L'uscita era in programma venerdì scorso, nonostante il tentativo di bloccare la sua distribuzione. E ora sulle rete c'è chi sostiene di averlo visto (e di esserne rimasto deluso).
“PERCORSO SPIRITUALE”. Sia come sia, a far notizia è ora l'ultimo annuncio della Tommasi, arrivato su Facebook. “Bella gente, sto intraprendendo un percorso spirituale col sacerdote Michele Barone, amico intimo di Claudia Koll. Proverò a farmi togliere tutto ciò che di diabolico attualmente c'è in me. E in futuro andrò anche in quel di Medjugorje…roba seria ragazzi, non si scherza…”: tutto questo veniva annunciato sabato. Una vera e propria “svolta”, dunque. Arriveranno nuovi colpi di scena?
Cosa era successo. ''Sara Tommasi non si trova più'': salta lo show di Firenze – Parla la mamma: ''Era con me e con il padre''
Roberta Ragusa, venerdì saranno sei mesi dalla sua scomparsa
Quasi sei mesi. Venerdì notte, ovvero la notte tra il 13 e il 14 luglio, saranno sei mesi che di Roberta Ragusa non si sa più nulla.
LA SCOMPARSA. Era infatti la notte tra il 13 e il 14 gennaio scorsi quando Roberta Ragusa sparì nel nulla. Da allora nessuna notizia, nessuna certezza, soltanto la disperazione e la speranza di chi le vuole bene di poterla un giorno riabbracciare, o almeno di conoscere la verità. Una verità che sembra ancora lontana.
LE INDAGINI. Dopo la scomparsa della donna erano partite le indagini. Controlli, perquisizioni e ricerche per dare subito una risposta al caso. Risposta che oggi, quasi sei mesi dopo, ancora non è arrivata. Tornando a quella notte di metà gennaio, il marito si sarebbe accorto soltanto all’alba dell’assenza della moglie, e avrebbe dato l’allarme. Questo quanto aveva raccontato.
PISTE E IPOTESI. Da quel momento le ipotesi sulla fine che possa aver fatto Roberta non sono mancate, tra presunti avvistamenti e momenti in cui pareva che una pista da seguire fosse stata trovata. Ora, invece, tutto tace.
LA MANIFESTAZIONE PER I CINQUE MESI. Lo scorso 13 giugno, in occasione dei cinque mesi dalla scomparsa della donna, a Gello era stata organizzata una manifestazione per tenere alta l’attenzione sulla vicenda. Un corteo per il paese, per fare in modo che il silenzio non calasse su quello diventato nel tempo un vero mistero. E’ passato quasi un mese, ma il mistero resta.
VERSO IL 13 LUGLIO. E ora? A meno di clamorose novità, venerdì Gello vivrà, suo malgrado, il sesto mese dalla scomparsa di Roberta Ragusa. E in attesa di capire se per l’occasione verrà nuovamente organizzato qualcosa, e che cosa, il web continua a farsi sentire, soprattutto attraverso i social network: il popolo di internet vuole sapere che fine abbia fatto Roberta.
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