domenica, 27 Luglio 2025
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Il sindaco dà il via alla demolizione dell’ex Esselunga / VIDEO

Ex Esselunga di viale Giannotti, via alla demolizione.

ALLOGGI DI LEGNO. Ha preso il via ieri pomeriggio la demolizione del vecchio supermercato, da tempo dismesso, che sarà ora abbattuto per lasciare il posto a 45 alloggi popolari in legno, del tutto ecosostenibili. Saranno costruiti due edifici, uno alto sei piani per 39 alloggi, e l’altro alto tre piani per 6 alloggi, con una superficie utile di circa 4.400 metri quadrati. I lavori di recupero sono stati in parte finanziati dal ministero delle Infrastrutture (oltre 2,5 milioni), in parte dalla Regione (circa cinque milioni ) e con fondi Erp di Casa spa (mezzo milione). Le case dovrebbero essere ultimate entro la primavera 2014. “Al posto di edifici dismessi – ha sottolineato il sindaco Matteo Renzi – nasceranno nuove case popolari in legno a impatto zero, proprio accanto al Centro di arte contemporanea (Ex3). La zona diventerà un luogo vivibile e sostenibile. Questa è la Firenze che vogliamo: una città verde, leader della sostenibilità”.

IL VIDEO:

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LA DEMOLIZIONE. E’ stato il primo cittadino Matteo Renzi a salire sulla gru e dare il via simbolico alla demolizione della struttura. Erano presenti, tra gli altri, Luca Talluri, presidente di Casa spa e Vincenzo Esposito, direttore di Casa spa. Nell’area demolita sorgevano, fino dagli anni ’70, le fabbriche Longinotti. Grazie all’intervento di recupero, sono stati costruiti negli anni, un centro commerciale, un centro culturale (Ex3) e alcune piazze e parcheggi.

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L’EDIFICIO. Lo scorso settembre, nell’ambito dell’iniziativa dei Cento Luoghi, è stata inaugurata una ludoteca. L’edificio è stato costruito in legno con il sistema costruttivo a compensato di tavole a strati incrociati chiamato Xlam che garantisce un’alta sicurezza sismica e tempi di realizzazione rapidi grazie alla costruzione completamente a secco e con basso impatto ambientale, sia in termini di emissioni di CO2, consumi di energia e utilizzo di materie prime. I 45 alloggi popolari, saranno realizzati con la stessa tecnica.

La Florentia conquista l’Europa

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Nella finale per l’ultimo posto in Coppa Len, l’Europa League della pallanuoto, gli uomini di Sottani hanno battuto (10-9) alla piscina Scandone di Napoli l’Acquachiara. Il gol qualificazione è stato di Razzi ad un secondo dalla sirena finale, in controfuga. Rete che ha scongiurato i supplementari. Cinque le reti di Pagani. Un trionfo per Leonardo Sottani che, con una squadra composta da giovani, ha centrato l’obiettivo nella prima stagione da allenatore.

 

Nella prima gara per il quinto posto i partenopei si erano imposti per 8-7. Domenica scorsa, nella gara di ritorno i fiorentini riuscirono a pareggiare la serie vincendo 12-11. Nella “bella” il successo della Florentia che ha stentato ad inizio stagione, ha chiuso la regular season al settimo posto, ha   giocato alla pari col Brescia nei quarti di finale play off scudetto ed ha ottenuto una qualificazione  in Europa insperata. Un bilancio più che soddisfacente per Sottani.

Il sindaco Renzi dà il via alla demolizione dell’ex Esselunga

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Ha preso il via la demolizione del vecchio supermercato in viale Giannotti. Al suo posto nasceranno alloggi di legno.

File: l’assoziazione festeggia i primi dieci anni di attività

La Fondazione Italiana di Leniterapia (File) festeggia i suoi primi dieci anni di attività sul territorio toscano.

 

L’ASSOCIAZIONE. Nata nel 2002 grazie all’iniziativa e alla sensibilità di alcuni fiorentini che si sono messi all’opera per creare una fondazione no profit che costituisse un punto di riferimento italiano nel campo delle cure palliative e che supportasse, iniziando dalla città di Firenze, le strutture pubbliche nell’offerta di servizi di assistenza ai malati oncologici, e non solo, alla fine della vita, e alle loro famiglie. Tra i fondatori ricordiamo il marchese Piero Antinori, il  Piero Morini, oggi responsabile unità cure palliative e Donatella Carmi Bartolozzi, presidente File.

L’EQUIPE. E’ grazie al lavoro integrato che la Fondazione svolge con le équipe dell’Azienda Sanitaria di Firenze e da due anni con quella di Prato, è stato possibile in questi dieci anni raggiungere 50 comuni delle due province con assistenza a domicilio, e seguire 5mila pazienti dal 2002.  Grazie ai suoi 15 operatori (7 medici, 4 psicologi, 1 operatore socio-sanitario, 3 fisioterapisti) e agli oltre 100 volontari appositamente preparati, si è potuto dare una risposta alla necessità di riconfigurare uno spazio per la cura che non sia l’ospedale, ma qualcosa di simile allo spazio domestico, dove i malati terminali possano ricollocare al primo posto la qualità della vita loro rimasta e la loro dignità di persona, andando incontro alla morte nel modo più sereno.

L’ATTIVITA’. Oltre ai pazienti, la Fondazione offre assistenza anche alla famiglia del malato terminale: dal 2009, oltre il lavoro svolto da psicologi qualificati, FILE offre la possibilità di partecipare agli incontri settimanali dei suoi gruppi di auto mutuo aiuto, rivolta a tutti coloro che hanno subito una perdita e non riescono ad accettarla e interiorizzarla. Ad oggi sono 35 le persone che ne hanno usufruito. Oltre all’attività di assistenza alle persone malate e alle loro famiglie, FILE è impegnata nell’ambito formativo, riuscendo a realizzare 9 corsi per volontari di preparazione all’assistenza in cure palliative e 2 corsi di formazione esterni per preparare i volontari provenienti da altre associazioni.

LA TESTIMONIANZA. Significativa la testimonianza di Anna Maria del Balzo, volontaria presso gli hospice: “Spesso i malati hanno la necessità di parlare di ciò cui vanno incontro, cioè della loro morte, mentre i familiari tendono a non far pesare la condizione terminale cui va incontro il loro caro: qui entriamo in gioco noi, che cerchiamo di far capire alle persone che parlare della morte non è un tabù, ma serve ad andarle incontro più serenamente. Ogni persona poi ha la sua maniera di affrontarla, c’è chi sfugge alla realtà e si nasconde dalla malattia che lo sta uccidendo, e noi rispettiamo ogni loro modo di andarle incontro: siamo noi operatori ospiti nelle strutture, non i malati che li trovano una seconda casa dove avere assistenza continua con un accompagnamento dignitoso negli ultimi giorni della loro vita”.

LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI. Per quanto riguarda la formazione degli operatori, dal 2006 ad oggi File ha finanziato 3 master in cure palliative per l’Università di Firenze, per un totale di 30 borse di studio elargite a studenti di medicina e psicologia, oltre 2 convegni internazionali e 5 corsi di aggiornamento per l’ambito sanitario, ambito dove la Fondazione vuole investire sempre di più. Va sempre ad aumentare inoltre il riscontro positivo che si sta avendo sul territorio grazie alla campagna di sensibilizzazione al tema delle cure palliative, attraverso incontri, seminari, convegni e iniziative per raccolte fondi rivolti a tutta la cittadinanza. In questi primi mesi del 2012 la Fondazione ha organizzato un ciclo di conferenze dal titolo “File per la Città”, per approfondire le tematiche legate al ‘fine vita’ attraverso diversi punti di vista, spirituale, sociale e culturale.

Roberta Ragusa, è suo il pigiama rosa trovato nei boschi?

E’ di Roberta Ragusa il pigiama rosa trovato da una cercatrice di funghi nei boschi di Montaione?

GLI INDUMENTI. Pantaloni rosa a righe, forse di un pigiama o di una tuta, slip, reggiseno, una maglia, scarpe e un asciugamano ma anche una cravatta. Sono questi gli indumenti che una donna di San Miniato avrebbe trovato mentre cercava funghi nei boschi di Montaione, a circa 45km di distanza da San Giuliano Terme. Gli abiti sono nella mani dei carabinieri e si attendono i risultati della comparazione del Dna. Molti credono che appartengono a Roberta Ragusa, scomparsa dalla sua abitazione la notte tra il 13 e il 14 gennaio scorsi. Altri, credono invece che sia l’ennesima segnalazione errata, dopo le varie testimonianze di avvistamenti avvenuti tra la Toscana, la Liguria e Miami.

L’AMANTE. Nei giorni scorsi, Sara Calzolaio, l’amante di Antonio Logli, è stata sentita dagli inquirenti. La donna avrebbe ammesso che la notte della scomparsa di Roberta Ragusa, lei e Logli si sarebbe chiamati un paio di volte. Le telefonate di cui parla Sara Calzolaio, sono state effettuate entro la mezzanotte e corrisponderebbero a quelle emerse dai tabulati telefonici di Logli. Dal primo momento, il marito della Ragusa, ha sempre dichiarato di essersi addormentato prima delle 23, ma di fronte ai tabulati, ha affermato di aver chiamato Sara due volte, prima della mezzanotte. Ma tra le due telefonate, una più breve e l’altra più lunga, ci sarebbero solo pochi minuti di distanza. Da cos’è stata interrotta la prima chiamata? Forse Roberta si era accorta che il marito stava parlando a telefono? La donna scomparsa non conosceva l’identità dell’amante di suo marito, sapeva che la tradiva, ma non con chi. Potrebbe averlo scoperto quella notte, mentre scriveva la lista della spesa e mentre il marito chiamava proprio Sara?

IL CORPO. Ma quello che più disturba i sogni dei parenti e delle amiche di Roberta, è il fatto di non avere un corpo su cui poter piangere, visto che ormai la speranza di trovarla viva, si è quasi spenta del tutto. Gli inquirenti sono infatti convinti, ormai da tempo, che Roberta sia morta, alla luce anche degli avvistamenti tardivi e errati avvenuti nel corso di questi quattro silenziosi mesi. Quello che adesso cercano, è proprio un corpo. Un corpo da restituire alla famiglia e a Gello e magari, anche un colpevole, per non lasciare in sospeso anche questo caso, com’è accaduto ormai con molti altri, nel nostro Paese.

Leggi anche: Caso Ragusa, trovato nei boschi di Montaione un pigiama rosaSi cerca nel pozzo di casa LogliRoberta Ragusa, il caso resta appeso a un filo

Super Mario a Firenze: “Stanco di sentirmi dire che devo crescere”

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E' a Firenze con la nazionale Mario Balotelli, ed è proprio da Coverciano che il calciatore si sfoga: “Sono stanco – dice – di sentirmi dire che devo crescere”, riferendosi ai recenti fatti apparsi sulle prima pagine dei tabloid inglesi (dove l'attaccante gioca).

 

NELL'OCCHIO DEL CICLONE. Super Mario infatti, di recente, è stato nell'occhio del ciclone prima per i suoi flirt con la escort Jennifer Thompson, che ha svelato diversi particolari della loro relazione e poi per i presunti baci saffici che sua sorella si sarebbe scambiata con la starlette Sara Tommasi.

MI DISPIACE PER MAMMA E PAPA'. Ma Balotelli non si sente perseguita, “Solo penso che la mia famiglia ci potrebbe rimanere male”. E della sua fidanzata non si preoccupa? A Raffaella Fico l'ardua sentenza.

Castello di Sammezzano, centocinquanta anni di architettura abbandonata

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Il Castello di Sammezzano, contornato da uno splendido parco di sequoie secolari, è in totale stato d’abbandono dal momento della sua chiusura definitiva. Da allora, in pochi hanno potuto accedere alle splendide sale progettate da Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. Ma, in un paio di occasioni l’anno, il castello viene aperto al pubblico. L’ultima volta, domenica 20 maggio 2012.

La nipote di Gandhi in vista alla farmacia storica

Figlia del quarto figlio del Mahatma Gandhi, Tara Gandhi sarà a Firenze in veste privata dopo aver partecipato come ospite d’onore all’evento di raccolta fondi del 17 maggio, organizzato a Milano dalla Fondazione Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights.

LA VISITA ALLA CITTA’. Venerdì 25 maggio, alle ore 11,30 sarà in visita al negozio storico dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella accompagnata da Adolfo Vannucci, consigliere della Fondazione Kennedy e amico personale della signora Tara. Saranno accolti dal direttore commerciale Gianluca Foà, che li guiderà nelle sale restaurate dell’antica farmacia. Tara Gandhi incontrerà poi alle ore 15 il Sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Castello di Sammezzano, centocinquanta anni di architettura abbandonata/FOTO

Il Castello di Sammezzano, contornato da uno splendido parco di sequoie secolari, è in totale stato d’abbandono dal momento della sua chiusura definitiva, nel 1999. Da allora, in pochi hanno potuto accedere alle splendide sale progettate da Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. Ma, in un paio di occasioni l’anno, il castello viene aperto al pubblico. L’ultima volta, domenica 20 maggio 2012.

I PANCIATICHI. Nel 1605 il castello di Sammezano, situato all’interno del parco di sequoie secolari nella campagna di Leccio (Reggello), fu acquistato dagli Ximenes d’Aragona e passo in eredità nel 1816, ai Panciatichi. L’aspetto attuale dell’edificio, lo si deve a Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona che, nella duplice veste di committente ed architetto, dal 1853, donò al Castello di Sammezzano, lo stile moresco. Ferdinando Panciatichi è stato, oltre che architetto, botanico, ingegnere, studioso, benefattore e aver combattuto durante il Risorgimento, un politico attivo nel territorio fiorentino di Reggello e Rignano sull’Arno.

IL CASTELLO. Visto dall’esterno, si nota subito lo stile moresco donatogli dal Panciatichi e, se lo si osserva bene, può ricordare il Taji Mahal. Ma ciò che salta all’occhio immediatamente, è la sua maestosa bellezza caduta in stato d’abbandono. Crepe, vetri rotti da vandali e un oggetti mancanti per via di qualche furto da parte di sciacalli, lasciano nel cuore dello ”spettatore”, quel po’ di malinconia mista a dispiacere. Soprattutto nelle persone che, quel castello, lo ricordano nei suoi anni di massimo splendore. Sono molti, in zona, ad aver lavorato al suo interno come camerieri, allora non attenti alla bellezza unica di cui potevano godere ogni giorni. Ma anche tanti altri che il castello lo ricordano da sempre chiuso, ma in un migliore stato, quando ancora era in vita l’uomo che lo custodiva insieme al parco. Allora, di fronte alla facciata principale, il giardino era circondato da alberelli ben curati e da una siepe in pieno stile ”palazzo reale”. Adesso è quasi tutto secco, sciupato. Così com’è il Castello. E quei pranzi ai tavoli del bar, sono solo lontani ricordi dei visitatori accorsi all’apertura straordinaria del 20 maggio scorso.

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L’APERTURA. Da quando è stato chiuso definitivamente, circa venti anni fa e nonostante la vendita all’asta del 1999, in cui i ”fortunati” proprietari (una società inglese) ne vennero in possesso, il portone del Castello è sempre rimasto chiuso ai visitatori, lasciando intrappolati al suo interno, i balli, le cerimonie e le semplici visite di pochi fortunati. Ma, da qualche anno, in occasione di due eventi importanti per la comunità di Leccio, la Sagra di Penco e la Marniatona – divenuta quest’anno Marniatrail – il Castello di Sammezzano, viene riaperto al pubblico. L’ultima visita gratuita e guidata, è avvenuta lo scorso 20 maggio, in una grigia e malinconica domenica. Ma nonostante il tempo, in molti non si sono lasciati sfuggire quest’importante avvenimento.

LE SALE. All’interno del castello sono presenti 365 sale, una per ogni giorno dell’anno e diciasette camere da letto. Tra le sale troviamo la Sala Bianca, la Galleria fra la Sala degli Specchi e l’ottagono del Fumoir, la Sala dei Pavoni, dei Gigli, delle Stalattiti, dei Bacili spagnoli, degli Amanti, degli Specchi e anche una piccola cappella. In questi spazi, concatenati e ampi, si nascondono nicchie, angoli e aperture. E ancora finestre, colonne e percorsi labirintici. Ma anche capitelli, archi, volte a ventaglio e cupole. Ogni stanza è diversa dall’altra, nessuna si ripete e mostra la propria originalità. E quella scritta ”Non plus ultra”, incisa e voluta dal Panciatichi in molti punti delle sale, dimostra la straordinaria unicità del castello e della mente del costruttore, un livello di ingegnosità non superabile da nessun altra persona. E molti sono anche i riferimenti alla letteratura, a Dante, all’Ariosto e a tanti altri. Ma non manca la religione, o per meglio dire, le religioni e vari riferimenti alla politica del tempo, alla situazione delicata di un’Italia appartente ad un epoca numericamente lontana dalla nostra, ma talmente simile da far annuire con la testa nel momento in cui si leggono le scritte incise più di un secolo fa. E quei giochi di luce fatti dal sole e dagli specchietti colorati, quei motivi in gesso che rimandano all’Alhambra spagnola, quei fori sul pavimento che un tempo formavano giochi d’acqua nel salone centrale. Tutti elementi, questi, che non possono che evocare stupore e meraviglia unitamente al dispiacere e alla malinconia, pensando alla meraviglia che in pochi hanno tra le mani e di cui, in ancora meno, possono goderne.

IL COMITATO. E per salvaguardare la bellezza che sorge tra le campagne fiorentine, a Leccio un gruppo di appassionati (Massimo Sottani -Presidente, Simonetta Alberti – Vice presidente, Ester Bulli – cassiere, Angelo Arnetoli, Gianni Simonti, Renzo Rosati), hanno dato vita al Comitato dedicato proprio a Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che nacque nel lontano 1813 a Firenze. Il comitato nasce anche con lo scopo di celebrarne l’anniversario centenario, per approfondire la conoscenza del castello, oltre che la vita del Panciatichi. Per l’occasione verranno organizzate insieme alla proprietà, alle istituzioni e ad altre associazioni di volontariato e culturali, una serie di iniziative per questa ricorrenza. Una ricorrenza importante non solo per il paese ma anche per Firenze e che verrà festeggiata anche con l’obiettivo di restituire un futuro al Castello di Sammezzano.

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Scaramuccia si dimette: Marroni nuovo assessore alla sanità

E’ Luigi Marroni il nuovo assessore regionale alla sanità.

IL NUOVO ASSESSORE. A comunicarlo è il presidente della Toscana Enrico Rossi che, a seguito delle dimissioni rassegnate da Daniele Scaramuccia, ha passato il testimone al direttore generale della Asl 10 di Firenze.

LE MOTIVAZIONI DI SCARAMUCCIA. Secondo quanto dichiarato dal governatore durante una conferenza stampa, Scaramuccia avrebbe il lasciato il suo incarico non per troppo stress come detto precedentemente, ma per un’importante offerta di lavoro appena arrivatale, come manager di una società privata.

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