giovedì, 11 Settembre 2025
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La Venere dei Medici e la chioma bionda (nascosta)

Capelli laminati d’oro, labbra tinte di rosso, fori ai lobi per ingentilirla con preziosi orecchini. La Venere dei Medici, per secoli icona della Galleria degli Uffizi e da Canova ritenuta ancora archetipo della bellezza femminile, non è sempre stata così come noi la vediamo. I restauri che – grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalla fondazione non-profit Friends of Florence – da oltre un anno stanno interessando la Tribuna e le sculture lì ospitate dalla fine del XVII secolo (come il Satiro danzante, i Lottatori, l’Arrotino e, soprattutto, la Venere dei Medici) regalano sorprese e suggestioni.

 

LA SCOPERTA. Molte infatti sono le scoperte fatte in questi mesi ma, per quanto importanti e inaspettate, cedono il passo dinanzi al ritrovamento di ampie porzioni di foglia d’oro che rivestivano i capelli della Venere dei Medici. La doratura della chioma – oggi riportata alla luce dalle indagini dei professori Pietro Baraldi e Paolo Zannini del dipartimento di Chimica dell’Università di Modena e Reggio coordinate dal dipartimento di Antichità classiche della Galleria degli Uffizi – in realtà non è una scoperta del tutto inaspettata. Come emerge dai racconti e dalle descrizioni dei visitatori settecenteschi, il biondo aureo della Venere era ancora chiaramente visibile all’epoca ed era riportato nelle guide di Galleria come una delle prove dell’alta qualità dell’opera.

LA DORATURA SCOMPARSA. In seguito a un restauro eccessivamente zelante, compiuto probabilmente al momento del ritorno della scultura dall’esilio parigino imposto da Napoleone, la doratura scomparve del tutto e solo adesso, grazie ad analisi mirate, si è potuto dimostrare che quanto vedevano i protagonisti del Grand Tour non era frutto di un’allucinazione collettiva, ma la testimonianza dell’antico ornato della splendida scultura che, con l’aggiunta della doratura e della policromia (come dimostrano le tracce di rosso riconosciute sulle labbra), raffigurava in modo mimetico e realistico il corpo di una giovane donna. Non a caso, come messo in luce i recenti lavori di ripulitura, persino i lobi della statua appaiono forati, per consentire l’inserimento di orecchini metallici che dovevano ulteriormente accentuare l’impressione di realismo.

Viaggio (caro) sui taxi fiorentini

Nove euro per soli tre chilometri. Tariffe fisse per l’andata ma non per il ritorno. E’ un viaggio nelle stangate e nei paradossi quello de Il Reporter nel mondo dei taxi di Firenze. Una prova sul campo, a bordo di alcuni dei 654 tassì fiorentini. Per scoprire che muoversi così costa caro. E non sempre i prezzi bloccati sono sinonimo di convenienza. Partiamo dalla stazione di Santa Maria Novella, tra le mete più gettonate da chi usa i tassì fiorentini. Stefano e Alessandra arrivano carichi di bagagli. La loro vacanza inizia con un piccolo salasso: il taxi che li ha accompagnati da Soffiano gli ha scucito 26,8 euro. “La prossima volta prendiamo la tramvia”, allargano le braccia.

STAZIONE DI SANTA MARIA NOVELLA. Quanto costa oggi prendere un taxi a Firenze? Cittadini o turisti, chi scende alla stazione dà un’unica risposta: troppo. Una donna racconta di 6,50 euro spesi per il viaggio da piazza San Marco. Una cifra esagerata? “Il solito…”, dice rassegnata. Tragitto simile per un 40enne romano. Partito da Palazzo Medici Riccardi ha speso 7 euro per 4 chilometri scarsi. “A Roma – fa i calcoli – per la stessa tratta in centro avrei speso 1,50 euro in meno”. Un’altra coppia in arrivo da Coverciano ha sborsato 16,70 euro. “Almeno gli abbiamo chiesto la ricevuta”, si consolano.

A CAREGGI. Ma il bello viene a Careggi, dove una corsa di circa tre chilometri arriva a costare la bellezza di 9 euro. A farne le spese è Milena, di Campi Bisenzio, che ha accompagnato l’anziano padre in chirurgia. Per non farlo affaticare, uscita dal padiglione, ha chiamato un taxi. “Per raggiungere l’ingresso di Careggi, dove avevo l’auto – racconta – ho speso 9 euro. Saranno stati tre chilometri…”. E non è l’unica sorpresa a Careggi. Prendiamo un’auto bianca diretti alla stazione centrale: spendiamo 10,30 euro. E rileviamo due cose. Innanzitutto che per recarsi all’ospedale partendo dalla stazione esiste una tariffa fissa di 10 euro che non vale per il ritorno. Un paradosso che non si riscontra in nessun’altra tratta a tariffa standard. Si spendono infatti 20 euro dall’aeroporto a un albergo del centro e viceversa, 15 per un viaggio da piazza Repubblica a Torregalli e viceversa. Careggi è l’unica meta con un trattamento diverso tra ritorno e andata. Eppure è l’ospedale più trafficato. Inoltre, il risparmio tra tariffa fissa e tassametro, almeno in questo caso, è irrisorio: soli 30 centesimi. “Se ci fosse stato meno traffico avrebbe speso ancora meno”, ci dice il tassista alla guida. Insinuando il dubbio che la tariffa standard non sia poi così vantaggiosa per i cittadini/utenti.

TARIFFE. Ma vediamo come funzionano le tariffe dei tassì (fissate dal Comune). A Firenze il tassametro parte da un fisso di 3,30 euro (2,80 a Roma, 3,20 a Milano, 3 a Bologna, 2,54 a Palermo, come rileva Unica Filt Cgil). Ogni chilometro vale 0,9 euro (0,92 a Roma, 1,03 a Milano, 1,15 a Bologna, 0,83 a Palermo). Ogni ora di viaggio ne vale 24 (23,70 a Roma, 26,86 Milano, 24 Bologna, 16,52 Palermo). Va molto meglio all’estero. Una corsa di 7 km con bagaglio e 5 minuti d’attesa per la chiamata – stima sempre Unica Filt Cgil – a Lisbona costa 7,98 euro, a Barcellona 10,92, a Parigi 11,18 euro. A Firenze, provare per credere, si spende di più: abbiamo sborsato 12,50 euro per percorrere 7 chilometri scarsi tra Borgo Ognissanti e via Kassel. Cifra che, se non ha niente a che vedere con i 31 euro di Zurigo o i 22 di Amsterdam, è superiore ai 12,18 euro di Milano e agli 11,22 euro di Roma.

Ambulanza con ferito a bordo si ribalta, grave una donna

Stava portando a casa un 17enne dopo una visita di controllo quando, l’ambulanza con a bordo il ragazzo, la madre e due infermieri, si è ribaltata.

I FERITI. L’incidente è avvenuto ieri sulla E45, all’altezza di Sansepolcro. A bordo dell’ambulanza c’erano quattro persone, rimaste tutte ferite: due infermieri, un 17enne che in un precedente incidente si era fratturato una gamba e sua madre, che è quella in condizioni più gravi.

L’INCIDENTE. L’ambulanza stava portando a casa il ragazzo da una visita di controllo alla gamba, rotta in un altro incidente. Nel ribaltamento si è lussato una spalla, si è rotto il gesso e probabilmente l’arto ha subito una nuova frattura. Restano da chiarire le cause dell’incidente.

”Quella corsa troppo cara per andare al pronto soccorso”

“Non mi sono mica fatta portare alla Pergola…”, commenta amara Lucia M. E’ arrabbiata, arrabbiatissima (anche se lei usa un altro termine) per quello che le è successo ieri mattina.

IL RACCONTO. Doveva andare al pronto soccorso otorinolaringoiatrico di Careggi: non potendo farlo in maniera autonoma ha chiamato un taxi. Taxi che l’ha portata fino alla destinazione richiesta: costo della corsa 19 euro.

TARIFFA FISSA. “Ma come – racconta – ho chiesto al tassista: ma dalla stazione di Santa Maria Novella a Careggi non c’è un costo fisso di 10 euro?”. Appunto, le avrebbe risposto il tassista, dalla stazione. Lucia M. abita in via del Porcellana, una traversa di via Palazzuolo, “ci saranno cinquecento metri di distanza” da Santa Maria Novella. Distanza che però è bastata per far (quasi) raddoppiare il costo della corsa: 19 euro quello che le è toccato pagare, contro i 10 della tariffa fissa.

LIBERALIZZAZIONI. “Io da sola non posso muovermi, prendo i taxi solo per andare all’ospedale, quando ho bisogno – si sfoga – ma in questo modo come fa uno a permetterseli? Ben vengano le liberalizzazioni, se le cose stanno così. Almeno mi fossi fatta portare alla Pergola – conclude amara – ma per andare all’ospedale…”.

L’INCHIESTA: Viaggio (caro) sui taxi fiorentini

Buio e sporco, il ”parcheggione” ora fa paura

Non solo caos, smog e asfalto dissestato: c’è anche un altro problema che affligge i giorni (e le notti) di chi abita in via Faentina. Poco oltre la bella villa Salviati, accanto alla stazione ferroviaria – attualmente non attiva – che porta il suo nome, si estende infatti una grande area parcheggio che, ormai da diversi anni, sembra diventata terra di nessuno: sporca, mal frequentata, senza illuminazione né controlli.

“ACCAMPAMENTO”. I posti al suo interno, oltre che dalle auto di qualche “coraggioso” residente (che, del resto, difficilmente riuscirebbe a parcheggiare altrove), sono stabilmente occupati da decine di camper, spesso organizzati in veri e propri “accampamenti”. “Fino a qualche mese fa – spiega Sara Breschi, che vive nella zona da otto anni – si poteva ancora vedere il lungo filo con i panni stesi che avevano attaccato da una parte all’altra della rete che divide il parcheggio dalla linea ferroviaria. E poi ovunque – prosegue – si trovano bottiglie, siringhe, lacci emostatici, materassi, preservativi e, a volte, persino carcasse di motorini bruciati. Quando lascio l’auto qui, anche di giorno, mi guardo sempre attorno. E la sera, che è tutto buio, c’è davvero da aver paura”.

NIENTE ILLUMINAZIONE. Il problema della mancata illuminazione è presto spiegato: l’intera area di sosta era stata costruita accanto alla piccola stazione Salviati allo scopo di favorire lo scambio auto-treno. E oggi che quella fermata è soppressa le Ferrovie (ancora proprietarie dell’area) hanno sospeso ogni servizio, luce compresa. Tra un’auto e l’altra, col favore del buio – denunciano i residenti, avviene di tutto: spaccio, furti, danni alle auto. “Quando, fino a 3 o 4 anni fa, la sosta era a pagamento – continua Sara – la situazione era decisamente migliore: ora come ora, sinceramente, preferirei pagare e sentirmi un po’ più tranquilla”. Più volte i residenti hanno segnalato il problema al Quartiere, presentando anche una petizione con tanto di firme. Ma trovare una soluzione immediata, a quanto pare, non è semplice.

SOLUZIONI. “Noi della commissione territorio del Quartiere 2 – spiega Francesca Nannelli – d’accordo con l’assessore competente, abbiamo da tempo intavolato un dialogo con le Ferrovie perché cedano l’area in gestione a Firenze Parcheggi. Mettere d’accordo due entità simili non è facilissimo, ma ci stiamo lavorando e continueremo a farlo finché non arriveremo a restituire decoro e funzionalità al parcheggio”. E chissà che un domani, con l’area “ex Salviati” rimessa a nuovo, non venga ripristinata anche l’attività della piccola stazione ferroviaria: una bella boccata d’ossigeno per il traffico di via Faentina.

Via Faentina, il parcheggione (sporco e buio) sarà messo in sicurezza

Il parcheggione “che fa paura” sarà messo in sicurezza.

IL PARCHEGGIO. Stiamo parlando della grande area di via Faentina all’altezza della Salviati, nata come parcheggio per l’omonima stazione ferroviaria ma caduta nel dimenticatoio (e nel degrado) dopo che la stessa stazione era stata dismessa. Cattiva frequentazione, sporco e buio totale dopo il calar del sole, per il non funzionamento dei lampioni: queste le denunce degli abitanti della zona raccolte dal Il Reporter.

VIA AI LAVORI. Ora, però, per i residenti arrivano buone notizie: l’area sarà messa in sicurezza. Lo annunciano le Ferrovie, con alcuni cartelli sistemati nello stesso parcheggio. “Attenzione, lavori di messa in sicurezza dell’area. Si avvisa che il parcheggio verrà chiuso a partire dal 15 marzo 2012. Tutti gli autoveicoli presenti devono essere rimossi entro tale data”: questi gli avvisi apparsi nell’area.

DIFFICOLTA’ A PARCHEGGIARE. Ora, per i residenti, la speranza è quella di avere a disposizione un parcheggio più pulito e sicuro. L’auspicio di chi vive in via Faentina e dintorni è comunque quello che l’area resti un parcheggio per i cittadini, viste le difficoltà di sosta nella zona.

LEGGI L’ARTICOLO-DENUNCIA DE IL REPORTER: Buio e sporco, il “parcheggione” ora fa paura

L’Italia Wave torna a casa dopo cinque anni

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L’Italia Wave, il festival rock italiano più conosciuto all’esterto, torna, dopo cinque anni, a casa: ad Arezzo. E riprenderà così il suo nome originale, Arezzo Wave.

”TORNIAMO A CASA”. “Torniamo a casa – commenta Mauro Valenti, ideatore del festival e presidente della Fondazione – ed è un ritorno voluto da tutta la città. Per questo riprenderemo il nostro nome originale, Arezzo Wave”. L’Amministrazione aretina ha ufficializzato la proposta avanzata dalla Fondazione Arezzo Wave Italia che dopo cinque edizioni sui palchi toscani e pugliesi, torna nella città in cui è nata e cresciuta, riuscendo ad imporsi tra i massini eventi europei di musica e culture giovanili.

IL CARTELLONE. Il cartellone sarà ricco di grandi nomi e a prezzi contenuti. Ma parlare di nomi è ancora presto. Quello che è certo è che sarà un festival non solo musicale ma fatto anche di arti varie come incontri, eventi letterari, spettacoli teatrali e (ovviamente) grandi concerti.

AREZZO WAVE 2012. Il festival rock si terrà ad Arezzo dal 12 al 15 luglio e il main stage sarà lo Stadio Comunale ma la città intera sarà coinvolta in una decina di spazi che ospiteranno gli eventi musicali, letterari, spettacoli teatrali e incontri.

Il gelo ha colpito (anche) la mimosa: ecco le alternative

L’8 marzo non è poi così lontano. Mentre sembra sempre più lontana la fioritura della pianta simbolo delle donne: la mimosa. Infatti, per la festa di quest’anno, la mimosa sembra scarseggiare. Ed è tutta colpa del freddo che ha investito la penisola le scorse settimane. Ma i fiorai rassicurano: ”Ci sono molte alternative”.

IL GELO. L’ondata di freddo anomalo delle scorse settimane ha rallentano la fioritura della mimosa. I fiori, quindi, ci saranno ma in minoranza rispetto agli anni passati. E se da un lato diminuisce la presenza dei ”pallini gialli”, dall’altro aumentano i prezzi. Infatti, il prezzo d’ingrosso, verrà aumentato del 15%. Una scatola da mezzo chilo di mimose, costerà ai fiorai 18 euro.

LE ALTERNATIVE. Ma i fiorai ci rassicurano: ”Di mimosa ce ne sarà meno l’8 marzo, ma questo non vuol dire che le donne non riceveranno un fiore o un mazzo intero per la loro festa”, affermano i fiorai del negozio ”Anna Masi” in via Edimburgo. Di alternative, quindi, ce ne sono. Ad esempio le Rose, gli Anemoni, le Fresie o i Ranuncoli. Tutti fiori che, anche in una situazione ”normale”, vanno a formare uno splendido mazzo profumato abbellito e decorato con la Mimosa. Rose

LA MIMOSA. Solitamente, se non si compra dai fiorai, la Mimosa viene acquistata in piccoli mazzolini ”chiusi” nella plastica. L’imballaggio, se così vogliamo chiamarlo, viene fatto con la plastica per garantire una maggior durata del fiore che, se lasciato a lungo nell’acqua, tende subito ad appassire o a ritirarsi. E’ difficile per questo trovare dei soli mazzi composti dalla Mimosa che negli anni è diventata più un fiore decorativo che il vero protagonista. I ”chicchi” gialli vengono così usati, tra gli altri, nei grandi mazzi di Rose, Anemoni, Fresie o Ranuncoli.

LA FESTA DELLA DONNA. Nei primi anni del ‘900, in un piano alto di una fabbrica degli Stati Uniti, scoppiò un grosso incendio che portò alla morte di centinaia di operaie. Le fiamme divamparono proprio l’8 marzo, giorno in cui, da allora, viene festeggiata la Festa della donna, in memoria delle lavoratrici che non riuscirono a sopravvivere all’incendio. La Mimosa è stata scelta come simbolo della Festa, perchè unica pianta in fiore in questo periodo.

Finisce l’incubo della ”sorella” della Costa Concordia

E’ finito l’incubo per i passeggeri della Costa Allegra, la ”sorella” della Costa Concordia: dopo alcuni giorni alla devriva e dopo il trasporto con un rimorchiatore, la nave è finalmente arrivata al porto di Mahé, alle Seychelles.

L’INCIDENTE. Un incendio in sala macchine aveva messo ko l’imbarcazione, che ha potuto raggiungere terra soltanto trainata da un rimorchiatore, operazione per cui è servito parecchio tempo. Ora i 627 passeggeri che viaggiavano sulla nave dovranno decidere cosa fare: tornarsene a casa o continuare la loro (sfortunata) vacanza.

A CASA O IN VACANZA. “Costa Crociere informa che i membri del ‘Care Team’ di Costa hanno raggiunto Costa Allegra ed hanno incontrato gli Ospiti a bordo per rassicurarsi sul loro stato di salute e tranquillità e per raccogliere le loro esigenze allo sbarco. Dalle richieste degli Ospiti a bordo emerge che al momento ben 376 Ospiti su 627 hanno accettato l’offerta di Costa Crociere di continuare la propria vacanza alle Seychelles. Questi Ospiti verranno alloggiati da Costa Crociere a sue spese nelle strutture alberghiere di alta qualità nelle seguenti Isole: Praslin, La Digue, Silhouette, Cerfs. Costa Crociere si occuperà anche dei voli di rientro a conclusione della vacanza. I restanti 251 Ospiti hanno deciso di rientrare a casa con i voli organizzati da Costa Crociere in partenza da Mahé nella serata di Giovedì 1 Marzo”, spiegava ieri pomeriggio Costa Crociere.

IL SECONDO EPISODIO. Per Costa Crociere, insomma, il secondo guaio in pochi mesi, dopo il ben più grave incidente della Concordia all’isola del Giglio.

Cosa era successo: Dopo la Concordia, l’Allegra: un nuovo incidente per le navi Costa / FOTOLa ”sorella” della Costa Concordia rimorchiata verso Mahè

Trasporti, è il giorno degli scioperi: ecco tutti i mezzi a rischio

Raffica di disagi in arrivo anche in Toscana oggi, giovedì 1° marzo, quando in tutta Italia è in programma lo sciopero generale dei vettori del trasporto.

LO SCIOPERO. Ecco le modalità dello sciopero in Toscana: i treni saranno a rischio dalle 14 alle 18, mentre gli impiegati potranno incrociare le braccia le ultime 4 ore di ogni turno. Anche i lavoratori di Autostrade potranno protestare le ultime 4 ore di ogni turno. Steso discorso per i lavoratori di Anas e per quelli di logistica e trasporto merci.

AUTOBUS. Proteste in arrivo anche nei porti: qui lo sciopero è in programma le ultime 2 ore per i turnisti, le ultime 4 ore per gli impianti fissi. In tutta Italia si fermeranno anche gli autobus, ma non a Firenze, dove Ataf e Linea sciopereranno il prossimo 14 marzo per la vicinanza con lo sciopero dei lavoratori di Gest (tramvia) che si è tenuto ieri, martedì 28 febbraio: le rappresentanze sindacali di Ataf hanno infatti revocato l’adesione allo sciopero nazionale del primo marzo, dopo che la Commissione di garanzia ha sottolineato l’impossibilità di privare i cittadini del servizio di trasporto pubblico a soli due giorni dallo sciopero indetto dai sindacati di Gest per ieri.

Bus, tagli e modifiche: sei linee cancellate