martedì, 29 Luglio 2025
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”Sport in libertà” nel quartiere 5

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Alta la partecipazione alla due giorni organizzata al Palamattioli di via Dei, con la possibilità di provare le discipline più diverse, ma anche con iniziative e spettacoli.

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Ilicic sbaglia un rigore e la Fiorentina pareggia col Milan

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E’ finita con un pareggio senza reti Fiorentina – Milan, gara dalle tante recriminazioni. Il rigore sbagliato da Ilicic che ha colpito il palo, un rigore negato a Kalinic, una punizione dal limite negata al Milan a pochi secondi dal fischio finale. Partita divertente con diverse occasioni da rete ma che entrambe le squadre non hanno concretizzato. Un passo in avanti nel gioco per la Fiorentina che è sembrata più equilibrata. Milan con grandi potenzialità ancora non sfruttate. Montella, ex allenatore, schiera al Franchi Bacca con Suso e Niang in attacco. A centrocampo gioca Montolivo, altro ex di turno mentre in difesa gioca Calabria. Sousa sceglie Salcedo per sostituire l’infortunato Astori. A centrocampo Sanchez gioca a fianco di Badelj. Bernardeschi titolare con Borja Valero mentre in attacco i viola si affidano Ilicic e Kalinic.

 

Primo Tempo

 

Partita vivace fin dai primi minuti. Una punizione di Bonaventura, al 4’, s’infrange sulla barriera. Un minuto dopo gran tiro di Ilicic che finisce di poco a lato della porta difesa da Donnarumma. Al 17’ Niang spreca una grande occasione dopo aver superato Tomovic e Gonzalo ma tira alto sopra la traversa. I viola reclamano un rigore per una trattenuta di Paletta su Kalinic su cui Orsato sorvola ma al 22’ arriva l’azione che poteva cambiare il match.  E’ Calabria a mettere giù Borja Valero in area. Per Orsato è questa volta rigore. Dal dischetto ci prova Ilicic che colpisce il palo alla sinistra di Donnarumma. Un errore che peserà sul risultato finale. E’ il primo rigore sbagliato dallo sloveno in serie A. Al 41’ Bernardeschi offre un’ottima palla a Kalinic che però sbaglia in scivolata. Si va al riposo a reti inviolate.

 

Secondo Tempo

 

Gara sempre vivace. Il Milan gioca molto in contropiede ma pasticcia in fase di tiro. Al 54’ ci prova Kalinic ma Donnarumma para ancora. Passano due minuti ed è Bacca ad impensierire la retroguardia viola. Salcedo però salva la situazione. Il Milan ci prova anche al 57’ con De Sciglio ma questa volta è Tatarusanu a parare. Al 66’ Borja Valero ha la palla buona ma Donnarumma è bravissimo a deviare in angolo. All’82’ i rossoneri sono pericolosi ancora con Bacca ma la sera finisce fuori di poco. La squadra di Montella macina gioco e nel recupero il neo-entrato Luiz Adriano viene steso a un metro dall’area di rigore da Tomovic ma l’arbitro lascia correre. Poteva essere una punizione molto interessante. La gara finisce 0-0.

 

L’allenatore

 

Soddisfatto, a fine gara, Paulo Sousa. “Stiamo cercando il cross e l’ultimo passaggio, sappiamo che il tipo di giocatori che abbiamo ha qualche difficoltà a creare velocità e disposizioni tattiche. Cerchiamo di migliorare con ciò che abbiamo. Dobbiamo – aggiunge l’allenatore – mantenere questo spirito che sta crescendo, ho visto molta cattiveria e voglia di vincere. L’atteggiamento è quello giusto, stiamo creando variabilità di gioco e sicuramente se manteniamo queste caratteristiche andremo lontano”.

Un nuovo look per piazza Dalmazia

Piazza Dalmazia si veste di nuovo. Venerdì 23 settembre è stata inaugurata la “nuova” piazza nel centro del quartiere 5. La parte nord di piazza Dalmazia ospiterà ora una parte dei banchi del mercato rionale la mattina e nelle altre ore sarà uno spazio a disposizione dei cittadini. Per l'occasione molti cittadini si sono radunati per assistere al taglio della fascia tricolore, che segna ufficialmente l'inizio della nuova vita del piazzale. “Il progetto rientra nell'opera di riqualificazione di tutti i luoghi limitrofi al centro – ha affermato il sindaco Dario Nardella – vogliamo che questa parte della città venga vissuta al meglio”.

la sistemazione della piazza

Per quanto riguarda la sistemazione della piazza – spiegano da Palazzo Vecchio – il progetto ha riguardato il triangolo nord prima occupato dalla strada e dalle aiuole spartitraffico. Si è proceduto alla ripavimentazione dell’area, che è stata leggermente rialzata, con materiali idonei per ospitare i banchi del mercato (un asfalto colorato con profilature di pietra). Sono stati mantenuti sia gli alberi sia il monumento ai Caduti all’interno di uno spazio verde. Sono state collocate alcune panchine in pietra sotto le quali sono posizionati i quadri elettrici necessari per i banchi del mercato non alimentare.

“È un primo passo che rappresenta un tassello della complessiva riqualificazione della zona che si accompagna ai lavori della tramvia. Ed era molto attesa dai cittadini”, ha detto il sindaco Dario Nardella. Che, sui cantieri del tram, ha aggiunto che “procedono tutti a pieno ritmo. Il prossimo obiettivo è la riapertura della direttrice Fortezza-Careggi da Statuto e fino a via Taddeo Alderotti e del sottopasso Milton-Strozzi, un'opera che dovrebbe terminare con un anno di anticipo”. “Sono consapevole – ha continuato il sindaco – dei disagi provocati da questi cantieri, ma questa non è la Firenze che avremo tra un anno e mezzo. Quello che sarà ciò che abbiamo già visto con linea 1: meno traffico, meno inquinamento, più servizi”.

l'altra parte della piazza

E a breve inizieranno anche i lavori relativi all’altra parte della piazza, quella davanti al cinema. Qui saranno trasferiti i banchi del settore alimentari, attualmente in via di Rifredi. In questo caso – fa sapere il Comune – si tratta di interventi modesti, ovvero alcune modifiche delle aiuole e la ripavimentazione dell’area.

Ponte alla Vittoria compie 70 anni

Non uno ma tre ponti, che custodiscono la storia di quattro leoni “dimenticati” e del sogno di una “terza corsia” sull’Arno. Ma andiamo per gradi. In principio fu sospeso. Poi fu soppiantato dal moderno cemento. Infine, dopo essere caduto sotto le mine tedesche, è risorto.

Ponte alla Vittoria, nella veste in cui lo conosciamo oggi, compie settant’anni: fu inaugurato il 24 settembre 1946 dopo che gli alleati decisero di farlo ricostruire d’urgenza. L’ultimo a saltare in aria, difeso invano dai partigiani, ma il primo a rinascere. Allora come adesso era un’arteria di comunicazione strategica.  Una funzione che ebbe fin dalle origini.

Dal Ponte Sospeso a Ponte alla Vittoria

Il “nonno” di Ponte alla Vittoria si chiamava Ponte San Leopoldo: nel 1835 il Granduca Leopoldo II ne ordinò la costruzione per collegare la via regia Pisana e Livornese alla strada per Pistoia. Ci vollero due anni di cantieri per tirare su la struttura, una passerella di ferro sostenuta da cordoni ancorati a due coppie di alti piloni.

Per attraversare il ponte sospeso – da cui deriva il nome della vicina via del Ponte Sospeso – bisognava pagare dazio. Ponte sospeso che rimase in servizio fino al 1932: accanto al “vecchio” collegamento, che ormai versava in cattive condizioni, fu costruito il ponte “gemello”, questa volta in cemento (foto).

I quattro leoni del ponte

Il collegamento in ferro fu demolito e i quattro leoni che ne ornavano i due imbocchi hanno adesso “casa” altrove: una coppia sorveglia viale degli Olmi, nel parco delle Cascine, a due passi dalla fermata della tramvia, mentre l’altra si trova ai piedi del viale del Poggio Imperiale.

Il nuovo ponte, intitolato alla vittoria nella Prima Guerra Mondiale, durò dodici anni: all’alba del 4 agosto 1944 venne abbattuto dai tedeschi. Oggi sul “nuovo” Ponte alla Vittoria sfreccia ogni giorno un serpentone di auto, tanto da essere “famoso” per gli ingorghi.

La terza corsia su Ponte alla Vittoria?

Per questo, in tempi recenti era stata ipotizzata la “terza corsia” sull’Arno, ossia di ampliare la carreggiata, con un’idea dell’archistar Santiago Calatrava: fuori i marciapiedi, “sospesi” ai lati del ponte, dentro – al posto dei percorsi pedonali – una corsia in più per senso di marcia. La bozza di progetto, lanciata nel 2002 durante i lavori per il sottopasso di piazzale Vittorio Veneto (che inizialmente doveva avere anch’esso tre corsie per verso), è poi finita nel cassetto.

Nella Firenze che viaggia a 30 all’ora

In Europa la tendenza c’è già da decenni. Si tratta delle zone a 30 km/h, pensate per aumentare la sicurezza di chi si sposta e rendere le città più vivibili. Da sempre baluardo delle associazioni di ciclisti, che ne evidenziano i vantaggi, a partire dall’incolumità di automobilisti e (soprattutto) pedoni, ma anche per l’ambiente (proprio la riduzione dei limiti di velocità era stato uno dei rimedi antismog proposti lo scorso inverno). 

Per quanto riguarda la sicurezza, l’evidenza scientifica sottolinea che, mentre l’urto con un’auto che viaggia sotto i trenta chilometri orari equivale a una caduta dal primo piano, il che signifi ca molte più probabilità di sopravvivere, l’urto a cinquanta all’ora corrisponde a una caduta dal terzo piano, con le conseguenze che questo comporta.

La mappa della Firenze a 30 all'ora

In totale, a Firenze – spiega il Comune – rientrano in “zona 30” 135 chilometri di strade. Si tratta di aree disseminate in varie parti della città, a partire dall’area Unesco del centro storico, in cui fin dal 1992 l’amministrazione ha ritenuto opportuno abbassare il limite di velocità.

Altra zona dove anche chi viaggia sotto i canonici 50 km/h è già fuori legge è il parco delle Cascine: in quanto parco urbano monumentale, chi lo percorre deve stare sotto i quaranta. E il limite è ridotto anche nell’area ex Fiat di Novoli, attualmente oggetto di interventi di riqualificazione urbana.

Spostandosi ancor più verso la periferia, nel centro storico di Brozzi-Quaracchi il limite di trenta chilometri orari vige dal 2007. E la riduzione obbligatoria della velocità è stata confermata nel 2013, dopo gli interventi di riqualificazione. Ci sono poi altri casi di limiti temporaneamente ridotti a causa di cantieri stradali o per la realizzazione delle nuove linee della tramvia. E ancora, in città si possono trovare vari tratti di strada dove il limite è stato fi ssato a 30 km/h a seguito delle segnalazioni dei residenti.

Limiti di velocità e multe

“A Firenze possiamo dire che, a parte alcune aree ben definite, le zone 30 km/h sono a macchia di leopardo – fanno sapere dal Comando della Polizia Municipale – ad esempio si tratta di alcune centinaia di metri di una strada in cui vige il limite canonico dei 50 km/h, che per ragioni di particolare pericolosità sono state portate a trenta, come in via San Domenico. La situazione – spiegano ancora – è diversa da altre città d’Europa, dove le zone a 30 km/h sono studiate a priori e riconoscibili, e al limite di velocità ridotto si accompagnano altri accorgimenti come dossi,  segnaletica, riduzione dello spazio per le auto in sosta e così via. A maggior ragione, ai cittadini si consiglia di porre attenzione ai cartelli, perché la sanzione per aver superato di dieci chilometri orari il limite dei trenta può costare 169 euro con decurtazione dei punti sulla patente”.

Vigilandia, tutti a lezione dal professor vigile

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Gesso e cimosa? No, fischietto e paletta. In cattedra sale il “professor vigile” per insegnare le regole della sicurezza stradale a piccoli pedoni e ciclisti in erba. Come comportarsi in bici, dove guardare prima di attraversare la strada, cosa fare per essere dei passeggeri modello: tanti gli argomenti d’esame.

Da 35 anni la polizia municipale di Firenze ha un “nucleo speciale”, Vigilandia, preparato per una missione: entrare nelle scuole. “Qua iniziamo a far crescere adulti consapevoli”, spiega Carlo Rinaldi, uno dei due “agenti scelti” della sezione Vigilandia. Alla coppia di vigili-professori si affiancano altri 55 colleghi, in servizio nei reparti convenzionali e formati per fare lezione.

Migliaia di bambini a lezione

Tra il 2015 e il 2016 sono stati coinvolti circa 5mila bambini e anche durante quest’anno scolastico il team entrerà nelle terze, quarte e quinte delle scuole primarie di Firenze. Prima la teoria, poi
la pratica: due ore in classe per capire le basi e poi una mattinata di attività nel campo-scuola allestito a San Salvi. Si tratta di una cittadella della sicurezza stradale dove i piccoli inforcano la bici e si muovono lungo un percorso protetto che riproduce una strada, con cartelli e semafori a dimensione naturale per imparare le regole grazie a un obiettivo: raccogliere le dieci lettere, presenti
sul tracciato, che compongono la parola “Vigilandia”. Ognuna vale dieci punti.

Vigilandia San Salvi Firenze

Attenzione però alle multe: ogni infrazione “costa” 15 punti. Un esempio: per i bimbi di quinta non segnalare con il braccio la svolta comporta una penalità. “Più che un gioco è una vera e propria
attività di educazione
– fa notare l’agente Rinaldi – sulla strada non si scherza”. Questo autunno i vigili entreranno anche in alcune scuole dell’infanzia fiorentine, per insegnare ai bambini di 5 anni
come essere buoni passeggeri e pedoni attenti.

Per finire, non resta che indicare la regola principe per chi cammina lungo le strade. “Quando si attraversa – precisa Carlo Rinaldi – è bene guardare prima a sinistra e poi a destra, differentemente da come spesso viene insegnato”.

Giornate del patrimonio 2016: musei a un euro

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Anche a Firenze tornano le Giornate europee del Patrimonio, organizzate  dal Ministero dei beni e delle attività culturali.  Durante il weekend del 24 e 25 settembre 2016 sono in programma aperture serali straordinarie dei musei, visite guidate ed eventi nei luoghi d’arte.

Un esempio? La musica sotto il Loggiato degli Uffizi, sabato 24, con  l’esibizione del coro “Animae Voces”, composto da 25 elementi tra le 19 e le 21.30 circa.

Giornate del patrimonio a Firenze

Per quanto riguarda l’accesso ai musei di Firenze durante le Giornate del patrimonio 2016, la sera di sabato 24 settembre saranno aperti con un biglietto di ingresso simbolico a un euro la Galleria degli Uffizi (solo dalle ore 19 alle 22), il Museo del Bargello (nella fascia oraria che va dalle 20 alle 23), il Museo archeologico (dalle 20 alle 23, con viste guidate alle 20.30 e alle 21.30) e il Museo di San Marco (in orario 20.00-23.00 con due visite guidare al Chiostro dei Silvestrini alle ore 20.30 e alle ore 21.30).

Sabato 24, apertura in notturna anche per i Cenacoli di Andrea del Sarto e di Ognissanti, entrambi dalle 20 alle 23, mentre nel Cenacolo di Sant’Apollonia venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 settembre, alle ore 12.00, sono previste visite guidate con prenotazione obbligatoria (tel. 055.2388608). La Villa medicea della Petraia sarà aperta sabato 24 dalle 19 alle 22 con alle 20 lo spettacolo teatrale “Spettacolo a casa sua”.

Musica e teatro nei luoghi d'arte

Sabato e domenica il Giardino della Villa di Castello ospita alle 14.30 e alee 18.30 “Il giardino della bizzaria” itinerari di musica, letteratura, arte e natura, in collaborazione con il Comitato Giovani Unesco, LAAV, Toscana Music Pool e gli Angeli del bello.

Infine due appuntamenti per domenica 25:  alle ore 11 nel Museo di Palazzo Davanzati è in programma un concerto  dell’Ensemble Musica Ricercata che prevede l’esecuzione di “Madrigali”, in occasione  dei 500 anni dalla prima stampa dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto (il concerto è  incluso nel prezzo del biglietto); alle ore 16 nel Museo Nazionale del Bargello è previsto l'evento “Ritratti di Signore”, visita  straordinaria con il direttore, Paola D’Agostino, anche questo incluso nel prezzo del  biglietto.

Sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali si trova il programma dettagliato degli eventi previsti per le Giornate del patrimonio.

Sanità, assolto il chirurgo Macchiarini

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E’ stato assolto “perché il fatto non sussiste”. Assoluzione per il chirurgo Paolo Macchiarini nel processo che lo vedeva imputato per i reati di truffa e tentata truffa.

E’ questa la sentenza del gup del tribunale di Firenze, che è arrivata ieri.

San Donato in Polverosa, chiesa ”nascosta” dai cantieri

Oggi seminascosta tra i cantieri limitrofi, la chiesa di San Donato in Polverosa, in via di Novoli, cela un passato antico, carico di storia e leggende. Si racconta che la sua costruzione risalga all’anno 1000, quando una principessa pagana giunse nelle terre ancora vergini alle porte di Firenze: una volta abbracciata la fede cristiana, la fanciulla decise di costruire la sua residenza in quell’area, insieme a una chiesa e a una torre.

La storia della chiesa

Nel 1187 il sultano dei turchi di Siria Salahaddin, meglio noto come Saladino, abbatté il regno di Gerusalemme ed entrò nella Città Santa. La conquista musulmana del Santo Sepolcro spinse l’Occidente verso la terza crociata, organizzata sotto il pontificato di Clemente III, che designò come legato apostolico Gerardo, vescovo di Ravenna.

Fu così che, il 2 febbraio del 1187, Gerardo consacrò la chiesa di San Donato in Polverosa, indicando l’edificio come luogo di partenza per i crociati fiorentini. In memoria dell’evento rimane oggi la festa patronale della chiesa, celebrata ogni anno il 2 febbraio, giorno dell’antica consacrazione.

Intorno al 1239, il monastero venne concesso ai Frati Umiliati, che vi portarono l’arte della lavorazione della lana, sfruttando la grande quantità di acqua a disposizione. Dopo quasi vent’anni, la proprietà passò alle Monache Agostiniane di Santa Cristina, e nel 1322 fu ceduta alle monache del monastero di Santa Maria Maddalena delle Convertite.

chiesa San Donato in Polverosa via di Novoli Firenze

San Donato in Polverosa alla ricerca del suo “cuore”

Queste ultime vi restarono fino al 1809, anno che segna la soppressione degli istituti religiosi operata dai francesi: lasciato dai nuovi proprietari, il monastero fu comprato dal principe Nicola Demidoff, che vi costruì la sua residenza, mentre la chiesa fu riaperta al culto solo negli anni ‘60. Durante il decennio del “miracolo italiano”, don Franco Bencini, parroco dal 1963 al 2003, si dedicò alla ricostruzione, materiale e spirituale, della nuova parrocchia

“Grazie all’opera di Bencini la chiesa è divenuta un punto di riferimento del quartiere, recuperando la sua antica funzione sociale e spirituale – spiega padre Giuliano Riccadonna, attuale parroco della chiesa di San Donato in Polverosa – le attività oggi sono numerose, dai centri estivi per i ragazzi fino al doposcuola, passando dal sostegno domiciliare verso gli anziani. Mi auguro che presto, nei prossimi mesi, la chiesa possa riavere la piazza antistante, in particolare il suo ingresso centrale, chiuso per via dei lavori – conclude – grazie alla riapertura dell’ingresso principale, la parrocchia ritroverebbe il suo cuore”.

”Firenze non si fermi a guardare il passato”

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Rispetto per il passato, ma anche per il presente. Se per anni l'attenzione si è catalizzata principalmente sulle opere monumentali che segnano la memoria della città di Firenze, è giunta l'ora di rivolgere lo sguardo anche agli edifici più moderni.

A fare il punto della questione è stato Giovanni Carbonara, professore all'Università “La Sapienza” di Roma ed esperto del restauro architettonico, in occasione del corso: “Il restauro dell'architettura moderna: come e perché”, organizzato da Ordine e Fondazione degli Architetti di Firenze e Assorestauro con il sostegno di Rfi – Gruppo Ferrovie dello Stato, in corso alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella.

tra passato e presente

Il passato di Firenze è stato molto interessante – come sottolinea lo stesso Carbonara – con strutture e monumenti di grande valore, tuttavia la cura rivolta nei confronti delle grandi glorie passate deve essere attuata anche per le opere moderne. “La città non si dovrebbe fermare a guardare il passato, l'attenzione alla conservazione delle testimonianze del moderno merita la stessa cura dell'antico e risponde agli stessi principi”, spiega.

A tal proposito il professore interviene commentando anche la questione della Loggia di Isozaki, con due ragionamenti: “Il primo riguarda un concorso fatto, espletato e poi rimasto a metà, interrotto: cosa che mi lascia molto perplesso. L'altro riguarda la sostanza e il giudizio dato a suo tempo. Non so se la Loggia sia quanto di più adatto ci possa essere a questa città, a questa architettura. Moderno vuol dire tante cose e il caso di un inserto moderno accanto a un edificio antico richiederebbe forse un'attenzione particolare e una lettura storica della preesistenza per poter fare un'architettura che non abbia tratti di gestualità ma che sia espressione di ciò che si è capito dell'antico”.

Soprattutto a seguito del terremoto del 24 agosto, che ha colpito violentemente il Centro Italia, il professore ha voluto sottolineare l'interconnessione tra restauro, sicurezza antisismica ed estetica sostenendo la validità di interventi di miglioramento strutturale.

il corso formativo

Il corso formativo proseguirà anche domani 23 settembre, per riproporsi poi il 14 e il 15 ottobre e il 4 e il 5 novembre con lezioni e laboratori sulla Centrale termica del Mazzoni e la Palazzina Reale del Michelucci.