Un’avventura iniziata nove anni fa e cresciuta insieme ai suoi protagonisti. Un marchio di moda che si fa web magazine per approfondire temi come la brand generation e le sue storie, chi pagherà il debito e cosa sono le agenzie di rating, il presidente Obama che canta all’Apollo Theater e l’intervista a Marky Ramone e così via. Una redazione che conta, di base, una ventina di collaboratori under 30 pronti a raccontare la loro versione del mondo: quello che è e quello che vorrebbero. Ecco Goldworld, www.goldworld.it, il sito che, promette il team che lo ha creato e lo gestisce, “approfondirà nuovi argomenti”.
NON SOLO STREET. Non più solo streetwear, musica e graffiti, ma anche innovazione tecnologica, moda e graphic novels, design e multimedia, scienza e fantascienza, nuovi sport e viaggi fuori dagli schemi”. “Il progetto – continuano i suoi promotori – ha persino l’ambizione di affrontare l’attualità politica e sociale, con testimonianze, analisi e opinioni personali che invece di alimentare preconcetti da tifoserie da stadio aiutino a comprendere la vera portata dei problemi”. Alle sue spalle, c’è Omar Rashid, il 33enne diplomato al Polimoda ma con esperienze parigina e statunitense che ha aperto nel settembre 2003 – nove anni fa, appunto – il primo select store Gold in via Verdi. A metà fra negozio e studio grafico con un occhio particolare per la street art, il punto vendita di via Verdi lascia spazio negli anno successivi a tre altre creature: lo stesso negozio si trasferisce nel frattempo nell’area più commerciale di via Gioberti, mentre nel 2011 aprono Logic, club situato nel centro fiorentino, dedicato a concerti, corsi, workshop, mostre ed eventi di vario genere e Multiverso, impresa collettiva basata sul coworking e quartier generale di Goldworld, come lo definisce Omar.
IL NUOVO MAGAZINE. Nonostante l’apertura al mondo editoriale, capitanata dalla collaborazione con il giornalista italiano ma da anni impegnati negli Usa Luca Neri, il cuore di Gold, progetto nato per smuovere e promuovere l’affermazione della street culture nel panorama fiorentino, resta l’abbigliamento, anzi lo street wear. T-shirt brandizzate, jeans, che uniscono tradizione e innovazione e vogliono risultare vestibili e longevi, felpe da strada e borse con il messaggio “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” restano il primo amore di Omar, direttore creativo esecutivo che ha saputo coinvolgere nella sua avventura da Elio e le Storie Tese a Clet.