“Il restauro – aggiunge Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi – ha restituito possibilità di lettura insospettate alle tavole erratiche del polittico. Lettura che risulterà grata e fruttuosa quando, fra qualche giorno, queste stesse tavole saranno esposte alla mostra dell’Accademia accanto ad altre del sublime pittore lombardo. Lì i piccoli cori affollati di beate figure, dai vividi colori, e le coppie più grandi di santi leveranno alla Vergine, incoronata regina dei cieli, un inno nuovo, e perfino inatteso rispetto al canto esangue e sfibrato – quando non proprio addirittura afono – che prima del restauro appena s’avvertiva”. La pulitura è stata eseguita da Muriel Vervat, sotto la direzione di Angelo Tartuferi, Direttore del dipartimento dell’arte dal Medioevo al Quattrocento della Galleria degli Uffizi, un’operazione che consente ora di apprezzare in maniera esaltante la superba qualità della stesura pittorica che molti critici hanno in passato descritto.
Si può dire che i restauratori hanno vissuto un’esperienza simile a quando sono stati riportati alla luce e alla vita gli affreschi della Cappella Sistina, e che fortunatamente l’opera di Giovanni da Milano si è conservata nei colori e nella struttura inalterata e ha superato i vari vecchi interventi di restauro, cosa assai rara, considerando le tecniche invasive utilizzate in passato, dovute alle minori conoscenze nel campo del restauro. Ciò che colpisce maggiormente in questo è il recupero davvero stupefacente della felice qualità pittorica, che fortunatamente si presenta quasi intatta. L’artista ha usato il blu di lapislazzuli per far risaltare le figure e arricchire l’opera, mentre l’oro è stato lavorato con un abilità da orafo. Questi due accorgimenti consentivano all’opera di risaltare alla tenue luce delle candele.
Purtroppo due elementi del polittico sono andati perduti, ma questo restauro ha restituito al suo originario splendore quest’opera.Di questo grandioso polittico che il Vasari vide nel coro della chiesa di Ognissanti, attribuendolo giustamente a Giovanni da Milano (documentato a Firenze e a Roma, dal 1346 al 1369), si conoscono a grandi linee le vicende storiche e conservative grazie all’avvincente ‘inchiesta’ condotta da Mina Gregori nel 1972. Smembrato nel corso dei secoli, sappiamo che la tavola centrale con l’Incoronazione della Vergine, arrivata fino a noi in stato frammentario, è conservata oggi al Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires.¼br> In San Pier Scheraggio si presenta il restauro dei cinque elementi laterali e dei cinque elementi del gradino di base, di proprietà della Galleria degli Uffizi. I primi cinque raffigurano Santa Caterina d’Alessandria e Santa Lucia, nei tondi superiori il Padre Eterno e il Caos; Santo Stefano e San Lorenzo, nei tondi superiori La separazione della Luce dalle Tenebre; San Giovanni Battista e San Luca, nei tondi superiori La separazione della Terra dalle Acque; San Pietro e San Benedetto, nei tondi superiori La creazione degli Astri e del Giorno e della Notte; San Giacomo Maggiore e San Gregorio, nei tondi superiori La creazione degli Animali. Mentre i secondi cinque rappresentano: il Coro delle Vergini, il Coro dei Martiri, il Coro degli Apostoli, il Coro dei Patriarchi e il Coro dei Profeti.¼br> Il cronista seicentesco Antonio Tognocchi di Terrinca nella sua preziosa descrizione manoscritta della chiesa e del convento di Ognissanti (1691), indicava già il polittico mancante della predella di base, mentre in apparenza tutte le altre parti erano ancora integre. Ci riferisce anche, che dopo essere stato rimosso dall’altare principale della chiesa il complesso fu trasferito nella Cappella del SS. Nome di Gesù, dalla quale fu ulteriormente spostato nel 1666 nella Cappella Gucci-Dini, dove fu sottoposto ad un restauro da parte del pittore Francesco Martellini. Lo smembramento più significativo del polittico dovette verificarsi tuttavia nel periodo compreso fra la descrizione del Terrinca (1691) e la pubblicazione del secondo volume dell’opera di Giovanni Lami (1758), poiché quest’ultimo menziona cinque elementi e allude implicitamente alla mancanza dello scomparto centrale.
La collocazione del polittico all’interno del complesso percorso di Giovanni da Milano è stata assai dibattuta dalla critica, alla luce dei risultati della pulitura cui sono stati sottoposti i pannelli superstiti, la datazione è ascriviblile intorno al 1360. Ciò che colpisce maggiormente in questo restauro, è il recupero davvero stupefacente della felice qualità pittorica, che fortunatamente si presenta quasi intatta. Questo stato di conservazione davvero eccellente induce a ritenere che il polittico sia scampato alle consuete puliture sconsiderate che venivano spesso praticate in passato. La superficie pittorica era offuscata da uno strato compatto di colla pigmentata che impediva totalmente la leggibilità dell’opera, oscurando la brillantezza dei colori. Restaurata nel 1861 da Ulisse Forni, al momento del suo acquisto da parte dello Stato italiano, l’opera non fu più sottoposta ad interventi fino al 1954, quando tutto il polittico fu patinato con una stesura di colla e furono aggiunti dei pigmenti bruni e neri. “…Il dato visivo più rilevante – sottolinea Angelo Tartuferi – ricavabile dalle parti superstiti del grande complesso al termine del restauro attuale, consiste nel nuovo, inatteso timbro cromatico, che certamente abbiamo avuto la fortuna straordinaria di recuperare in maniera pressoché coincidente con quella originale…”.
“Ogni restauro ha una sua storia, – ha concluso Maria Vittoria Rimbotti, Presidente dell’Associazione Amici degli Uffizi e Friends of Uffizi Gallery Inc. – ogni restauro induce sensazioni diverse. E questo appena compiuto sui pannelli del polittico di Giovanni da Milano è stato per noi davvero fonte di sorpresa, quasi una rivelazione: vedere riemergere le delicate e vibranti cromie dei panneggi, delle capigliature, è stata un’esperienza dei sensi, un’avventura culturale. Il risultato è ora sotto gli occhi di tutti e ci rende orgogliosi: è così ogni volta, quando viene a rinnovarsi la felice occasione di poter collaborare con il grande museo fiorentino, che abbiamo l’onore di sostenere già da quindici anni, da quando – a seguito del vile attentato del 27 maggio 1993 – nacque la nostra associazione”.Per l’occasione esce per i tipi del Centro Di il Pieghevole n. 37 della collana Gli Uffizi. Studi e Ricerche: Il restauro dei pannelli del Polittico di Ognissanti.
Giovanni da Milano Polittico di Ognissanti, Galleria degli Uffizi, San Pier Scheraggio19 maggio – 25 maggio 2008, Ingresso libero Orario: dalle ore 10 alle ore 17, lunedì chiuso. Informazioni: Welcome desk 055/213560 – 055/284034
Il Polittico di Ognissanti restituito a nuova vita
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