mercoledì, 16 Ottobre 2024
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In scena Ecoute-moi, spettacolo per non vedenti

Ai Cantieri Goldonetta domani sera andrà in scena 'Ecoute-moi': in scena due danzatori non vendenti, ad assistere una ventina di ragazzi non vedenti ognuno affiancato da ballerini professionisti che ricreano per loro lo spettacolo.

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 Lo spettacolo, previsto per domani sera ai Cantieri Goldonetta, è stato presentato questa mattina, 11 novembre, in Palazzo Vecchio. La coreografia è stata ideata da Virgilio Sieni e sarà interpretata da due ragazzi non vedenti, Dorina Meta e Giuseppe Comuniello, del gruppo di lavoro ‘Damasco Corner’.

Insieme al pubblico vedente, assisteranno a ‘Ecoute moi’ una ventina di giovani non vedenti che arrivano da Belgio e Polonia nell’ambito del progetto europeo ‘Citizens among citizens’, coordinato dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Firenze e che prevede scambi tra persone non vedenti europee.

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“Questo spettacolo – ha affermato Cruccolini, capogruppo di Sinistra per Firenze – si propone l’abbattimento dei muri e delle barriere dei pregiudizi che ancora permangono verso le persone non vedenti o le persone disabili in generale, e riesce a creare una relazione, un contatto tra un’arte che a prima vista sembra essere preclusa a un non vedente”. “Seguo con estremo interesse le attività di Virgilio Sieni da tanti anni – ha aggiunto – e noto che spesso si cercano eccellenze al di fuori dalle mura domestiche non valorizzando quanto già di bello abbiamo in casa. I progetti di Sieni sono un patrimonio cui dare sempre più rilevanza”.

“Dal gennaio scorso – ha spiegato il regista Sieni – ho iniziato a lavorare e incontrare un ragazzo non vedente, Giuseppe, poi raggiunto da un’altra ragazza cieca, Dorina. Con loro abbiamo esplorato varie possibilità di movimento e di percezione dello spazio. Si è trattato dell’inizio di un percorso condiviso che abbiamo deciso tutti insieme di proiettare verso un lungo viaggio: la costruzione di una compagnia di danza formata da ciechi, la preparazione di Dorina e Giuseppe per diventare insegnanti di danza e per trasmettere la loro esperienza non solo ai bambini non vedenti ma anche a danzatori professionisti, insomma, instaurare uno spazio di ricerca fondato sulla percezione del corpo e la natura del gesto tra vedenti e non vedenti”.

 
 
 
 
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