Un grande valore simbolico, quello del bronzo firmato Wyatt, che rappresenta l’unione tra l’Arno e l’Hudson, il fiume di New York, ma una presenza non esattamente discreta nella piazza rinascimentale (la scultura è alta più di 4 metri), che non ha mancato di suscitare qualche polemica, come spesso accade quando un’opera moderna fa il suo ingresso in città. “L’amministrazione comunale è lieta di ospitare questa mostra in Palazzo Vecchio e ci auguriamo che possa suscitare un dibattito di alto profilo nella nostra città – ha dichiarato stamani il vicesindaco Dario Nardella – . Ringraziamo il maestro Wyatt e gli esprimiamo la nostra riconoscenza per la donazione della sua opera ‘I due fiumi’. Quanto alla collocazione definitiva della statua, apriremo un confronto per decidere in tempi rapidi se confermare o cambiare la decisione assunta nella passata amministrazione. D’altra parte, le riflessioni sul problema più generale del rapporto della città con gli artisti, con le donazioni e con le collocazioni delle opere donate, sono condivise da tutta la giunta: è giusto individuare ed utilizzare un metodo nuovo, degno di una grande capitale della cultura e del turismo”.
La mostra apre domani dopo un lungo percorso condiviso, che ha coinvolto fra gli altri la città di New York e il suo sindaco Bloomberg, il consolato degli Stati Uniti, la Columbus University, il Metropolitan Museum. “Questo progetto è nato e resta con la collaborazione del Comune di Firenze” ha aggiunto Nardella, ricordando il legame di Wyatt con la nostra città, un rapporto “che fin da giovane lo ha portato qui e che si è consolidato negli anni anche con altre importanti esposizioni, come ha ricordato anche il sindaco Renzi nella sua introduzione al catalogo della mostra”.