E’ stato presentato ieri, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Palazzo Medici, il Parco Culturale di Monte Giovi. Si tratta della concretizzazione di un progetto promosso dalla Provincia di Firenze, dalle Comunità Montane Mugello e Montagna Fiorentina e dai Comuni di Borgo San Lorenzo, Dicomano, Pontassieve e Vicchio. Le caratteristiche del parco culturale della memoria sono state illustrate dagli interventi degli assessori provinciali Valerio Nardini e Tiziano Lepri, dai Sindaci Giovanni Bettarini (Borgo San Lorenzo), Ida Ciucchi (Dicomano), Elettra Lorini (Vicchio) e Marco Mairaghi (Pontassieve), accompagnato dall’Assessore alla Cultura, Alessandro Sarti. Presenti anche Alberto Alidori della Presidenza Provinciale dell’Anpi di Firenze, il Presidente della comunità Montana del Mugello, Stefano Tagliaferri, e il Presidente della Comunità Montana della Montagna Fiorentina, Tiziano Lanzini.
Il territorio di Monte Giovi narra la storia di una presenza umana continuativa, testimoniata da reperti archeologici preistorici, etruschi e romani fino ad arrivare alla storia più recente che comprende gli eventi di Resistenza al nazifascismo e l’esperienza didattica e sociale della scuola di Barbiana. L’iniziativa intende rinnovare memoria della Resistenza in un territorio che fu teatro di importanti eventi nella guerra di Liberazione. Nello stesso tempo intende promuovere i luoghi significativi per la cultura del Novecento come la scuola di Barbiana di Don Milani. Attraverso il messaggio della scuola voluta da Don Lorenzo questa montagna è rimasta famosa in tutto il mondo, dopo che in questa sperduta località vi approdò un prete scomodo, considerato nocivo e pericoloso dal potere ecclesiale di quel tempo. L’iniziativa coinvolge un territorio che è stato uno degli epicentri della Resistenza in Toscana: “la Montagna dei Ribelli”, che ha accolto le prime formazioni spontanee di partigiani e ha assistito al loro sviluppo e alla loro successiva organizzazione. In questi luoghi nascono figure di rilievo come il partigiano Bube, “ribelle tra i ribelli”, che ha ispirato, insieme alla sua compagna Nada, il romanzo di Carlo Cassola “La ragazza di Bube”.
Il complesso collinare-montuoso di Monte Giovi è localizzato a nord-est di Firenze e interessa i territori comunali di Pontassieve, Rufina, Dicomano, Vicchio e Borgo San Lorenzo. Rappresenta l’estremità più orientale della dorsale che separa il Mugello dal bacino del Valdarno e dalla bassa valle della Sieve. Monte Giovi, con i suoi 992 metri sul livello del mare, è la cima principale. Il territorio circostante presenta notevole interesse sia per le vicende belliche successive all’8 settembre 1943 e ricordate ogni anno con una festa per la commemorazione sia da un punto di vista naturalistico, poiché vengono riconosciute a questo rilievo, a dispetto della sua quota non troppo elevata, caratteristiche paesaggistiche tipicamente montane. Il nuovo parco culturale di Monte Giovi prevede cinque percorsi tematici: vie privilegiate che permettono di visitare questo ambiente naturale di profondo valore naturalistico e di significato storico. Grazie a cartelloni descrittivi collocati lungo i sentieri vengono ricordate le voci dei personaggi e raccontate le storie che hanno segnato per sempre questa terra.
Ecco alcune indicazioni storiche per i cinque itinerari del Parco Culturale di Monte Giovi:
SENTIERO N. 1
Pievecchia – Acone – Accesso principale da Pontassieve a Le Colline (8,5 chilometri); da Scopeti a Acone (6 Km). In questi luoghi si ricorda un triste momento del processo di Liberazione del territorio della Valdisieve con la rappresaglia della Pievecchia, quando, l’8 giugno del 1944, i tedeschi trucidarono 14 innocenti. Se il Monte Giovi è stato il monte amico dei “ribelli”, Acone è stato sicuramente il paese che questi ribelli li ha partoriti, assistiti e protetti. Il paese in cui ogni abitante ha avuto parte attiva nel processo lungo e doloroso della resistenza.
SENTIERO N. 2
Barbiana – Padulivo – Accesso principale da Dicomano a Tamburino (7,0 chilometri). Si può scegliere il sentiero Don Milani, ossia il sentiero di accesso alla scuola di Lucianino, allievo della scuola di Barbiana, oppure recarsi verso il Mulino di Baldracca. Lungo questo itinerario si trova l’abitato di Padulivo, noto per i tragici eventi bellici del 10 luglio del 1944, che portarono all’eccidio di 15 persone.
SENTIERO N. 3
Madonna del Sasso – Accesso principale da Polcanto alla cascina di Monterotondo (5,2 chilometri). Presso il Santuario della Madonna del Sasso nel 1945 in seguito ad un’accesa discussione, vennero uccisi un maresciallo dei carabinieri, il figlio e un militante comunista. Fatti che ispirarono poi il romanzo di Carlo Cassola “La Ragazza di Bube”.
SENTIERO N. 4
Monte Giovi – Accesso principale da Dicomano fino all’intersezione con il sentiero Cai 11 (8,5 chilometri). Recenti ritrovamenti hanno accertato che qui, in epoche remote, esisteva un luogo di culto, probabilmente dedicato a Giove, come fa supporre il nome del monte (Jovis = Giove). Lungo questo itinerario si trova anche la piramide delle Brigate partigiane e Casa al Cerro (una delle basi più utilizzate dai partigiani). Presso Fonte alla Capra si tiene ogni anno, nella seconda domenica di luglio, il Raduno dei Partigiani e dei giovani di Monte Giovi.
SENTIERO N. 5
Monte Rotondo – Accesso Principale da Sagginale all’intersezione con il sentiero Cai 3. Qui si trova la villa Cerchiai, attaccata verso la metà di agosto del 1944 dai tedeschi, che tentavano un accerchiamento delle forze partigiane e che fu sventato dalle stesse.