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Il neon d’artista sulla facciata del Museo Novecento

Dal 12 dicembre sulla facciata del Museo Novecento si vedrà il neon d'artista firmato Claire Fontaine

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Spunta il neon dell’artista Claire Fontaine sulla facciata del Museo Novecento di Firenze. “Siamo con voi nella notte”, così si intitola l’opera dell’artista collettivo che dal 12 dicembre all’11 marzo campeggerà sopra l’ingresso del complesso delle ex Leopoldine, in piazza Santa Maria Novella.

Un messaggio luminoso che arriva dal museo civico fiorentino e che rientra nel programma di F-Light, Florence Light Festival. Vista la chiusura al pubblico del Museo, a causa delle restrizioni imposte dal Governo per la pandemia da Covid 19, sarà il led firmato da Claire Fontaine – collettivo artistico internazionale formato da Fulvia Carnevale e James Thornhill – a trasformare la facciata, spazio di confine, in un ideale diaframma che mette in relazione i contenuti visivi normalmente conservati all’interno del Museo, con la piazza e lo spazio pubblico all’esterno.

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Il neon d’artista di Claire Fontaine al Museo Novecento

Si tratta del secondo dei tre interventi firmati Claire Fontaine in programma al Museo Novecento (il primo ha già preso vita il 25 novembre e il terzo è previsto il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria). La scritta al neon (realizzata dagli artisti nel 2008) prende ispirazione dai murales apparsi negli anni Settanta sui muri di varie città italiane come segno di solidarietà nei confronti dei prigionieri politici.

“Siamo con voi nella notte” cosa significa il neon di Claire Fontaine

Il significato del lavoro di Claire Fontaine va oltre lo spirito originario con cui la scritta era stata pensata durante gli Anni di Piombo e la “notte della Repubblica”. La notte in questo caso rappresenta la prigionia nella dimensione più oscura della paura e della disperazione quando a fare luce – in un tempo sospeso e terribile come quello attuale – sono le forze della resistenza e della compassione reciproca. Un lavoro perfetto per descrivere il momento che stiamo vivendo, di isolamento e di buio, e in cui la luce in fondo al tunnel può essere immaginata grazie alla capacità visionaria dell’arte, come spazio di libertà e come gesto rivoluzionario.

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