martedì, 23 Aprile 2024
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Sant’Orsola, è caccia alla Monna Lisa. Avviata l’indagine archeologica

Ruspe al lavoro nell'ex convento di Sant'Orsola in pieno centro storico, in cui è sepolta Lisa Gherardini, la ''sospetta'' Monna Lisa che tanto ispirò Leonardo da Vinci.

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Ruspe al lavoro nell’ex convento di Sant’Orsola in pieno centro storico, in cui è sepolta Lisa Gherardini, la ”sospetta” Monna Lisa che tanto ispirò Leonardo da Vinci.

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SANT’ORSOLA. Le ruspe sono al lavoro e l’indagine archeologica è stata avviata. Nel 1542, nell’ex convento di Sant’Orsola, fu sepolta Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo. Il cantiere è stato aperto per rimuovere lo strato di cemento gettato sul pavimento dell’ex convento, quando sembrava destinato ad ospitare una caserma della Guardia di Finanza. Ora che l’immobile è della Provincia di Firenze, è cambiata anche la destinazione d’uso. Prima di avviare i lavori di recupero dell’immobile la Provincia ha avviato uno scavo archeologico, secondo quanto richiesto in via preliminare dalla Soprintendenza archeologica di Firenze. “L’indagine archeologica – ha sottolineato l’Assessore all’Edilizia della Provincia di Firenze, Stefano Giorgetti – voluta dalla Soprintendenza, prima del restauro dell’immobile avrà un costo complessivo di 110mila euro e sarà finanziata dalla Provincia di Firenze”.

GLI SCAVI. Quando il 29 giugno saranno terminati i lavori di rimozione del cemento, inizieranno i veri e proprio scavi archeologici sotto il coordinamento della Direzione generale Toscana della Soprintendenza Archeologica. E sempre nello stesso giorno, riprenderà anche lo studio condotto dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, inerente la verifica dell’ipotesi circa una possibile sepoltura della Monna Lisa all’interno dell’ex convento di Firenze.

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LA MODELLA DELLA GIOCONDA. “Ormai non vi sono più dubbi sul fatto che Lisa Gherardini sia stata tra il 1502 e il 1503 ‘la prima’ modella della Gioconda, un quadro la cui realizzazione ha accompagnato Leonardo per quasi 15 anni – ha detto Silvano Vinceti, presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali – Il dubbio è sciolto soprattutto da quando è stato ritrovato in Germania lo scritto di Agostino Vespucci, che fu scrivano di Leonardo, il quale paragona ad Apelle l’opera incompiuta del genio di Vinci: “Apelles pictor. Ita Leonardus Vincius facit in omnibus suis picturis, ut enim caput Lise del Giocondo”. Ovvero: come il pittore Apelle così fa Leonardo da Vinci in tutti i suoi dipinti, ad esempio per la testa di Lisa del Giocondo”. “Quindi – conclude Vinceti – possiamo dire con sicurezza, anche in base a quanto ha scritto il Vasari e a quanto è poi emerso dalle ricerche agli infrarossi effettuate al Louvre, che la Giocanda riproduce le caratteristiche somatiche di Lisa Gherardini, soprattutto la struttura del viso, gli occhi, gli zigomi e il collo. Invece il celebre sorriso è probabile che sia stato ispirato dal Salai che dal 1510 divenne il modello preferito di Leonardo”.

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