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Sulle tracce di Folon, 10 anni dopo la sua scomparsa

Il 20 ottobre 2005 la scomparsa di Jean-Michel Folon: Il Reporter lo ricorda passeggiando nei suoi luoghi fiorentini

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I suoi gatti e i suoi tramonti hanno incantato i cinque continenti, acquerelli delicati che strizzano l’occhio al pensiero positivo. Jean-Michel Folon ha salutato il mondo con la mostra, la più grande e completa mai dedicata all’artista, al Forte Belvedere nel 2005, pochi mesi prima di spirare.

Dieci anni dopo, e poco tempo prima che il suo Uomo della pioggia ritrovi posto davanti all’Obihall (l’opera era stata danneggiata in seguito a un incididente stradale, ma entro la fine del 2015 tornerà al suo posto, dopo il restauro), Il Reporter vuol ricordare l’artista gentile che ha amato moltissimo Firenze e che ha voluto lasciare alla città un numero consistente delle sue sculture, che i fiorentini possono quotidianamente ammirare in diversi luoghi della città.

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Jean-Michel Folon e Firenze

Era un amore che veniva da lontano quello di Jean-Michel per la città del giglio, iniziato negli anni Cinquanta quando, per la prima volta, colui che poi diventerà un artista di fama mondiale varca i confini di Florentia appena più che ventenne. E la città del giglio ricambierà questo colpo di fulmine, dedicandogli prima una mostra (incentrata principalmente sui suoi acquerelli) al Museo Marino nel 1990, poi la grande  esposizione del 2005 al Forte. Il 20 ottobre di quello stesso anno cala il sipario sulla vita dell’artista, dopo una malattia impietosa.

Sulle tracce dell’artista gentile

Ma Firenze non si è dimenticata di lui, tutt’altro: passeggiando per la città, ci si può facilmente imbattere in numerosi suoi lavori. Lo si incontrerà nuovamente sul viale Fabrizio De André e lo si può incontrare anche nel parco antistante l’ospedale pediatrico Meyer, dove si trova un’altra fontana, “L’uomo della pace” (acquistata dal Rotary club e donata alla città), che ritrae uno dei suoi omini con un uccellino posato sulla mano.

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Jean Michel Folon a Firenze

Fu in Toscana che Folon cominciò a pensare alla scultura, ed è proprio nel granducato che realizzò i suoi bronzi affidandosi all’esperienza degli abili artigiani del posto. Le 12 grandi opere che hanno preso stabilmente dimora nel giardino delle Rose, spazio verde che ammira Firenze dall’alto senza essere troppo invadente, sono state donate dalla Fondazione Folon (che ha sede in Belgio, paese natale di JeanMichel) su richiesta dello stesso artista.

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Folon era così, innamorato della città come sembra essere quell’uomo (di bronzo) seduto su una panchina del giardino a guardare incantato il panorama, il cappello in testa e un libro tra le mani. Romantico come quella valigia che “incornicia” Firenze e la racchiude in uno spazio circoscritto, come a volerne portare con sé i tesori. Le statue, diventate parte integrante dello spazio verde, sono aperte alle visite a seconda degli orari del giardino (che nel mese di ottobre vanno dalle 9 alle 18, mentre a novembre dalle 9 alle 17).

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