Le piste ciclabili, infatti, tagliano quasi tutto il quartiere da via Canova a viale dei Bambini, con un percorso sostanzialmente parallelo all’Arno che lascia però del tutto esclusa la parte più a sud, quella di Legnaia e Soffiano. A questo primo limite si aggiunge il fatto che l’unico collegamento ciclabile con il resto della città è costituito dalla passerella dell’Isolotto, costringendo così il ciclista intenzionato a raggiungere il centro – risparmiandosi la giungla di traffico della zona di Ponte alla Vittoria – a passare per le Cascine. Un vero peccato, perché le piste e i percorsi ciclabili del quartiere sono tutti in discrete condizioni e permettono davvero di muoversi in tranquillità.
Un buon esempio in questo senso è la pista ciclabile tra via Massa e via Modigliani, per lunghi tratti protetta da barriere, fondamentali certo per evitare gli investimenti, ma soprattutto per scongiurare il pericolo che le piste siano utilizzate dagli automobilisti per parcheggiare abusivamente. Funzionali sono poi i percorsi misti, come quello di via Canova, ricavato su un marciapiede largo abbastanza da permettere una pacifica convivenza tra ciclisti e pedoni. Resta in ogni caso la sensazione di trovarsi su piste create “un po’ dove capita” e non secondo un disegno razionale e rispondente alle logiche dei flussi di mobilità, come testimoniato anche da diversi ciclisti abituali, residenti nel quartiere. “Uso la bici per andare a scuola in centro – dicono Claudia e Agnese, studentesse del liceo Machiavelli – ed è un problema girare senza correre rischi: non ci sono piste ciclabili e in alcuni punti, come in via del Bronzino, è molto pericoloso stare sulla strada, tra macchine parcheggiate e auto che suonano. Di conseguenza ci tocca salire sul marciapiede, suscitando l’ira di qualche pedone, oppure prendere qualche strada alternativa contromano”.
Simili problemi sono quelli sollevati da Francesca, pendolare che usa la bici tutti i giorni per andare a prendere il treno. “Il percorso fino alla stazione non è agevole – spiega – dal momento che per chi come me non abita in prossimità dell’Isolotto, non è conveniente usare la passerella, quindi sono costretta a passare con grande pericolo da via del Sansovino, attraversare l’Arno e raggiungere Santa Maria Novella affrontando i viali o stando sul marciapiede, che specie su Ponte alla Vittoria è particolarmente stretto”.