Le tele che rievocano il 27 aprile 1859, l’ultima giornata fiorentina di Leopoldo II, i dipinti provenienti dalla galleria d’Arte Moderna di palazzo Pitti che rievocano quel momento importante come “L’entrata degli zuavi francesi e degli artiglieri toscani a Rubiera”. L’affascinante ritratto della contessa di Castiglione eseguito da Michele Gordigiani. Ma anche dipinti, incisioni, busti dei protagonisti del Risorgimento toscano e nazionale, come quello di Bettino Ricasoli. Sono pezzi unici, archiviati e recuperati dai musei civili comunali, quelli presenti nella mostra aperta fino al 7 giugno nella Sala d’Arme di palazzo Vecchio e dedicata al “27 aprile 1859, l’alba dell’Unità nazionale a Firenze ed in Toscana”. Ci sono gli scranni , tre in tutto, fra i quali quello di Bettino Ricasoli, dei deputati accolti nel Salone dei Cinquecento nel periodo di Firenze capitale. “Pezzi unici – ha spiegato l’assessore alla cultura del Comune che stamani ha presentato la mostra insieme al professor Cosimo Ceccuti– alcuni dei quali come gli scranni e alcuni busti dovrebbero ritrovare posto nel Salone dei Cinquecento”.
L’obiettivo dell’esposizione è quello di ricostruire l’atmosfera che coinvolse la gente comune e accompagnò gli storici eventi: l’addio del Granduca, la guerra all’Austria per la liberazione del lombardo – veneto, il plebiscito per l’unione al Regno di Sardegna del 15 marzo 1860, la spedizione dei Mille di Garibaldi, fino alla proclamazione del Regno d’Italia, il 17 marzo 1861.
Un percorso cronologico che esalta i protagonisti, non solo i più noti come Ricasoli, Giuseppe Dolfi, Ubaldino Peruzzi, ma anche quelli ritenuti ‘minori’, patrioti non ancora celebri che partirono volontari per la guerra. Fra questi Carlo Lorenzini descritto in ogni dettaglio anche fisico, nel libretto di matricola del reggimento.
La mostra presenta anche dei bellissimi dipinti come il ritratto di Giuseppe Dolfi di Nino Costa, i busti in marmo, le monete, i francobolli emessi in quei mesi. Pezzi rari provenienti da collezioni pubbliche e private, molti dei quali riappaiono dopo decenni e vengono presentati al pubblico per la prima volta. La mostra contiene anche numerose e accattivanti curiosità come i cimeli, l’oggettistica, d’epoca che ricostruisce il clima e insieme la partecipazione attiva della popolazione. Coccarde, bandiere tricolori fra cui quella di Enrico Poggi appesa al balcone di palazzo vecchio in occasione dell’annuncio dei risultati del plebiscito; camice rosse garibaldine, kepi, marsine, me feluche, sciarpe e fazzoletti, fotografie e caricature, schede elettorali per i toscani che si recavano al voto.
La mostra è aperta dalle 10 alle 19; il giovedì e i festivi dalle 10 alle 14 (chiusa il 1 maggio). L’ingresso è libero