L’idea è stata dell’assessore Paolo Cocchi. Una provocazione, un pò visionaria, affidata alla matita di Pablo Echauren in occasione della Conferenza regionale del turismo e della cultura in programma per oggi, 27 novembre.
Su 10.000 cartine distribuite per la città da 10 ragazzi, era rappresentata una Firenze futuribile targata 2059.
Niente più monumenti icona, trasferiti dalle location storiche a fianco dei grandi snodi autostradali e aereoportuali, mentre al loro posto vengono installati fantasiosi ologrammi firmati da un giapponese.
«La Firenze ipotetica del 2059 – afferma Paolo Cocchi – è una Firenze da drive-in, ovvero da consumo della cultura e dell’arte senza neanche uscire dalle macchine o dagli aerei. Una provocazione che vuole far riflettere su quali possano essere gli sbocchi di una visione “fast” e consumistica della cultura e dell’arte. E’ la Firenze che incombe apolitticamente su di noi se non usciamo da un atteggiamento puramente conservazionista e museificante. Sia chiaro non è certo la città che vogliamo. Ma dobbiamo renderci conto che davanti alla curiosità planetaria e ai flussi turistici a tanti zeri che rischiano di abbattersi, aldilà della crisi, sulle nostre città d’arte, e a travolgerci e stravolgerci dobbiamo imboccare una strada di adattamento intelligente».