E’ nato a Sesto l’incubatore di impresa. La struttura, che è stata intitolata ad Antonio Meucci – in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della nascita dell’inventore del telefono – ospiterà servizi, laboratori e centri di studio, ed è stata cofinanziata dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Firenze. La struttura offrirà spazi per i servizi necessari alla nascita di nuove iniziative imprenditoriali originate dal trasferimento dei risultati della ricerca, ed è stata inaugurata ieri dal rettore dell’ateneo fiorentino Augusto Marinelli, dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini e dal Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi.
L’edificio (circa 4.300 mq totali) ha richiesto un investimento complessivo di 13,6 milioni di euro ed è stato cofinanziato dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Firenze. La realizzazione di un incubatore di imprese che ad esse possa offrire spazi e servizi adeguati – finanziari e di assistenza, tecnici, di marketing e di formazione – fa parte di un progetto avviato dall’ateneo insieme alla Provincia, alla Camera di Commercio e al Comune di Firenze per facilitare lo sviluppo di idee e sperimentazioni provenienti dalla ricerca fiorentina. Nel nuovo complesso l’area dell’incubatore (circa 1800 mq) è attigua agli spazi destinati a centri di studio e laboratori di ricerca nei settori della meccanica, dell’energetica, delle tecnologie elettroniche e informatiche (2.500 mq); ospiterà, inoltre, il liaison office per la comunicazione e disseminazione dei risultati scientifici nei confronti del mondo produttivo. Questa collocazione è stata espressamente voluta per facilitare il collegamento tra il mondo della ricerca e la realtà economico-produttiva e sviluppare così l’impatto sociale della ricerca universitaria.
L’edificio del nuovo incubatore sarà intitolato ad Antonio Meucci, in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della nascita dell’inventore del telefono. “La Provincia di Firenze – ha affermato il Presidente Matteo Renzi – crede e investe sui giovani talenti. E sostiene i loro progetti offrendo tutte le opportunità affinché questi diventino occasioni di sviluppo per il territorio e per la loro crescita professionale e umana. L’incubatore – ha continuato Renzi – è uno dei principali snodi di questo sistema di opportunità offerto dal territorio a chi ha progetti innovativi. La Provincia ha sostenuto questa intuizione affinché in futuro non ci sia più un Meucci costretto a fuggire da Firenze per fare ricerca. L’iniziativa – ha concluso Renzi – è partita nel 2000 ed oggi diviene realtà. La Provincia di Firenze ha investito significative risorse per realizzare la struttura, e ora, attraverso l’affidamento alla Fondazione per la Ricerca, sosterrà la nascita di questa comunità di imprese innovative”.
“Sviluppare l’innovazione e mettere a disposizione un’infrastruttura per spin off universitari e per soggetti che vogliano sperimentare nuovi progetti in collaborazione con la ricerca – ha detto il rettore Augusto Marinelli – è lo scopo dell’incubatore: per l’Università è un’opportunità per rafforzare il dialogo concreto con il mondo produttivo e con l’economia locale, ma rappresenta anche un impegno a valorizzare un patrimonio di conoscenza per alimentare nuove iniziative”.
“Quando alcuni anni fa abbiamo progettato questa iniziativa volevamo creare qualcosa di più di nuovi laboratori per l’Università – ha affermato Alberto Del Bimbo, Presidente della Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione – volevamo creare anche un contesto organizzato di spazi e servizi che offrisse opportunità di sviluppo industriale ai migliori risultati prodotti dai laboratori di ricerca della nostra Università; e volevamo che queste opportunità avessero una ricaduta positiva sul nostro territorio, con nuove occasioni di impiego qualificato per i giovani e nuova economia. Oggi possiamo concretamente avviare tutto questo. La Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione aiuterà a mettere in funzione l’incubatore e a collegarlo al mondo universitario e al territorio. A questo proposito, credo sarà importante uscire fin da subito da un’ottica locale e mettere l’incubatore in stretto collegamento con le altre esperienze regionali in modo da favorire tutte le possibili sinergie”.