giovedì, 12 Dicembre 2024
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Alla fermata del bus torna la scrittrice misteriosa

E' tornata a ''colpire'' nella notte tra martedì e mercoledì scorsi la ''scrittrice misteriosa'' della fermata dell'autobus, ovvero l'autrice dei testi d'amore per altre lei che ormai da mesi tappezzano alcune pensiline Ataf cittadine. Ecco la nuova puntata.

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E’ tornata a ”colpire” nella notte tra martedì e mercoledì scorsi la ”scrittrice misteriosa” della fermata dell’autobus, ovvero l’autrice dei testi d’amore per altre lei che ormai da mesi tappezzano alcune pensiline Ataf cittadine. Ecco la nuova puntata:

 

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Resto qua, ferma a guardare

il muro della mia stanza,

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ogni tanto guardo fuori.

Piove.

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Nuvole nere. Lampi nel cielo

Piove.

Il tempo sta ancora scorrendo

Il mio orologio si è fermato.

Piove.

 

Il suo atteggiamento di rivalsa mi spinse lontana. Intanto, mi stavo accorgendo che Giulia era diventata un fantasma del passato per lasciare il posto ad un’amica sincera. Ero felice, le confidavo tutto e chi meglio di lei… poteva capirmi? L’empatia trionfava ancora. Stavolta, però, un’empatia sana, equilibrata.

Il giorno prima del suo matrimonio, decisi di chiamare la mia ex. Barbara. Dopo il primo saluto, riuscì ad instaurare una telefonata erotica che nemmeno la “hot line” può tenerle testa. Stupenda. Non era cambiata. Sempre in cerca di emozioni forti. Descriveva, infatti, meticolosamente il suo corpo abbronzato soffermandosi su quel bianco triangolino di venere rimasto all’oscuro dai raggi del sole. Mi eccitava. E proferì le seguenti inquietanti parole: “vieni al mio matrimonio mascherata che ci chiudiamo in una stanzetta della parrocchia”…In quell’attimo, dentro di me, pensai: meno male che sposa un altro…. Cancellai così veloce la frase tentatrice per “non cadere in tentazione e liberarmi così dal male”.

Cornelia. Albatros. Piccione. Scheletrini (nomignolo riferito ai suoi piedi magri con le relative falangi allungate). Alta, mora, capelli lisci a caschetto. Una bella ragazza. Di origine tedesca. Posso considerarmi fortunata. Il suo accento buffo e la parlata arrangiata. Un amore. La conobbi in Biblioteca. Stavamo studiando sedute accanto quando nel silenzio della stanza di lettura mi offrì una caramella. Non era da fiorentini comportarsi con una sconosciuta, quale ero io per lei, in quella maniera affabile, cortese.  Lo sanno tutti. I Fiorentini sono diffidenti. “Non sei di Firenze, vero?” Le chiesi. Rispose che era di madre tedesca ma di padre italiano. E riabbassò lo sguardo sul suo manoscritto.

Due giorni dopo, trovai Cornelia al bar di Facoltà con una mia conoscente. Le fui presentata ma non capì bene il mio nome, e neppure il genere, scambiandomi per un ragazzo. Anche Anastasia, in quell’occasione, conobbe Cornelia. Si erano simpatiche. Decisero di organizzare una cena ed invitarono anche me. Cornelia abitava con altre ragazze straniere. Due turche e un’ italiana. L’harem. Quel commensale mi faceva girare la testa. Anastasia, con l’occhio malizioso, teneva d’occhio tutte le mie mosse. Questa mia difesa, questa superficialità, questa voglia di non soffrire. Totale mancanza di fiducia per un rapporto duraturo.  Così all’occorrenza, mi calavo nei panni di “Valentino”, famoso tombeur de femmes, facendo il “pavone” con tutte le donne che mi si relazionavano. Forse, questa indole latente del carattere viene fuori quando mi sento più insicura. E quella sera, in fondo, non nutrivo interesse per alcuna. Ero soltanto il piatto più prelibato a quella cena. E le donne sanno come divorarti, questo è certo. Cornelia quella sera mi sognò. Sembra che sia il desiderio segreto di molte donne. A mia insaputa.

 

Le puntate precedenti: prima puntataseconda puntataterza puntataquarta puntataquinta puntatasesta puntatasettima puntata ottava puntata

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