Il gip di Arezzo ha deciso durante l’udienza di oggi la convalida di arresto per Stefanoni Pietro, il 56enne che nel pomeriggio di domenica 2 ottobre avrebbe travolto e ucciso la giovane americana Allison Owens. L’uomo resta dunque in carcere.
LA CONFESSIONE. L’uomo, originario di Viterbo ma residente a Incisa Valdarno, si era costituito lo scorso venerdì mattina. Durante l’interrogatorio, durato più di 10 ore, avrebbe raccontato di esser stato colto da un colpo di sonno mentre stava tornando a casa dopo una corsa ciclistica e di non essersi accorto di aver investito la ragazza 23enne. Per questo motivo non si sarebbe fermato al momento dell’impatto, ma si sarebbe diretto a casa.
L’AUTO E LA VERSIONE DELLA MOGLIE. Restano ancora molti, però, i punti oscuri della vicenda. Innanzitutto il pirata della strada avrebbe detto di essere tornato sul luogo dell’incidente con la moglie, ma questa avrebbe smentito la versione del marito. La seconda incongruenza riguarda la velocità: l’accusato avrebbe sostenuto di essere andato entro i limiti di velocità lungo la Statale 69 a San Giovanni, ma le ferite sul corpo di Allison hanno fatto presumere che la Volvo Xc-70 procedesse a velocità ben più sostenuta. Infine restano da chiarire anche le motivazioni che avevano spinto l’imprenditore a far riparare l’auto in una carrozzeria di Pistoia.
INDIZI. Riguardo la questione dell’auto, Stefanoni ha detto stamani, durante l’udienza, che avrebbe notato, il giorno dopo l’incidente, alcune macchie di sangue sul parabrezza della sua Volvo. La stessa auto che aveva lasciato della vernice verde sul guardrail dove l’uomo ha sbattuto dopo l’impatto con Allison e che ha permesso ai carabinieri di mettersi sulle sue tracce.
LA TRAGEDIA PER IMMAGINI: Il ricordo degli amici – Il pirata si costituisce